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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
#faccedaleoni
I fratelli Leone e Edordo Miotti festeggiano i 15 anni del Leon Bar in piazza Libertà. E parlano anche degli altri locali che hanno aperto e apriranno in città: “Bassano punto di riferimento per il nostro settore, è una seconda Età dell'Oro”
Pubblicato il 01-03-2017
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Quando hanno aperto il loro locale, nel 2002, Facebook e WhatsApp erano ancora lungi a venire. Ricordano che per invitare le persone all'inaugurazione avevano dato una scorsa alla rubrica del telefono e chiamato gli amici e gli ex compagni di scuola. 15 anni dopo è bastato un post sui social e un po' di passaparola e il bar, ancora una volta, si è riempito di gente.
Anche perché era la classica occasione da non perdere: la festa proprio per i 15 anni di attività del locale. Aperitivi e birre, baci e abbracci, selfie a go go all'interno di una cornice “celebrativa” e uno slogan: #faccedaleoni. Perché è del Leon Bar che stiamo parlando: pochi metri quadrati d'interno e un sottoportico e un plateatico con tavolini, sempre in continua trasformazione con iniziative originali ed eventi a tema, che rappresentano il vero angolo di animazione di piazza Libertà a Bassano.
È la piccola grande “creatura” dei fratelli Leone ed Edoardo Miotti, 33 anni il primo e 32 il secondo, che a pochi metri di distanza, continuando le gesta del nonno Leone e del papà Achille, gestiscono anche il rinomato Caffè Danieli di piazza Garibaldi.
Edoardo e Leone Miotti alla festa dei 15 anni del Leon Bar (foto Alessandro Tich)
All'inizio della gestione di 15 anni fa “Edo” non c'era ancora, sarebbe arrivato un anno più tardi ad affiancare il fratello maggiore dietro al bancone del bar che è cresciuto assieme a loro.
E che rappresenta, innanzitutto, un omaggio alla storia di famiglia.
“Il bar - mi dice Leone Miotti - è nato in onore di nostro nonno Leone e non per il mio nome, perché in salita Ferracina aveva aperto il primo Leon Bar, che si chiamava già così. Abbiamo percorso le orme del passato. Il nostro locale nasceva perché in piazza Libertà alla sera non c'era niente, solo luci spente. Nell'altra piazza c'erano il Danieli e il Cactus, in via Roma aveva aperto il Why Not? ora trasferito in via Gamba, un anno prima aveva aperto Ai Buei in via Schiavonetti. Ma in piazza Libertà non c'era nulla.”
“Abbiamo voluto creare - continua - un punto-aperitivo, estroso ed estroverso, innovativo, con un modo di fare semplice e alla mano per richiamare i giovani, che sono i veri protagonisti. Protagonista deve essere il cliente, e non il bar.”
Ma come è cambiata la piazza in questi tre lustri di attività, vista dal punto di osservazione del Leon Bar, proprio sotto al municipio?
“In 15 anni - risponde “Leo” Miotti - in piazza è stato un continuo evolversi. Sicuramente la piazza è più visitata grazie a tanti altri bar che hanno aperto nelle vicinanze. Bassano, per certi versi, sta vivendo una seconda “Età dell'Oro” per quanto riguarda l'hospitality, che è il nostro settore. Ci sono sempre più professionisti che aprono e più strutture ricettive, Bassano è un punto di riferimento e qui i ragazzi si trovano ben volentieri.”
Affermazioni che da una parte - in questi tempi di continui piagnistei sulla nostra città - esprimono un pensiero positivo riguardo al centro storico e, dall'altra, manifestano lo “spirito di gruppo” nei Miotti Brothers nei confronti dei loro colleghi e della loro categoria.
Ma che cadono anche a fagiolo rispetto a un tema di attualità che coinvolge la categoria stessa: la presenza, così come lamentato dall'Amministrazione comunale, di troppi bar in centro storico con conseguente predisposizione di un regolamento comunale che fisserà dei limiti, con tanto di punteggio, per le nuove aperture di pubblici esercizi. Questione “calda” che giriamo ancora a Leone Miotti.
“Troppi bar in centro? È una bella domanda - mi risponde -. L'argomento va trattato da due punti di vista: conservativo, oppure di opportunità. Sotto il profilo conservativo, una chiusura delle licenze può maggiormente valorizzare quelli che sono già presenti e operativi. Ma sul piano dell'opportunità, mi auguro invece che ci sia sempre l'occasione di continuare ad evolversi. Solo così Bassano continuerà ad essere un punto di riferimento. Professionalmente parlando, se mi aprono un nuovo bar davanti al mio io sono spronato a continuare a migliorarmi. Speriamo che questa cosa non venga persa. Se avessero già applicato la chiusura delle licenze, un locale come il Palazzo delle Misture, che è una nuova eccellenza bassanese, non avrebbe aperto.” “Altre piazze, come Castelfranco e Cittadella, continuano ad evolversi, aprono bei locali - aggiunge -. Bassano deve stare al loro passo, mantenendo alta la qualità dell'offerta.”
Qual è dunque la motivazione dei gestori del Leon Bar dopo i primi 15 anni?
Risposta: “Avere un bel posto, lavorare bene, affrontare le spese e in più dare un motivo alla gente per venire è difficile. Bisogna credere in sé stessi.”
Crederci al punto da non considerare gli altri locali del centro e dell'immediata cintura urbana come dei concorrenti, ma come appartenenti ad una stessa causa nella quale c'è spazio per tutti. Sono gli stessi fratelli Miotti ad informarmi che Nardini aprirà un nuovo locale, con lo stesso concept del Caffè Danieli, nell'area del Garage Nardini. E che all'ex bar Excelsior, sempre in viale delle Fosse, arriverà Helmut, hamburgeria e piadineria già presente a Treviso e Vicenza, di cui gli stessi brothers mi dicono un gran bene. Il Caffè Italia? Dopo mesi di stallo burocratico, potrebbe aprire tra maggio e giugno prossimi.
Infine l'azienda di famiglia: qualcosa sta bollendo in pentola, infatti, anche in casa Miotti.
Con due progetti in cantiere, uno già in piedi e l'altro ancora “un punto di domanda”, coerenti col principio di “evolversi e non fermarsi mai”.
#faccedaleoni, dunque. Ma anche, se vogliamo, #nonsololeonbar.
A Bassano il settore dei pubblici esercizi e più in generale delle strutture ricettive sta guardando con fiducia al futuro, grazie a questa e ad altre iniziative imprenditoriali.
“Più luce c'è - conferma al riguardo Edoardo Miotti -, meglio è.”
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