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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Partenza a razzo

Un missile, con figure di Santi, precipitato nel Chiostro del Museo Civico di Bassano. L'opera di Antonio Riello, artista di fama internazionale, inaugura il “nuovo corso” della gestione museale della direttrice Chiara Casarin

Pubblicato il 15-10-2016
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Rinascimento in bianco e nero

“Houston, abbiamo un problema.” Ma Houston, questa volta, non ha risposto e il missile è precipitato direttamente nel Chiostro del Museo Civico di Bassano del Grappa, riportando sulla Terra tutti i Santi che vi sono raffigurati.
Già, proprio così: un razzo conficcato nel terreno, con le sacre figure che continuano a volteggiare in cielo. Si tratta dell'opera monumentale “Ex Voto di Antonio Riello per il Chiostro di San Francesco”, scoperta dai veli che in questi giorni mantenevano la suspense sul contenuto del “grande pacco” che accoglieva i visitatori all'entrata della struttura museale, e inaugurata questo pomeriggio.
Già in mostra alla Biennale di Venezia del 2011, l'installazione dell'artista marosticense che è di casa a Bassano viene esposta per la prima volta in città in occasione della 12° Giornata del Contemporaneo, organizzata e promossa dall'Associazione Musei d'Arte Contemporanea d'Italia. Ci sarà tempo per osservare dal vivo il celeste mezzo spaziale: rimarrà infatti piantato sull'erba del Chiostro fino al 30 dicembre.

Foto Alessandro Tich

E si tratta anche del primo atto ufficiale del “nuovo corso” della gestione museale del nuovo direttore Chiara Casarin. La quale, in merito alla Giornata del Contemporaneo, spiega: “I Musei Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa hanno aderito proponendo un'opera che, per le sue caratteristiche, consente di poter iniziare a riflettere sulle tematiche della contemporaneità a partire da una solida tradizione museale conservativa.”
“Antonio Riello - continua la direttrice - è, nel panorama internazionale, uno degli artisti italiani più affermati. Le sue mostre personali sono state ospitate in tutti i musei del mondo e le sue partecipazioni a collettive e Biennali ne hanno sempre più consolidato l'autorità artistica.”
“Poter ospitare un'opera di Riello nel Chiostro di accesso al Museo di Bassano - aggiunge Chiara Casarin - è, simbolicamente e concretamente, una delle maniere più efficaci di porre le basi di quello che sarà un percorso di valorizzazione dell'esistente attraverso gesti di apertura al nuovo e al contemporaneo, pur mantenendo uno sguardo vigile sulle eccellenze del territorio e sulle collezioni permanenti che contraddistinguono il valore di questi musei a livello internazionale.”
Dunque, Chiara sembra avere le idee molto chiare sull'impostazione che intende dare alla direzione della struttura museale. Quasi volesse soffiare via quel velo di polvere elitaria che negli ultimi anni ne ha idealmente coperto le teche espositive.
“Abbattere simbolicamente i muri sociali che i musei di stampo ottocentesco hanno eretto a salvaguardia della loro esclusività - conferma la nuova dirigente di via Museo - e costruire un ponte che colleghi le sale allarmate con le piazze, le teche sigillate con le classi, le pareti allestite con i visitatori meno esperti è, nel ventunesimo secolo, un dovere imprescindibile e un obbligo morale per chi si occupa di cultura.”
A prima vista una bizzarria provocatoria, accessibile ai soli iniziati, l'“Ex Voto” di Antonio Riello ha in realtà un suo preciso senso e significato.
Il messaggio portato sul nostro pianeta da questo razzo atterrato male è quello, come spiega una nota stampa della direttrice, di “una minaccia da cui pare troppo difficile mettersi al riparo e che incarna il timore che l'arte, proprio nella sua sede istituzionale che è il Museo, sia messa in grave pericolo.”
Ovvero il pericolo “dell'oblio e dell'indifferenza”.
Ecco perché “il missile porta con sé le icone tradizionali delle volte celesti, dei putti, dei Santi ed è dipinto come una tela con la cura per i particolari, con attenzione prospettica, con un certo realismo nella realizzazione dei cieli così come erano soliti fare molto pittori d'altri tempi”.
“L'involucro - si legge ancora nel testo di presentazione dell'opera - porta con sé la storia dell'arte con l'oro prezioso che rinvia alla sua magnificenza, la forma è propria del linguaggio contemporaneo: un po' ironica, provocatoria, certamente d'impatto.”
L'artistico vettore spaziale riporta quasi fedelmente alcuni elementi del celebre affresco di Giambattista Tiepolo “La caduta degli angeli ribelli”, realizzato dal pittore veneziano nel 1726 per il Palazzo Patriarcale di Udine.
Della serie: ritorno al futuro.
E così, all'entrata del tempio di Jacopo Bassano, spunta il volo fallito della Nasa sulla rotta astronautica Paradiso-Sistema Solare. A meno che l'opera non voglia rappresentare un missile aria-terra di ben altro significato bellico-tattico.
Roba da scandalizzare i puristi e attirare i curiosi. Visti i presupposti, dovremo farci l'abitudine dal momento che, secondo il Casarin-pensiero, l'accostamento delle espressioni della creatività contemporanea ai luoghi della fruizione della cosiddetta arte classica non è per nulla una mission:impossible.
Comunque la si pensi, per la nuova direzione del Museo è una partenza a razzo. E, a quanto pare, siamo solamente al primo stadio.
I visitatori del Museo Civico - di cui ci si auspica un motivato e corroborante aumento di numero - sono avvertiti: tra Jacopo da una parte e Canova dall'altra, troveranno nel loro percorso di visita sempre più confronti e “contaminazioni” con le nuove tendenze dell'arte di oggi.
Chi è interessato quindi ai linguaggi innovativi degli autori del nostro tempo, qui troverà pane per i suoi denti e il Museo bassanese troverà sicuramente il modo di divulgare la tematica, rendendola comprensibile ed accessibile anche “alle piazze, alle classi e ai visitatori meno esperti”.
A tutti gli altri, consiglio il libro che ho visto questa mattina nella vetrina di una libreria a Padova. Sottotitolo: “Arte contemporanea: istruzioni per l'uso”.
Titolo: “Non ci capisco niente”.

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