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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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Su il sipario

“Polo Museale e Teatro non sono antagonisti”. Conferenza stampa, al Teatro Astra, di Territori del Brenta. E delle opposizioni. Che svelano la corrispondenza tra sindaco e Fondazione Cariverona e parlano di spreco di denaro pubblico

Pubblicato il 26-11-2015
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Su il sipario. Per Bassano è un evento straordinario: anche se per un’ora soltanto, si riaprono infatti - su concessione della proprietà - le porte dello storico Teatro Astra, chiuso da quasi sette anni.
Nel foyer di quello che una volta si chiamava Teatro Sociale, va in scena la conferenza stampa congiunta dell’associazione per il Marchio d’Area Territori del Brenta e delle opposizioni consiliari sul grande e decisivo tema dell'attualità cittadina: i destini, che per l'Amministrazione Poletto sono inestricabilmente legati tra di loro, del Polo Museale Santa Chiara e del Teatro cittadino.
Per chi interviene all'incontro - vista la location, volutamente simbolica, prescelta - la curiosità è alle stelle. L'occasione è di quelle ghiotte: chissà quando, infatti, si potrà rimettere piede qui dentro.

La conferenza stampa nel foyer del Teatro Astra (foto Alessandro Tich)

Inutile però cercare di testare le attuali condizioni della grande sala teatrale: dentro è buio pesto, e solo con la luce dei cellulari ci si accorge ad esempio che le poltrone rosse, che a tanti eventi di spettacolo hanno assistito in passato, avrebbero bisogno del massiccio intervento di un tappezziere.
Ma basta dare un'occhiata all'androne di ingresso, ai muri interni e agli infissi, al locale del guardaroba e alle scale che conducono in galleria per rendersi conto che il teatro Astra, oggi, è quello che è: un immobile dove i segni della chiusura e dell'abbandono, inevitabilmente, sono evidenti.
Riguardo alla compresenza sullo stesso “palco” di Territori del Brenta e delle opposizioni, l'architetto Massimo Vallotto, a nome dell'associazione, chiarisce subito a scanso di equivoci: “Non è una scelta di campo”.
Quella fra i Tre Tenori Andrea Cunico Jegary, Massimo Vallotto e Roberto Astuni (promotori del tavolo di marketing territoriale, oggi associazione, per il Marchio d'Area) e le minoranze in consiglio comunale può essere definita, per usare una vecchia formula, una “convergenza parallela”: entrambe le parti, ciascuna per le proprie competenze, concordano cioè su una questione di principio. Ovvero che il Polo Museale e il Teatro, qualunque sia la soluzione che sarà presa per quest'ultimo, “sono stati messi erroneamente in contrapposizione”. Bassano, cioè, “ha bisogno di entrambi”.
La questione, secondo Vallotto, va però affrontata a più vasto raggio, “con la possibilità di coinvolgere un territorio più ampio, con un bacino di utenza di oltre 150mila persone”. Che è poi il territorio dei 17+2 Comuni dell'IPA (Intesa Programmatica d'Area, oltre a Valstagna e Romano d'Ezzelino) Pedemontana del Brenta, con Bassano Comune capofila, rimasta tuttavia, negli ultimi mesi, “ingessata”.
Mentre le opposizioni, carte e cifre alla mano, mettono in guardia la comunità sulle conseguenze di un blocco definitivo del Polo Museale - allo scopo di dirottare quello che resta del contributo della Fondazione Cariverona per il primo stralcio del Santa Chiara (7,5 milioni, per effetto del ribasso d'asta) nel progetto del Teatro - che altro non produrrebbe se non “un grave spreco di denaro pubblico”.

Le lettere del sindaco

Come noto, la questione “Polo Museale versus Teatro” è esplosa dopo l'estate, quando l'apparentemente dormiente vicenda del Santa Chiara - col cantiere bloccato, e mai più riavviato dal Comune, dopo il fallimento della ditta appaltatrice Adico Srl di Maser - ha subito un'improvvisa accelerazione, motivata dalla presunta scadenza imposta da Fondazione Cariverona (il prossimo 30 novembre) per sapere dal Comune se intende andare avanti col progetto del Polo Museale, con relativo contributo, oppure no.
Se ne era parlato però solamente sui giornali, e appena lo scorso 2 novembre - alla famosa commissione congiunta convocata sull'argomento, richiesta dalle minoranze ancora a gennaio - il sindaco Poletto dichiarava ufficialmente: “Questa Amministrazione intende spostare quei soldi su una struttura teatrale.”
Ma le minoranze, come spiega il capogruppo di Impegno per Bassano Roberto Marin, intendono “fare chiarezza sui rapporti tra la Fondazione e l'Amministrazione”. E a parlare, al riguardo, è la corrispondenza tra l'ente finanziatore e il sindaco Riccardo Poletto, la cui intenzione di non procedere col Polo Museale non è scaturita nelle ultime settimane.
Risale infatti al 17 marzo 2015 la lettera al presidente di Fondazione Cariverona con cui Poletto, nel comunicare il fallimento della Adico (in data 24 ottobre 2014) e nel considerare “le nuove esigenze espresse dalla Cittadinanza di Bassano del Grappa”, chiede “un assenso preventivo per l'eventuale destinazione del contributo ad altra opera di valenza culturale che verrebbe realizzata sul sedime dell'attuale cantiere”.
Il 13 aprile 2015, con lettera del presidente di Fondazione Cariverona al sindaco di Bassano, viene confermata “la disponibilità di massima a valutare positivamente la richiesta di cambio di destinazione prospettata” ma “solo sulla base del progetto della nuova opera”, confermando il termine del 30 novembre 2015 come “scadenza utile per la presentazione dell'eventuale nuovo progetto”.
Il 25 settembre 2015 Poletto scrive all'arciprete abate della Parrocchia di Santa Maria in Colle mons. Renato Tomasi, chiedendo ufficialmente “se la Parrocchia sia disponibile ad un'eventuale cessione al Comune del compendio adibito a “Sala Da Ponte e relative pertinenze, e a quali condizioni”.
Pochi giorni dopo, il 2 ottobre 2015, ancora il sindaco di Bassano scrive a Fondazione Cariverona comunicando che l'Amministrazione “in considerazione delle numerose difficoltà di varia natura collegate alla realizzazione dell'opera (...) sta seriamente valutando l'interesse pubblico originario sotteso alla realizzazione del Polo Museale” e afferma che “i bisogni emersi nella collettività inducono l'Amministrazione a chiedere l'autorizzazione di Codesta Fondazione alla devoluzione della rimanente quota del finanziamento concesso (...) a beneficio della costruzione di un teatro-sala polivalente di cui il Comune è sprovvisto.” Aggiungendo che “tra le varie opzioni valutate, appare economicamente più sostenibile e a minor impatto sul consumo del suolo la ristrutturazione/trasformazione della Sala Da Ponte”.
E il Teatro Astra? Non risulta che la stessa interlocuzione avuta con il parroco di Santa Maria in Colle, con richiesta formale di disponibilità alla cessione, sia stata intrapresa con la proprietà dell'immobile di viale dei Martiri.
C'è però un'ultima lettera, datata 30 ottobre 2015, nella quale Fondazione Cariverona conferma a Poletto “la disponibilità di massima a valutare destinazioni alternative del contributo”. Ma l'istituzione bancaria pone come prima condizione che, relativamente ai lavori del Polo Museale Santa Chiara, “ogni eventuale onere riferito a stati di avanzamento lavori non ancora liquidati o a riserve e(o a questioni incidentali con la Curatela resta esclusivamente in capo al Comune di Bassano”. Aggiunge Cariverona: “riteniamo necessario che codesto Ente entro marzo 2016 individui (...) l'opera da realizzare (...) e che entro e non oltre il successivo mese di giugno presenti alla Fondazione ogni documentazione utile alla valutazione del progetto”.
Morale della favola: come sottolineano le minoranze, “non c'è alcun passaggio formale” che indichi la scadenza dell'ormai imminente 30 novembre.
E in base alla varie opzioni valutate (“da chi? quali? su quali progetti?”) la soluzione indicata dall'Amministrazione è quella della Sala Da Ponte.
Con la possibilità di escludere dal futuro di Bassano, in un colpo solo, sia il Polo Museale che l'Astra.

Diamo i numeri

Ma è quando si passa ai numeri, analizzati dal capogruppo di Bassano conGiunta Andrea Zonta, che la questione diventa ancora più calda.
Secondo la documentazione agli atti, il Comune di Bassano per il Polo Museale ha sin qui sostenuto le seguenti spese: 1.081.887,70 euro per i costi di progettazione (sostenuti con ipegno da bilancio comunale), 445.494,38 euro per le lavorazioni eseguite (con impegno contributo Fondazione Cariverona) e 175.061,45 euro per ulteriori costi di progettazione (sostenuti con impegno da bilancio comunale). Importo totale sinora pagato: 1.702.443,53 euro.
“A questo - ammoniscono i consiglieri - si dovranno sommare i contenziosi economici in atto tra la ditta appaltatrice (stato finale dei lavori e riserve) e le penali che le società in facoltà di proseguire i lavori possono chiedere come previsto dal codice degli appalti nel caso di blocco dei lavori. Tale cifra si aggira in qualche centinaio di migliaia, fino a 1 milione di euro. E tutto questo per lasciare un cratere in centro storico su cui l'Amministrazione non ha un progetto alternativo.”
C'è poi il “nodo” del contributo di Fondazione Cariverona: decurtato da 10 a 8 milioni per il ribasso d'asta del primo stralcio del Santa Chiara, con l'ulteriore sottrazione della somma già spesa per i lavori, il contributo rimanente ammonta appunto a 7,5 milioni. Ma per un nuovo progetto “la cifra dovrà essere cofinanziata dal Comune e pertanto dovrà essere inserita a bilancio una nuova posta che dia giustificazione a Cariverona del cambio di destinazione dei fondi, col nuovo contributo che sarà decurtato in sede di gara del ribasso d'asta.”
E poiché il cofinanziamento stimato è di 1,5 milioni e il nuovo ribasso d'asta previsto e di 1 milione e 875mila euro “significa che il Comune di Bassano del Grappa, da un contributo iniziale di 10 milioni ne usufruirà di 5 milioni e 625.000 euro, con un aumento di finanziamento da bilancio di almeno 2,5 milioni (nuovo cofinanziamento più spese a carico dell'Amministrazione per chiusura Polo”.
I conti “non quadrano” - come sottolinea Zonta, con dettagliata analisi - anche per i costi di gestione previsti per il Santa Chiara.
“Le cifre - incalzano le opposizioni - mostrano o un'incapacità di valutazione da parte di chi le ha calcolate o la volontà politica di dimostrare la non sostenibilità dell'opera. Il tutto eseguito senza un serio confronto con la città e con le minoranze che potesse dare delle indicazioni più precise in ambito economico finanziario, e senza chiare idee espresse sulla destinazione della collezione Fondazione Luca e sul destino dell'ex caserma Cimberle Ferrari.”

La via d'uscita

Di fronte a quello che appare come un vicolo cieco, benché l'Amministrazione Poletto continui ad affermare il contrario, non mancano tuttavia le proposte per una via d'uscita. A lanciarle è appunto l'associazione Territori del Brenta, che - per voce di Massimo Vallotto - invita a fare “chiarezza definitiva sul Polo, con la sostanza dei numeri di gestione reali” ma anche, per il medesimo aspetto, “anche sui tre Teatri” ovvero le tre ipotesi (Sala Da Ponte, Astra, teatro ex-novo da costruire nell'area del parcheggio “Le Piazze”) formalmente ancora al vaglio dell'Amministrazione.
E poiché Polo Museale e Teatro “non sono in antagonismo”, l'associazione per il Marchio d'Area rilancia la proposta del rilancio dei “Progetti in piazza”, con un'esposizione pubblica alla Chiesa di San Giovanni che metta tutti i progetti e tutte le opzioni a confronto, rendendo partecipe e informata la cittadinanza tramite anche un questionario.
La questione Santa Chiara e Teatro va inoltre inserita in una presa di coscienza di ambito territoriale, che vada oltre i confini comunali di Bassano.
“Il territorio - rimarca il presidente di Territori del Brenta Andrea Cunico Jegary - in questo momento non è governato, manca un'entità sovracomunale che dialoghi per creare l'attrattività del territorio. Siamo accerchiati: Asolo ha appena fatto il suo Marchio d'Area e lo sta per fare perfino la Lessinia. Non siamo sul mercato, siamo privi di competitività.” “Il 15 settembre - aggiunge Cunico Jegary - abbiamo presentato la richiesta di avviare il tavolo di marketing territoriale per le strategie del turismo all'IPA Pedemontana del Brenta, tramite il Comune di Bassano che è il Comune capofila. E' da due mesi che stiamo attendendo una risposta.”
E se proprio niente sembra apparentemente muoversi, ad agitare le acque ci pensano ancora le opposizioni consiliari che lunedì, in consiglio comunale, presenteranno una proposta di delibera (primo firmatario Roberto Marin, cofirmatari Stefano Monegato, Federica Finco, Alessio Savona, Mariano Scotton, Tamara Bizzotto, Andrea Zonta e Dario Bernardi) che - in considerazione degli aspetti e dei problemi di danno erariale già delineati sopra - chiede di approvare un atto di indirizzo “rispetto al progetto di realizzazione del Polo Culturale Museale Santa Chiara”.
Nell'atto, tra le altre cose, si chiede di “attivare senza indugio con Fondazione Cariverona un tavolo di confronto con cui definire un possibile calendario degli impegni, delle attività e delle iniziative necessarie a garantire la permanenza e l'entità del contributo in origine deliberato a favore del Polo Museale”.
Si chiede inoltre “lo studio, analisi e definizione di un nuovo business plan economico finanziario” e “lo sviluppo della partecipazione attiva dei cittadini bassanesi con l'attivazione di tutte le possibili iniziative volte a presentare, informare e condividere la progettualità complessiva del Polo Museale e del progetto complessivo di rinnovamento culturale per la nostra città.”
La proposta di delibera, tuttavia, è inserita all'ultimo punto all'ordine del giorno e qualcuno, tra i consiglieri di minoranza, teme già in anticipo che la maggioranza “faccia mancare il numero legale” dei presenti tra i banchi consiliari evitando così il ricorso al voto.
Cala il sipario sul Teatro Astra. Ma lo spettacolo continua.

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