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Rifiuti. Liberalizzazioni: Etra & C. lanciano l'allarme
Etra Spa e altre quattro società pubbliche per la raccolta differenziata insorgono contro la norma del governo che liberalizza la gestione dei rifiuti da imballaggi. Presentato un documento alle istituzioni venete: “Rischiamo di essere azzerati"

Foto Alessandro Tich
La notizia è questa: il Decreto Liberalizzazioni del governo, attualmente in discussione in parlamento per la conversione in legge, prende di mira anche la raccolta dei rifiuti.
Un articolo del provvedimento, il n. 26, prevede infatti la liberalizzazione della raccolta dei rifiuti da imballaggio. Sarebbe un'autentica rivoluzione: oggi tutte le aziende che producono imballaggi (plastica, vetro, lattine...) sono infatti riunite in un consorzio, il Conai, attraverso il quale finanziano la raccolta differenziata degli imballaggi stessi organizzata dai Comuni.
In pratica - se la norma prevista restasse tale - si aprirebbe la strada a una maggiore concorrenza nel settore, con l'ingresso nel mercato della gestione dei rifiuti da imballaggio di consorzi e soggetti alternativi.
Su questa ipotesi l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), unitamente ai sindacato e alle associazioni di categoria, ha già espresso le sue “forti perplessità”, non risultando chiaro “come i produttori ed utilizzatori di imballaggi che non aderiranno al Conai dovranno concorrere ad assicurare il ritiro dei rifiuti da imballaggio da raccolta differenziata dei rifiuti urbani”.
Ancora l'ANCI si chiede come i nuovi eventuali soggetti sul mercato “continueranno a sostenere gli oneri a carico dei Comuni per l'effettuazione della raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio, pari a oltre 300 milioni di euro.”
Ora insorge un gruppo di società di servizio incaricate della raccolta dei rifiuti nel Veneto - Etra Spa (Padova, Vicenza), Contarina Spa (Treviso), Ponte Servizi Srl (Belluno), Bellunum Srl (Belluno) e Ecogest Srl (Rovigo) - che affiancate dai rispettivi Consorzi Intercomunali e Consigli di sorveglianza lanciano un appello ai sindaci, ai consiglieri regionali e ai parlamentari nazionali ed europei eletti nella regione.
Il documento, presentato oggi in consiglio regionale a Venezia, denuncia il pericolo che “la manovra del governo Monti azzeri le eccellenze venete nella gestione della raccolta differenziata.”
Le cinque società di servizio hanno presentato i numeri (risultati, costi, bilanci) che le inquadrano come “le migliori gestioni della raccolta differenziata in Italia, e con ogni probabilità in Europa”.
“Il Veneto - afferma il documento presentato alle istituzioni - è da tempo la migliore Regione d’Italia nella gestione della raccolta differenziata dei rifiuti. Il modello vincente di queste gestioni praticato da molti Comuni veneti è l’affidamento diretto, cosiddetto “in house”, a proprie società pubbliche."
"Stiamo parlando - continua l'appello - di società pubbliche, create da buone amministrazioni locali, con bilanci sani e trasparenti, che garantiscono, con un’avveduta e professionale gestione, costi contenuti e ampliamente sotto gli standard nazionali assieme a servizi ai cittadini di assoluta eccellenza.
"Società venete - prosegue il documento - che, a un'Italia che arranca attorno al 30% di raccolta differenziata, che annovera l’emergenza di Napoli, società in dissesto finanziario, tariffe medie alle famiglie di 240 €, contrappongono oltre il 70-80% di raccolta differenziata, bilanci in utile e tariffe di 160 € per famiglia, con centinaia di migliaia di utenti che pagano i servizi in base ai rifiuti prodotti. Tutto ciò, per più di 1.200.000 abitanti serviti.”
“Nell’inflessibile processo delle liberalizzazioni del governo Monti - è la denuncia di Etra e delle altre quattro società venete - sono coinvolte anche queste società in house, i consorzi e le aziende pubbliche sane, trattate allo stesso modo di quelle deficitarie.”
Nel corso dell'incontro è stato quindi presentato un emendamento alla normativa in corso di approvazione, “al fine di valorizzare le gestioni pubbliche di eccellenza e la loro funzione di riferimento, anche tariffario, del mercato e della qualità dei servizi.”
La palla passa ora alla politica, per evitare quello che agli occhi delle società pubbliche del settore sembra un gigantesco e clamoroso autogol.
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