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Attualità

Piccola Grande Guerra

Sabato 12 settembre “Bassano e la Guerra Granda”, itinerario speciale per gruppi in città e sulle trincee restaurate del Grappa. Tre musei del territorio fanno squadra per una “visita emozionale” sui luoghi della memoria

Pubblicato il 11-09-2015
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La guerra sarà stata anche Granda, ma la dimensione di quella tragica epopea emerge ancora meglio dall'incontro ravvicinato con le piccole cose.
Cose di tutti i giorni per chi a quei tempi aveva la sventura di fare il soldato, ma rese quasi incredibili ai nostri pigri e comodi occhi contemporanei dai luoghi impervi che le ospitavano: camminamenti in trincea, postazioni militari, osservatori di vedetta. E il bello è che le abbiamo qui - visto che di guerra e di armi si parla - a un tiro di schioppo: sul Grappa, monte di battaglie e di memoria.
Sono questi i luoghi di “Bassano e la Guerra Granda”, l'itinerario speciale per gruppi organizzato congiuntamente, per sabato 12 settembre, da tre realtà museali del nostro territorio: il Museo Hemingway e della Grande Guerra e il Museo degli Alpini di Bassano e i Musei all'aperto 1915/18 Grande Guerra sul Monte Grappa.

Fonte immagine: venetoimage.com

Un doppio programma, rispettivamente di una e di mezza giornata, che dopo la visita ai due musei e ai luoghi storici di Bassano propone come pezzo forte nel pomeriggio - con trasferimento in autobus - la visita guidata sul Grappa, con arrivo in località Col Campeggia.
Dopo una breve passeggiata in direzione della zona restaurata di Casara Andreon, è prevista l'esperienza del pranzo in trincea: i partecipanti all’evento pranzeranno come i soldati del grande conflitto nelle gavette militari, serviti dal “cuoco della truppa”. Farà quindi seguito la “visita emozionale” alla zona restaurata delle trincee, con particolare riguardo alle aree logistiche del sistema fortificato recentemente ricostruite.
“L'idea - spiega la guida Loris Giuriatti, accompagnatore specializzato sui percorsi della Grande Guerra - parte dal mettere in rete tre musei e fare squadra con un tesoro che abbiamo a Bassano e in parte sul Monte Grappa. Viene così valorizzata una realtà fantastica da ricostruire, onorando gli sforzi di quei ragazzi che hanno costruito trincee sulla roccia. E' una maniera un po' diversa di raccontare la guerra, lungo un percorso suggestivo da “Signore degli Anelli”. L'itinerario è un'esperienza emozionale, si prova a cercare di rivivere situazioni in trincea e nelle gallerie anche col supporto di file audio e filmati. Saranno letti alcuni brani che narrano della vita in trincea e saranno consegnate le gavette per consumare il pranzo.”
“La nostra generazione - continua Giuriatti - conosce la Grande Guerra per sentito dire, per chi è cresciuto con le parole dei racconti dei nostri nonni. Oggi non è più così, per le nuove generazioni quella guerra di cento anni fa è una vicenda lontana. L'iniziativa sul Grappa è stata pensata per coinvolgere i giovani e per far riflettere gli adulti.”
E a proposito del pranzo in trincea, già oggetto di un nostro editoriale nei mesi scorsi, Giuriatti mette i puntini sulle “i”.
“Non è una alternativa al ristorante - sottolinea, riferendosi alla critica di quel nostro articolo -. E' un modo per apprendere e capire. In una delle precedenti visite alle trincee ad alcuni studenti è stata data la gavetta, composta di tre parti, con le tre parti separate. I ragazzi sono stati messi in fila per ricevere il rancio dal “cuoco della truppa” e abbiamo chiesto loro di decidere quale delle tre parti ritenessero fosse quella adatta per la vivanda che veniva servita. Hanno dovuto decidere da soli. Come i soldati al fronte, che una volta imbracciato il fucile erano obbligati a cavarsela da se stessi.”
Sarà forse questa l'essenza della trincea: è la massa che affronta il nemico, ma si sopravvive e si muore da soli. Proprio per questo la Piccola Grande Guerra, non quella dei generali e degli Stati Maggiori ma quella dei piccoli grandi uomini che l'hanno combattuta, altro non è stata che un gigantesco e drammatico incrocio di destini individuali: tutti insieme e ognuno per sé.
Un epocale e angosciante miscuglio di vita di gruppo, sempre se di “vita” si poteva parlare, e di solitudine.
E non a caso, proprio all'ingresso del Museo degli Alpini di Bassano, campeggia la meravigliosa frase:
Dio creò l'Alpino, lo gettò sulla montagna e gli disse: “arrangiati!”

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