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Taglio tribunali, bocciato il referendum
La Consulta rovescia il parere favorevole della Corte di Cassazione: il referendum per l'abrogazione della riforma della geografia giudiziaria non si farà. Il governatore veneto Zaia: “La nostra battaglia per Bassano continua”
Pubblicato il 15-01-2014
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L'approvazione di un quesito referendario da parte delle istituzioni preposte allo scopo dalla Costituzione è come una partita di calcio: c'è il primo e il secondo tempo.
Vale anche per il referendum abrogativo presentato da nove consigli regionali per chiedere l'abolizione del decreto legislativo della riforma della geografia giudiziaria che ha portato alla soppressione, tra i numerosi altri, del Tribunale di Bassano del Grappa.
Nel primo tempo della partita, giocato lo scorso novembre, la Corte di Cassazione aveva dichiarato “ammissibile” il quesito referendario. Ma il secondo tempo, giocato oggi, ha rovesciato il risultato: la Corte Costituzionale lo ha dichiarato “inammissibile”. E non ci sono i tempi supplementari: il referendum che chiedeva l'azzeramento degli accorpamenti e il ripristino della geografia giudiziaria precedente ai provvedimenti dei governi Monti e Letta e dei rispettivi parlamenti, non si farà.

Sindaci sul Ponte di Bassano a sostegno del Tribunale. Foto: archivio Bassanonet
“Non si creda che la bocciatura da parte della Consulta del referendum contro la chiusura dei piccoli tribunali blocchi la nostra battaglia per la sopravvivenza di quello di Bassano - è il commento a botta calda del presidente della Regione Veneto Luca Zaia -. Anzi, la sentenza avrà come effetto quella di renderla ancora più dura”.
“Ma quale ‘piccolo’ Tribunale! Quello di Bassano - riprende Zaia - è e resterà un presidio di buona giustizia, efficiente, rapida, al servizio di un territorio fortemente antropizzato e industrializzato, uno dei polmoni dell’economia italiana. Un tribunale che riesce a restituire una causa civile in due anni e mezzo contro i sette medi del Veneto, parola del Procuratore generale, non può essere chiuso, ma va, anzi, rinforzato. Per non parlare di una nuova sede costata milioni che resterà inutilizzata. Poi ci vengono a parlare di sprechi di Stato! Persino il Tar ha detto che il trasferimento a Vicenza è impossibile.”
“Conto molto sulla buona volontà del Ministro Cancellieri - conclude il governatore - che ha già annunciato di voler rivedere, anche se soltanto parzialmente, l’impianto del provvedimento, affinché ripensi radicalmente a questa decisione che sarebbe letale per un intero tessuto sociale ed economico di una delle locomotive d’Italia. E sappiamo quanto la buona giustizia sia uno dei fattori principali della competitività.”
Le nove regioni proponenti, nel frattempo, si dicono pronte a ricorrere alla Corte di Giustizia europea. “Abbiamo già deciso di proseguire unitariamente nell’avversare la riforma sulla geografia giudiziaria - ha dichiarato Fabiana Contestabile, coordinatore nazionale del comitatoc he riunisce i nove consigli regionali promotori del referendum -. Siamo pronti a ricorrere alla Corte di Giustizia europea perché questa riforma mette in discussione il diritto del cittadino all’accesso alla giustizia.”
E la storia infinita continua...
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