Ultimora
8 Nov 2025 17:06
Serie A: Lecce-Verona e Como-Cagliari, pareggi senza reti
8 Nov 2025 15:11
Lunedì i lavoratori della Fenice in corteo dalla stazione
8 Nov 2025 14:11
Funerali di Jessica Stappazzollo, uccisa dall'ex a coltellate
8 Nov 2025 12:28
Incidente mortale in A22, vittima era incinta al nono mese
8 Nov 2025 12:06
Arrestata titolare asilo nido, percosse ai piccoli ospiti
8 Nov 2025 09:41
Sicurezza: sospesa licenza a bar nel padovano
9 Nov 2025 08:43
Atp Finals: Djokovic rinuncia, al suo posto Musetti
9 Nov 2025 08:34
Opera di Roma, Mariotti e Michieletto al debutto con Wagner
9 Nov 2025 00:27
Eduardo Scarpetta, 'in Vas il pericolo di un'altra realtà online'
8 Nov 2025 19:24
Sotheby's apre il nuovo quartier generale su Madison
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Sciopero della luce, un flop
In centro storico a Bassano sono pochissimi i negozi che aderiscono all'invito di Confcommercio di spegnere le luci per un'ora in occasione della giornata di mobilitazione nazionale di Rete Imprese. Il presidente Chenet: “Sono molto incazzato"
Pubblicato il 28-01-2013
Visto 3.360 volte
“Sono molto incazzato”. Sono le testuali parole di Luca Maria Chenet, presidente di Confcommercio Bassano, che incrociamo casualmente in via Museo.
Sono le 17.30 circa, e siamo nel bel mezzo dell'azione di protesta indetta dall'associazione commercianti del mandamento bassanese, che ha chiesto ai propri associati - in occasione della giornata nazionale di mobilitazione di Rete Imprese contro le politiche vessatorie dello Stato nei confronti delle aziende - di spegnere le luci delle vetrine dei negozi per un'ora, dalle 17 alle 18.
La rabbia del presidente è presto spiegata: perché in centro storico a Bassano, la zona più sensibile della città, i negozi che hanno oscurato la vetrina sono pochissimi.
La "vetrina di protesta" dell'Orologeria De Poli in piazzotto Montevecchio (foto Alessandro Tich)
Eppure i commercianti del centro avrebbero ampiamente motivo di far sentire la loro voce, minacciati come sono dal peso delle tasse e della burocrazia - che è il vero oggetto della protesta di oggi -, ma anche degli affitti, del calo di affari e della concorrenza dei centri commerciali.
E invece no: in ciascuna delle piazze e delle vie principali del centro, i negozi spenti si contano sulle dita di una mano. 4, per la precisione, in via Roma e altri 4 in via Jacopo Da Ponte, le due direttrici più rappresentative dello shopping bassanese. Uno solo in piazza Garibaldi, 3 in piazza Libertà e altri 4 in piazzotto Montevecchio.
Qualche altro esercizio commerciale spegne in parte le luci dei locali interni, tenendo tuttavia accesi i faretti delle vetrine. Per tutto il resto dell'offerta commerciale del centro è come tutti gli altri giorni: luci accese, e a palla, sia in vetrina che sopra i banconi di vendita. Ci sono poi diversi negozi che il lunedì sono già chiusi per conto loro: gioiellerie, ottici, librerie, casalinghi. E chi è già chiuso per turno settimanale, ha lasciato le vetrine accese.
Fa eccezione la protesta personalizzata dell'Orologeria De Poli in piazzotto Montevecchio che - come annunciato, e come vedete nella nostra foto - ha chiuso bottega per tutto il giorno tappezzando la vetrina con una doppia gigantografia del volantino della giornata di mobilitazione.
Ma è l'eccezione che conferma la regola: per la gran parte dei negozi del centro storico di Bassano del Grappa, è un lunedì pomeriggio come tanti altri.
E per di più con poca gente in giro, vuoi anche per le condizioni del tempo, e quindi col risultato che se manifestazione di protesta doveva essere, lo è per un pubblico di pochi intimi. Insomma, un flop: soprattutto rispetto alle attese dell'associazione commercianti, che dall'iniziativa di oggi si aspettava “una prova anche di coesione della categoria”.
“Se nessuno fa niente anche quando viene chiamato a esprimere un pensiero con il semplice gesto di un “clic”, allora vuol dire che non ha capito niente - sbotta Chenet, di fronte alle tante luci accese -. Vuol dire che questa situazione politica gli sta bene.”
C'è anche chi quel “clic” ha deciso di farlo, ma esprime qualche dubbio sull'utilità della cosa. “Non so quanto serva spegnere le luci - ci dice una commerciante di via Roma, con la vetrina regolarmente oscurata -. Bisogna chiudere otto giorni, pane e medicine! Allora tutto si muove.”




