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Alessandro Tich
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L'esercito veneto dei “furbetti del ticket”
La Guardia di Finanza controlla a tappeto in tutte le Ulss venete le esenzioni del ticket sanitario. Un primo monitoraggio fa emergere 12000 casi di prestazioni esentate a cittadini con reddito superiore alla soglia di esenzione o non disoccupati
Pubblicato il 19-07-2012
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Vita dura per i “furbetti del ticket”: il Comando Regionale della Guardia di Finanza, in collaborazione con la “Unità di Progetto Programmazione Risorse Finanziarie Servizio Sanitario Regionale” della Regione Veneto, ha infatti avviato un attento monitoraggio su tutte le “prestazioni sanitarie” rese in esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria rese nei confronti di cittadini disoccupati e dei loro familiari a carico, classificate con il codice di “esenzione 7R3”.
Attraverso una piattaforma di analisi investigativa all’avanguardia, vero e proprio motore delle attività di indagine di molte delle operazioni condotte negli ultimi mesi, le Fiamme Gialle di Venezia dell’Ufficio Analisi di “Campo San Polo” hanno avviato un approfondito screening nei confronti degli assistiti dal Servizio Sanitario volto a verificare le regolarità e la liceità delle “autocertificazioni” di esenzione dal ticket prodotte dagli utenti nel biennio 2009 - 2010
Il lavoro sviluppato dalla Guardia di Finanza del Veneto, davvero importante per i numeri elaborati ed i risultati conseguiti, permette di evidenziare situazioni d’interesse sul piano del recupero del ticket “evaso” da pazienti che hanno falsamente dichiarato alle ULSS lo status di disoccupazione o redditi inferiori rispetto alle soglie previste.
I finanzieri hanno già completato il primo monitoraggio delle prestazioni sanitarie rese in esenzione dalle strutture pubbliche per ora di 5 ULSS distribuite su tutto il territorio regionale (ULSS 1 di Belluno, ULSS 4 Alto Vicentino, ULSS 9 di Treviso, ULSS 13 di Mirano, ULSS 17 di Monselice), con un bacino d’utenza pari a circa 1.200.000 assistiti residenti in 183 comuni.
Il “report” di analisi, condotto su 30.000 prestazioni in esenzione per “disoccupazione e reddito” nel biennio 2009-2010 ha evidenziato circa 2.300 prestazioni elargite nei confronti di cittadini con redditi superiori alle soglie previste per godere del beneficio e 10.000 prestazioni rese nei confronti di assistiti rivelatisi non disoccupati, nei confronti dei quali i finanzieri effettueranno ulteriori accertamenti per escludere ulteriori condotte fraudolente.
“I risultati conseguiti - informa una nota delle Fiamme Gialle - denunciano un malcostume diffuso a contrasto del quale la Guardia di Finanza sta mettendo in campo le sue risorse migliori in collaborazione con la Regione del Veneto ed i funzionari delle Aziende Sanitarie.”
Non tutti i casi di esenzione irregolare, tuttavia, sono frutto di propositi fraudolenti: infatti, accanto ai “soliti furbetti della porta accanto” (imprenditori, dipendenti con un buon reddito che si “fingono disoccupati”, ecc.), sono tanti i cittadini anche con redditi al di sotto della soglia di povertà che, a causa di un mero errore materiale, risultano avere dichiarato di essere disoccupati pur formalmente non essendolo.
La Guardia di Finanza rassicura l’utenza che “saprà distinguere tra errori involontari e fraudolenze precostituite, destinando sempre maggiore attenzione al delicato settore della spesa pubblica dell’area sanitaria e degli interessi degli onesti cittadini aventi diritto.”
Fonti ufficiali del Comando Regionale della Guardia di Finanza e della Regione Veneto fanno sapere che la collaborazione, avviata nel merito dell’efficienza della spesa in materia sanitaria, verrà formalizzata entro settembre mediante la stipula di un “Protocollo d’Intesa” per lo scambio di informazioni sulle quali la Guardia di Finanza opererà le analisi ed i controlli di competenza.
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