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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Tribunale, perché la protesta rischia di perdersi nel vuoto

Ultimi tentativi, da Bassano, per evitare in extremis la soppressione del Tribunale. Ma l'intera Italia giudiziaria di serie B sta operando un assillante pressing nei confronti del governo per salvare i rispettivi palazzi di giustizia

Pubblicato il 21-06-2012
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Ma voi credete veramente che il governo Monti, impegnato ad imporre sangue e lacrime per tirare fuori (?) l'Italia dai casini, abbia la voglia e il tempo di preoccuparsi delle sorti del Tribunale di Bassano del Grappa? Anche se la chiusura del palazzo di giustizia di via Marinali comporterebbe l'imbarazzante problema della destinazione d'uso del grande scatolone in avanzata fase di costruzione a pochi metri di distanza, chiamato “Cittadella della Giustizia” e già costato ai contribuenti italiani 12 milioni di euro?
Guardiamo in faccia la realtà: il piano governativo dei tagli ai Tribunali non capoluogo di Provincia - in nome di una razionalizzazione dei costi del sistema giudiziario che nel caso di Bassano è comunque tutta da dimostrare - sta arrivando in queste ore alla stretta finale, ma non nasce certamente oggi. Ma di questa questione, che non è oggi l'oggetto dei nostri appunti, avremo modo di occuparci a tempo debito.
Il dato inequivocabile è che attualmente in Italia ci sono 33 tribunali e 37 procure - inclusi nell'ormai celebre rapporto del capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, Luigi Birritteri - che stanno per chiudere i battenti e Bassano del Grappa è uno di questi.

Foto Alessandro Tich

Come cronisti, abbiamo riportato in questi giorni i tentativi last minute di convincere l'Esecutivo a ritornare sui suoi passi: dalla lettera del sindaco Cimatti, all'appello del governatore Zaia fino all'interrogazione al ministro della Giustizia del deputato Giorgio Conte (Fli), che si aggiungono ai tanti altri interventi che nel passato prossimo o remoto hanno cercato di inculcare nella testa degli inquilini di Palazzo Chigi le ragioni della giusta causa del mantenimento del Tribunale ai piedi del Grappa.
Per carità: non vogliamo fare le Cassandre a tutti i costi e può anche darsi che il ministro Paola Severino, folgorata sulla via dell'asparago, si accorga all'ultimo momento che sopprimere gli uffici giudiziari nella città degli alpini e degli studi legali possa essere un clamoroso autogol.
Ma il vero problema è che non siamo soli, e le legittime istanze per tentare di salvare in extremis la struttura di via Marinali rischiano di perdersi nel vuoto e di uniformarsi nel mare in tempesta sollevato, ovunque e comunque, dai territori dei presidi giudiziari di periferia.
In questi giorni, in materia di Tribunali in odore di soppressione, è un vero proprio assalto alla diligenza: con parlamentari e notabili di turno che da ogni angolo dell'Italia giudiziaria di serie B stanno operando un costante ed assillante pressing nei confronti del governo, per salvare i palazzi giudiziari dei rispettivi collegi elettorali.
E così, scorrendo le rassegne stampa sul web, veniamo a sapere che questo pomeriggio la comunità di Cassino (Frosinone) “scende in piazza contro la soppressione del Tribunale” con la partecipazione di Di Pietro, Vendola e l'Amministrazione provinciale al completo.
Levata di scudi anche per il Tribunale di Modica (Ragusa), che anche se istituito nel 1361 è stato inserito tra i rami secchi: con il deputato regionale Roberto Ammatuna (Pd) fattosi promotore, sulla questione, “di un tavolo di confronto con il governo nazionale”.
E che dire dei Tribunali di Ariano Irpino e di S. Angelo dei Lombardi, in Campania, destinati rispettivamente all'accorpamento coi Tribunali di Avellino e di Benevento? Anche da queste parti, classe forense, sindaci e politici locali si sono chiusi a testuggine, con manifestazioni varie, per ribadire “le ragioni socioeconomiche che ne impongono la non soppressione”.
“Salviamo Sala Consilina e Lagonegro”, hanno tuonato invece a più riprese i rappresentanti politici dei due territori coinvolti: il primo nel “Vallo di Diano” in provincia di Salerno e il secondo, non lontano geograficamente, in provincia di Potenza.
In questo caso, si è raggiunto un contestatissimo compromesso: momentaneamente salvo, ed escluso dalla lista nera, il Tribunale di Lagonegro, che accorperà gli uffici giudiziari di Sala Consilina, dove il Comune è in subbuglio, le categorie economiche hanno indetto una manifestazione di protesta - invitando i commercianti a chiudere le rispettive attività - e il Codacons annuncia per il prossimo 23 giugno l'occupazione della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro.
E ancora altre iniziative, proteste e manifestazioni non si contano: a Sulmona e Avezzano (L'Aquila), a Lanciano e Vasto (Chieti), a Castrovillari (Cosenza), a Lucera (Foggia), ma anche a Crema (Cremona) e in Piemonte, dove la scure dell'Esecutivo tocca ben 6 Tribunali minori su 8.
Tutti quanti sulla stessa barca, tutti a difendere il rispettivo campanile giudiziario e tutti a dire le stesse cose. Un bollente calderone di dissenso generalizzato che mescola, incondizionatamente, le istanze dei “Tribunalini” più virtuosi con quelle dei “Palazzini di Giustizia” meno efficienti.
A questo punto e con queste poco ottimistiche premesse, riusciranno davvero la lettera di un sindaco e l'interrogazione di un parlamentare non bassanese a far emergere all'ultimo miglio, rispetto alle altre, le rivendicazioni di Bassano agli occhi del governo con la tagliola?

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