Alessandro TichAlessandro Tich
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Attualità

Rifiuti: il “destino” di Etra in mano alla Regione

La nuova legge sugli Ambiti Rifiuti potrebbe rivoluzionare gli attuali bacini territoriali. La Conferenza dei Servizi chiede alla Regione di istituire un bacino omogeneo, coincidente con l'ATO Brenta, per continuare il servizio con un unico gestore

Pubblicato il 01-06-2012
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Nel futuro a breve termine, il servizio della gestione dei rifiuti urbani potrebbe non essere più affidato ad Etra. Ovvero - per essere più chiari -, non tutti i Comuni proprietari della multiulility, che attualmente si affidano ai servizi della stessa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, potrebbero ancora rientrare nell'ambito territoriale di competenza.
E' quanto prevederebbe il nuovo disegno di legge regionale sugli Ambiti Rifiuti, e cioè i nuovi bacini territoriali in cui il Veneto viene suddiviso per la gestione dei rifiuti urbani e che corrispondono, attualmente, ai territori provinciali.
Per Etra, società operante in tre province, ciò significherebbe un vero e proprio smembramento sotto il profilo operativo. Entro il 31 dicembre di quest'anno, inoltre, i contratti per l'ambiente dei Comuni decadono e gli enti locali dovranno provvedere a nuovi affidamenti per il servizio: il tutto all'interno di un quadro normativo, nazionale e regionale, ancora indefinito.

Trittico di presidenti: Stefano Svegliado (Consiglio di gestione Etra), Manuela Lanzarin (Consiglio di sorveglianza Etra) e Stefano Cimatti (Conferenza dei Servizi). Foto Alessandro Tich

Per questo motivo la Conferenza dei Servizi degli enti locali soci di Etra S.p.A., presieduta dal sindaco di Bassano Stefano Cimatti, ha approvato una delibera nella quale si richiede alla Regione Veneto “l'individuazione di un Ambito o Bacino Territoriale Ottimale dei gestione omogeneo per i rifiuti, denominabile “Brenta”, coincidente con i Comuni già facenti parte dell'ATO idrico Brenta.”
Tradotto in parole povere: i Comuni proprietari di Etra e serviti dalla multiutility per la gestione dell'acqua, che già rientrano nel perimetro interprovinciale dell'Autorità di Bacino Idrico Brenta, chiedono alla Regione di istituire un identico perimetro territoriale anche per i rifiuti.
L'aggregazione proposta, come afferma il documento dei sindaci, “permetterebbe l'individuazione di un'unica Autorità d'Ambito che troverebbe il favore e la disponibilità di tutte le Amministrazioni comunali interessate”, “configurerebbe la possibilità di avere un unico gestore del servizio rifiuti per un bacino territoriale corrispondente a 75 Comuni e circa 600.000 abitanti” e “consentirebbe di soddisfare le esigenze di garanzia del servizio pubblico secondo criteri di economicità, efficacia ed efficienza.”
“La normativa sui servizi pubblici per l'acqua e i rifiuti è in continua evoluzione - spiega in conferenza stampa la presidente del Consiglio di sorveglianza di Etra Manuela Lanzarin -. Per l'acqua abbiamo avuto la possibilità di continuare con gestioni “in house” con un percorso molto più definito. Per i rifiuti invece la normativa non è ancora chiara. E' in corso la ridefinizione e una nuova mappatura degli ambiti, e la Conferenza dei Servizi ha inviato alla Regione, e nella fattispecie all'assessore regionale all'Ambiente Conte e al presidente della VII Commissione Ambiente del consiglio regionale Finco, la proposta di far coincidere il bacino di gestione dei rifiuti con i Comuni che già fanno parte dell'ATO idrico Brenta.”
Anche sul piano nazionale la normativa sui servizi ambientali è “in progress”: “E' in itinere al parlamento un progetto di legge a mia firma - spiega ancora l'on. Lanzarin - che prevede la costituzione di ambiti interprovinciali secondo criteri di virtuosità degli enti gestori.”
“Le liberalizzazioni dei servizi ambientali - aggiunge Stefano Svegliado, presidente del Consiglio di gestione di Etra - prevedono per i Comuni indicazioni di perimetrazione diverse dall'ambito provinciale. Noi riteniamo che l'esperienza fatta come gestori unici sia un modello positivo che possa essere riproposto in sede regionale. La nostra preoccupazione è arrivare all'omogeneizzazione del costo del servizio.”
Svegliado auspica che la Regione tenga conto, nelle sue decisioni, delle caratteristiche del “modello Etra”: “Sostenibilità, efficienza, efficacia operativa e opportunità e volano per l'economia locale, con 40 milioni di investimenti all'anno sul territorio.”
A favore della gestione unica della multiutility, come sostengono i suoi vertici, vanno anche considerati gli eccezionali risultati della raccolta differenziata dei rifiuti che nel territorio attualmente di competenza raggiunge la ragguardevole media del 70-72%, con alcuni Comuni che superano addirittura la virtuosissima soglia dell'85%.

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