Pubblicità

Pubblicità

RedazioneRedazione
Bassanonet.it

Esclusivo

Imprese

Latte millesimato

Allevamenti a rischio, non ci sarà più fieno per l’inverno. Alessandro Mocellin (Latterie Vicentine): “Oggi non ci rendiamo nemmeno conto di quanto duri saranno i prossimi mesi”

Pubblicato il 11-08-2022
Visto 6.183 volte

Pubblicità

Ci mancava solo la crisi del latte.
La siccità devastante di questi mesi renderà le materie prime agricole praticamente introvabili (fieno, mais, soia) e secondo gli operatori del settore si prefigura un rischio concreto di non avere prodotti in quantità sufficiente per l’alimentazione delle mucche. Se in più ci aggiungiamo che i costi generali di stalla stanno sfondando tutti i tetti di prezzo immaginabili, si capisce che davvero il prossimo futuro potrebbe assumere contorni mai visti prima.
È il quadro che delinea Alessandro Mocellin, grande capo del latte vicentino, alla guida delle Latterie Vicentine da quattro mandati, dieci anni di presidenza, riconfermato fino al 2024.

Alessandro Mocellin (Latterie Vicentine)

È vicepresidente del colosso Agriform, siede nel cda di Parmareggio e nel consiglio del Consorzio di tutela del formaggio Asiago. Nelle interviste fatte tempo addietro aveva azzeccato tutte le previsioni sui prezzi e sulle dinamiche del settore lattiero-caseario.

I prezzi delle materie prime stanno scompaginando completamente anche il vostro settore?
«La situazione è impazzita. Ormai siamo su un livello di prezzi che non avremmo nemmeno mai immaginato. Fare un litro di latte oggi costa circa 60 centesimi. Quando esce dalla stalla serve a malapena per la copertura dei costi. Purtroppo la situazione invernale sarà peggiore. E di molto».

Addirittura?
«Abbiamo poco fieno in cascina, poco mais, pochi raccolti buoni da sfruttare, almeno la metà è da buttare».

Facciamo una brevissima cronologia: cosa è successo nel mondo del prezzo del latte?
«A marzo il gruppo Granarolo aveva fissato il prezzo ai conferenti sui 48 centesimi al litro. A luglio è intervenuta Lactalis, tramite Italatte, e ha fissato il nuovo prezzo a 57 centesimi. Tuttavia anche con questi prezzi non si pagano ancora i costi di stalla».

Cosa influisce sui costi di stalla?
«Le vacche si alimentano con tre prodotti. Il fieno che ormai costa due volte e mezzo quello che si pagava fino a qualche mese fa, siamo sui 25 euro al quintale. Il mais oggi a 40 euro al quintale, era a 20 euro. E la soia da 30-35 euro al quintale è passata a 65-70 euro al quintale. L’aumento del prezzo del gasolio e dell’energia elettrica ormai non serve più nemmeno ricordarlo».

Almeno i grandi produttori stanno riconoscendo l’aumento dei costi sui prezzi pagati ai conferenti.
«Sì, ma anche con un prezzo che si aggira sui 60 centesimi al litro la marginalità dei produttori viene praticamente neutralizzata. Il problema vero però è un altro adesso, la siccità sta creando un disastro che non avevamo mai visto. Non ci sarà più foraggio per alimentare le vacche, non so se la situazione è chiara a tutti. Non sappiamo dove andare a trovarlo».

Nel senso che c’è il rischio di non riuscire ad alimentare il bestiame?
«Sì, proprio così. Si tenga presente che l’Italia e l’Europa producono il 30% del latte mondiale. La questione si è fatta drammatica: cosa daremo da mangiare alle mucche nei prossimi mesi? E di acqua? Ne avremo abbastanza? Qui non piove praticamente più».

Esistono altre modalità di alimentazione delle mucche? Almeno nelle situazioni di emergenza.
«Non è possibile inventarsi nulla di alternativo. Il 50% del latte prodotto in Italia è incardinato nei disciplinari IGP. In ogni caso, anche volendo ingegnarsi, la siccità ha colpito tutte le colture, e non solo qui da noi. Il problema non sarà solo degli allevatori, ma anche dei produttori di vino, olio e di tutta la filiera agricola. Il fattore climatico ha dato una mazzata tremenda all’agricoltura. Stiamo pagando i danni che abbiamo fatto per troppi anni all’ambiente».

Il sistema delle stalle locali riuscirà a tenere?
«Oggi non ci rendiamo nemmeno conto di quanto duro sarà questo inverno. Finora hanno chiuso le stalle che non avevano futuro, anche per questioni di ricambio generazionale. Nei primi mesi del 2023 conteremo i danni di quello che sta succedendo».

I consumi come stanno andando?
«Il -4% sul consumo alimentare nazionale si vede benissimo anche sul nostro settore. Per fortuna abbiamo l’estero che continua a tirare. In autunno, con la ripresa dell’attività scolastica, vedremo quanto drastico a regime sarà il calo dei consumi».

Pubblicità

Più visti

1

Attualità

26-04-2025

E tra le rette lettere l’arte

Visto 10.580 volte

2

Politica

23-04-2025

L’abdicAzione

Visto 10.244 volte

3

Attualità

23-04-2025

O Chioma O Morte

Visto 10.212 volte

4

Attualità

25-04-2025

ANPI orizzonti

Visto 10.023 volte

5

Politica

24-04-2025

Licenziato in tronco

Visto 9.977 volte

6

Attualità

24-04-2025

In Sole 24 Ore

Visto 9.948 volte

7

Attualità

28-04-2025

Bonifica istantanea

Visto 4.383 volte

8

Politica

28-04-2025

Calendimaggio

Visto 4.234 volte

9

Danza

27-04-2025

Dance Well: tra arte, salute e cambiamento

Visto 2.711 volte

10

Calcio

23-04-2025

Bassano, colpito e affondato

Visto 2.279 volte

1

Attualità

18-04-2025

Anna dei miracoli

Visto 20.702 volte

2

Attualità

21-04-2025

Sua Spontaneità

Visto 15.130 volte

3

Attualità

19-04-2025

Posa plastica

Visto 14.262 volte

4

Politica

03-04-2025

Senza PL sulla lingua

Visto 12.898 volte

5

Attualità

09-04-2025

Frutti di chiosco

Visto 12.340 volte

6

Politica

08-04-2025

Marco Tullio Pietrosante

Visto 12.152 volte

7

Attualità

01-04-2025

Saldi di primavera

Visto 11.799 volte

8

Politica

11-04-2025

I grandi assenti

Visto 10.998 volte

9

Politica

14-04-2025

Forza Italia Viva

Visto 10.697 volte

10

Attualità

31-03-2025

Cassata alla Bassanese

Visto 10.623 volte