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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Luigi MarcadellaLuigi Marcadella
Giornalista
Bassanonet.it

Imprese

Fermi tutti

Si fermano temporaneamente i siti produttivi del gruppo cartario Pro-Gest

Pubblicato il 09-03-2022
Visto 4.925 volte

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Brassaï. L’occhio di Parigi

La guerra dell’energia piomba sull’economia italiana e ovviamente sul Nordest. Troppo costoso mantenere attive alcune produzioni che ai prezzi correnti dell’energia non consentono nessuna redditività, anzi portano a bruciare risorse. Di conseguenza gli sviluppi della war economy cominciano a palesare i loro primi effetti. Blocco dell’operatività industriale, operai a casa e cassa integrazione. Uno scenario che se dovesse prolungarsi nel tempo potrebbe aprire come una scatoletta di tonno la ripresa dell’economia italiana. Il caso emblematico è quello, vicinissimo a noi, del colosso cartario Pro-Gest che ha stoppato temporaneamente le sei cartiere attive in Italia: la carta, venduta a circa 680 euro a tonnellata, richiede oggi infatti circa 750 euro di soli costi energetici.
Creato nel 1973 da Bruno Zago, il gruppo di Ospedaletto d’Istrana conta oggi ben 26 impianti produttivi operativi in sette regioni italiane. L’azienda produce carta, carta igienica, tovaglioli e carta ondulata e trova la materia prima principalmente dalla raccolta del macero. In questo particolare momento di crisi energetica e di penuria di materie prime, dall’azienda fanno sapere che è rimasta in attività solo la produzione di imballaggi. Francesco Zago, amministratore delegato del gruppo Pro-Gest, ha motivato la sospensione dell’attività industriale proprio a causa dell’aumento incontenibile del costo del gas, più di dieci volte superiore a quello di un anno fa. In mezzo alla tenaglia dello scontro tra Russia e Occidente, la fragilità italiana nel settore energetico è destinata rivelare tutte le sue debolezze in un colpo solo.
Gli Usa hanno dichiarato lo stop all’import di petrolio russo e anche il Regno Unito ha annunciato a sua volta che azzererà le importazioni dalla Russia entro la fine dell’anno.

E l’Italia? Ha bisogno di tempo, forse mesi, per parare il colpo e cercare di diversificare le fonti di energia. Nel frattempo deve cercare di proteggere in tutti i modi il nostro comparto industriale.
«È un momento di straordinaria e drammatica criticità che vogliamo superare quanto prima.
Stiamo monitorando da vicino la situazione della guerra e siamo profondamente addolorati per il popolo ucraino, auspicando una soluzione immediata del conflitto armato. Anche a causa di queste gravi tensioni, il prezzo del gas naturale oggi è di oltre dieci volte superiore rispetto a dodici mesi fa ed è triplicato in poco più di una settimana. Ci auguriamo sinceramente di poter riprendere la produzione non appena le condizioni lo consentiranno e chiediamo alle istituzioni di intervenire per salvaguardare interi comparti produttivi, messi oggi fuori mercato da un aumento incontrollato dei costi», ha dichiarato Francesco Zago.

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