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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Dif.fusione in Demo
Fino al 25 febbraio, la Chiesetta dell’Angelo ospita la personale del ceramista e designer bassanese Paolo Demo
Pubblicato il 18-02-2024
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C’è tempo fino a domenica 25 febbraio per visitare alla Chiesetta dell’Angelo la mostra Demo, organizzata dall’associazione “dif.fusione” in collaborazione con il Comune di Bassano.
La personale del designer indipendente Paolo Demo, architetto per formazione, bassanese esperto di creazioni ceramiche dal 2010, ha avuto un ottimo riscontro da parte di appassionati, studenti e persone del settore, ma anche di curiosi, che si sono affacciati all’ingresso dell’edificio secentesco di via Roma, che in passato ha accolto tanti eventi culturali di rilievo e mostre importanti, attirati dal riverbero di luci rosa fluo.
Protagonista assoluta, l’installazione creata da Demo, collocata al centro dell’ellissi della chiesetta, guardata a vista dall’anello a giostra di santi, angeli e arcangeli, in un assetto un po’ da falò futuristico, un po’ da pasto intorno al fuoco di Snoopy.
installazione di Paolo Demo, alla Chiesetta dell'Angelo
«Ho scaraventato tre chili di marshmallow dentro ai miei contenitori, tutti quanti dipinti di acrilico rosa fluo e ci ho messo sopra dieci tubi di luce rosa» (se non è un invito alla spensieratezza questo) «erano talmente belli e stavano così bene insieme che quasi tutti mi hanno chiesto se quei marshmallow in realtà non fossero di ceramica».
Non sono lontani dal percorso di ricerca di Demo la conoscenza del mondo in grigio delle fabbriche e delle logiche produttive, come i temi del rispetto per il lavoro delle persone, della sostenibilità economica, l’attenzione alle nuove tecnologie, al risparmio energetico e all’impatto ambientale. Quindi “spensieratezza” non intesa come ricerca di un vuoto penumatico di quelli creati ad arte nei luna park, come tanta propensione per il fucsia indurrebbe a immaginare, ma al contrario nella prospettiva ragionata della creazione di “ceramiche e creazioni di design che diano felicità”: in campo, dunque, un lavorio che ha come soggetti tecnologie e materiali, sistemi produttivi, disegno e progettazione di nuovi concetti di prodotto ceramico, ma anche affiancata un’ottica che guarda per primo al materiale umano.
A proposito di spazi resi dialoganti e di percezioni, Demo ha precisato: «Ho provato a sguinzagliare per una volta la vista del pubblico, portarla verso l’alto. Le architetture a pianta centrale hanno (anche) questo scopo, far sollevare gli occhi per percepire anche la terza dimensione che, nel fuori scala di una chiesa, richiama principalmente l’atto spirituale della ricerca prima e dell’elevazione poi, al divino». In basso, sui contenitori, sostano tra i neon gli oggetti rosa creati dall’artista: centrotavola, scatole-vaso, contenitori impilabili in ceramica, o ceramica e porcellana, composizioni e busti “romani” di robot iconici (Jeeg Robot e Goldrake).
Giovedì 15, l’iniziativa si è arricchita di un momento speciale, intitolato “deMosign”, che ha voluto rappresentare un’occasione di parlare in modo festoso e quindi serissimo di ricerca, del rapporto che instauriamo con gli oggetti e con lo spazio, di sperimentazione e di innovazione legati al mondo della ceramica degli anni VentiVenti.
Gli orari delle visite: sabato e domenica, dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. L’ingresso è libero.
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