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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Incontri

Dietro e dentro il paesaggio della letteratura veneta

A Villa Angaran San Giuseppe, la rassegna si conclude con la terza giornata in programma

Pubblicato il 25-06-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Terza e ultima giornata, a Villa Angaran San Giuseppe, per gli appuntamenti della rassegna Dietro il paesaggio. Stati generali della letteratura in Veneto.
Da venerdì 23 giugno, l’iniziativa curata da Paolo Malaguti, Alberto Trentin ed Enrico Zarpellon, attraverso un programma che ha visto l’alternarsi di tavole rotonde, seminari, momenti artistici, laboratori di scrittura creativa, reading, ha inteso rappresentare un momento di confronto che ha coinvolto alcuni rappresentanti della letteratura veneta contemporanea con l’obiettivo di interrogarsi sullo “stato generale” della letteratura regionale. Patrocinata dalla Regione Veneto e dal Comune di Bassano, organizzata su iniziativa di Villa Angaran San Giuseppe, con la scuola di scrittura ri-creativa Alba Pratalia, di Libreria Palazzo Roberti, Carteria Tassotti e Musei-Biblioteca-Archivio cittadini, la rassegna ha coinvolto appassionati della letteratura e attori della filiera del libro, che hanno avuto modo di articolare una riflessione ad ampio spettro sull’attualità del paesaggio veneto e sulle modalità più o meno contemporanee di raccontarlo attraverso la scrittura.
A partire dal riconoscimento di un filone letterario ben riconoscibile, fiorito attorno a precisi temi, uno su tutti il rapporto con il paesaggio — il titolo scelto riporta il titolo della prima raccolta di liriche del poeta Andrea Zanzotto — gli intervenuti hanno guardato anche al rapporto con la lingua con cui è raccontato, ai legami con la tradizione e con il dialetto e all’attenzione urgente verso le tematiche legate all’odierno, elementi che continuano a caratterizzare diverse esperienze letterarie di scrittori che, a vario titolo, nei loro libri parlano della nostra regione.

Andrea Molesini, Luciano Cecchinel e Giovanna Frene, intervistati da Alberto Trentin

“Il Veneto è una delle regioni in Italia e in Europa con la maggiore vivacità letteraria, sia sul fronte della lettura (piccole librerie diffuse nella provincia, reti di biblioteche e gruppi di lettura) sia sul fronte dell’editoria (piccole e medie case editrici), degli scrittori e della riflessione critica e accademica”, recita il comunicato-stampa: c’è fermento, è innegabile, si potrebbe tradurre; anche un po’ di fibrillazione, qualcosa di meno qualificante che circola attorno e che ha ben poco a che vedere con l’attività solinga di leggere, è bene ammetterlo.
A fronte di una produzione editoriale di dimensioni abnormi, come è stato ricordato ieri da Andrea Molesini, scrittore veneziano e novello editore intervenuto con i poeti Luciano Cecchinel e Giovanna Frene, i lettori “forti” (chi legge 12 o più libri l’anno) sono una minima parte della popolazione dei lettori — è considerato “lettore” il 40,8% della popolazione italiana, persone di 6 anni e più che dichiarano di aver letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali.
La lettura poetica di una terra martoriata negli ultimi decenni dalla cementificazione e dallo sfruttamento economico come quella veneta, un paesaggio la cui deriva "territoriale e umana" era già stata denunciata da Zanzotto e di cui al giorno d'oggi si considerano da parte della politica solo gli aspetti da cartolina (il resto sotto il tappeto) per farne un brand, insieme marchio e marca, è possibile solo a patto di uscire da una certa retorica della bellezza e di esercitare uno sguardo meno visivo e più visionario, perché questo è prerogativa della poesia.
Il passaggio dalla questione cosa resta dell’umano? a cosa resterà dell’umanità? allargando le prospettive opportunamente al di fuori dei confini regionali, senza campanilismi anacronistici e senza scivolare nella palude del catastrofismo, non può essere avulso dal sentire del poeta del 2023, è stato affermato all’incontro con i tre autori.
Inaugurata da un appuntamento con Antonia Arslan, la rassegna ha offerto al suo pubblico venerdì sera un reading con protagonista Antonio Pennacchi che ha richiamato un folto pubblico; la giornata di sabato ha proposto tra gli altri eventi un seminario che ha gettato uno sguardo critico e accademico, sul tema: “Esiste una letteratura veneta oggi?”.
Sul ruolo della critica, un settore che nella filiera della letteratura ha una funzione orientante e che è in forte crisi di fronte alla frammentazione che impera, si è discusso anche in altri appuntamenti, dove sono stati ricordati grandi scrittori/lettori del paesaggio che dello spirito critico avevano fatto la cifra della loro opera, come Vitaliano Trevisan.
Valentina Durante, Matteo Melchiorre e Paolo Zardi hanno concluso la seconda giornata della manifestazione con una conversazione che ha guardato al ruolo dello stile “veneto”, della forma che diviene, o non diviene, sostanza che passa talvolta attraverso l’utilizzo del dialetto.
Nella giornata odierna e conclusiva, il programma parte con un laboratorio di scrittura a cui seguirà un seminario tecnico dove si guarda alla situazione attuale del mondo del libro indagando il rapporto tra editori e librerie; nel pomeriggio ci saranno tre tavole rotonde a tema: a partire dalle 15.30 con gli autori Romolo Bugaro, Paolo Malaguti e Giuseppe Mendicino, poi alle ore 17 con Sonia Aggio, Sandro Frizziero e Ginevra Lamberti e infine alle 18.30 con Antonio Bortoluzzi, Loris Giuriatti e Matteo Righetto.
Chiuderà Dietro il paesaggio in serata un concerto del duo “Do’ Storieski”, formato da Leo Miglioranza e Alberto Cendron.
Per informazioni e prenotazioni: www.villangaransangiuseppe.it/dietro-il-paesaggio

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