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Allo stop, l'esperienza del Piccolo Festival della Letteratura

L'associazione culturale Palomar annuncia la sospensione della manifestazione che per dieci anni ha aperto il programma culturale dell'estate bassanese raccogliendo voci tra le più originali della narrativa italiana contemporanea

Pubblicato il 13-02-2014
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Elena Pavan

Palomar ha deciso che il Piccolo Festival della Letteratura non avrà una undicesima edizione. Non nel 2014, almeno.
Il Piccolo Festival è stato, dalla sua nascita e per dieci edizioni, un appuntamento importante per la vita culturale bassanese, e soprattutto un luogo da abitare, che si trattasse delle stanze preziose di Palazzo Bonaguro o del Chiostro del Museo Civico: le storie del Piccolo Festival, nelle intenzioni di chi lo organizzava, erano voci, suoni, colori da condividere per conoscere le contraddizioni del nostro Paese e la sua Storia piena di lati oscuri, per ridere e sorridere dei nostri difetti di Italiani, per immaginare esiti diversi rispetto a quelli previsti dalle narrazioni ufficiali.
Ricorda nel comunicato-stampa la gente di Palomar: «Alcuni anni fa, in un libro che raccontava Bassano per indizi, scorci e frammenti, attraverso parole in dialogo con le foto scattate da Fabio Comunello, Eraldo Berti restituì le proprie impressioni di cittadino attento e innamorato del bello su Palazzo Bonaguro. Con nostra grande sorpresa, con grande discrezione e sensibilità, fece anche riferimento all'esperienza del Piccolo Festival della Letteratura, che in quegli anni muoveva i primi passi. Concludendo le proprie riflessioni, Eraldo scrisse: “C'è ancora futuro nel palazzo Pretenzioso”. Ancora oggi, quella frase resta uno dei più bei complimenti – speriamo meritati – che ci siano stati fatti. Di sicuro, sono parole che ci allargano il cuore e ci fanno sorridere di gioia e imbarazzo, perché colgono con precisione il senso che abbiamo voluto dare, da sempre, all'esperienza di Palomar e del Piccolo Festival».

Palomar ha sempre pensato alla partecipazione civile e politica innanzitutto come riscoperta dei luoghi in cui si abita: uno sguardo meravigliato sull'ordinario, una presa di coscienza e di responsabilità rispetto ai sentieri – reali e metaforici – che si percorrono ogni giorno. I libri, le storie, erano il luogo figurato che, intrecciato a quello fisico, ospitava una comunità effimera ma appassionata che viveva tre o quattro giorni intensi fatti di incontri, di letture e di parole, per poi scomparire e tornare a progettare.
Si tratta di una decisione che ha i tratti del riconoscimento, della serena accettazione di condizioni mutate, che renderebbero forzata la continuazione di un'esperienza così delicata e preziosa portata avanti come un’attività di volontariato.
«Oggi» spiegano gli organizzatori del Pfl «il divertimento, l'entusiasmo e gli stimoli che il Piccolo Festival ci dava non sono più così forti da permetterci di pensare il tempo dedicato alla sua organizzazione come un'occasione di crescita e non un peso che toglie energie alla famiglia, agli amici, ad altre passioni. Non vogliamo che il Piccolo Festival diventi un gesto automatico, quando è stato per anni un bel regalo che ci facevamo, una sorpresa faticosa ma irrinunciabile. Non vogliamo andare avanti per forza di inerzia: non sarebbe giusto nei confronti dei nostri amici e collaboratori, dell’Amministrazione cittadina e degli sponsor che ci danno fiducia e sostegno. Di noi stessi».
Un ringraziamento speciale da parte di Palomar va a Eraldo Berti e a Giorgio Pegoraro; ai tanti scrittori venuti a Bassano; a coloro che lavorano nelle case editrici impegnati in un lavoro di “resistenza culturale”; alle persone che hanno sostenuto, collaborato, e a chi ha abitato nei giorni del Festival Palazzo Bonaguro e il Museo cittadino; a Bassanonet, che è stato per tanti anni mediapartner dell’iniziativa – e la Redazione ricambia ringraziando per le occasioni di incontro felice con la lettura e con gli autori che il Festival ha regalato.
L'associazione Palomar non conclude però la sua attività e dà appuntamento a tutti alle prossime iniziative “palomariane”: ci sono altri orizzonti da esplorare e da vivere insieme, uno di questi parla il linguaggio del teatro.

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