Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
31 Aug 2025 23:15
31 Aug 2025 22:05
31 Aug 2025 18:56
31 Aug 2025 18:49
31 Aug 2025 14:01
31 Aug 2025 10:57
31 Aug 2025 20:20
1 Sep 2025 09:16
1 Sep 2025 08:08
1 Sep 2025 07:30
1 Sep 2025 07:07
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Pubblicato il 13-02-2014
Visto 2.902 volte
Palomar ha deciso che il Piccolo Festival della Letteratura non avrà una undicesima edizione. Non nel 2014, almeno.
Il Piccolo Festival è stato, dalla sua nascita e per dieci edizioni, un appuntamento importante per la vita culturale bassanese, e soprattutto un luogo da abitare, che si trattasse delle stanze preziose di Palazzo Bonaguro o del Chiostro del Museo Civico: le storie del Piccolo Festival, nelle intenzioni di chi lo organizzava, erano voci, suoni, colori da condividere per conoscere le contraddizioni del nostro Paese e la sua Storia piena di lati oscuri, per ridere e sorridere dei nostri difetti di Italiani, per immaginare esiti diversi rispetto a quelli previsti dalle narrazioni ufficiali.
Ricorda nel comunicato-stampa la gente di Palomar: «Alcuni anni fa, in un libro che raccontava Bassano per indizi, scorci e frammenti, attraverso parole in dialogo con le foto scattate da Fabio Comunello, Eraldo Berti restituì le proprie impressioni di cittadino attento e innamorato del bello su Palazzo Bonaguro. Con nostra grande sorpresa, con grande discrezione e sensibilità, fece anche riferimento all'esperienza del Piccolo Festival della Letteratura, che in quegli anni muoveva i primi passi. Concludendo le proprie riflessioni, Eraldo scrisse: “C'è ancora futuro nel palazzo Pretenzioso”. Ancora oggi, quella frase resta uno dei più bei complimenti – speriamo meritati – che ci siano stati fatti. Di sicuro, sono parole che ci allargano il cuore e ci fanno sorridere di gioia e imbarazzo, perché colgono con precisione il senso che abbiamo voluto dare, da sempre, all'esperienza di Palomar e del Piccolo Festival».
Palomar ha sempre pensato alla partecipazione civile e politica innanzitutto come riscoperta dei luoghi in cui si abita: uno sguardo meravigliato sull'ordinario, una presa di coscienza e di responsabilità rispetto ai sentieri – reali e metaforici – che si percorrono ogni giorno. I libri, le storie, erano il luogo figurato che, intrecciato a quello fisico, ospitava una comunità effimera ma appassionata che viveva tre o quattro giorni intensi fatti di incontri, di letture e di parole, per poi scomparire e tornare a progettare.
Si tratta di una decisione che ha i tratti del riconoscimento, della serena accettazione di condizioni mutate, che renderebbero forzata la continuazione di un'esperienza così delicata e preziosa portata avanti come un’attività di volontariato.
«Oggi» spiegano gli organizzatori del Pfl «il divertimento, l'entusiasmo e gli stimoli che il Piccolo Festival ci dava non sono più così forti da permetterci di pensare il tempo dedicato alla sua organizzazione come un'occasione di crescita e non un peso che toglie energie alla famiglia, agli amici, ad altre passioni. Non vogliamo che il Piccolo Festival diventi un gesto automatico, quando è stato per anni un bel regalo che ci facevamo, una sorpresa faticosa ma irrinunciabile. Non vogliamo andare avanti per forza di inerzia: non sarebbe giusto nei confronti dei nostri amici e collaboratori, dell’Amministrazione cittadina e degli sponsor che ci danno fiducia e sostegno. Di noi stessi».
Un ringraziamento speciale da parte di Palomar va a Eraldo Berti e a Giorgio Pegoraro; ai tanti scrittori venuti a Bassano; a coloro che lavorano nelle case editrici impegnati in un lavoro di “resistenza culturale”; alle persone che hanno sostenuto, collaborato, e a chi ha abitato nei giorni del Festival Palazzo Bonaguro e il Museo cittadino; a Bassanonet, che è stato per tanti anni mediapartner dell’iniziativa – e la Redazione ricambia ringraziando per le occasioni di incontro felice con la lettura e con gli autori che il Festival ha regalato.
L'associazione Palomar non conclude però la sua attività e dà appuntamento a tutti alle prossime iniziative “palomariane”: ci sono altri orizzonti da esplorare e da vivere insieme, uno di questi parla il linguaggio del teatro.