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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Primo piano

Mostre

Il Teatro sociale di Bassano in mostra

Alla Biblioteca civica, fino al 31 agosto, è visitabile il racconto per testi, immagini e musica, del glorioso ex Teatro sociale cittadino

Pubblicato il 03-07-2013
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Brassaï. L’occhio di Parigi

In occasione dei festeggiamenti per i duecento anni dalla nascita di Giuseppe Verdi e in concomitanza con l’avvio della programmazione di Operafestival, la Biblioteca civica dedica una mostra allo storico Teatro Sociale.
L'edificio ora chiuso affacciato su Viale dei Martiri, divenuto poi cinema “Astra”, vanta un passato da palcoscenico importante avendo ospitato tanti interpreti e protagonisti della scena lirica, musicale e teatrale dell’Ottocento e del primo Novecento. Un nome tra tutti, Niccolò Paganini: era il 1816 e il teatro che ospitò quella magistrale serata d'arte era il Teatro Nuovo – poi ribattezzato Teatro Accademico e infine Teatro Sociale di Bassano – un luogo che ebbe una grandissima importanza per la crescita della cultura e dell’identità cittadina e un teatro che, finché è esistito nella sua forma e nel suo ruolo originale, è stato sempre anche un punto di incontro e di confronto, di divertimento e di crescita civile.
La mostra prende le mosse dai primi passi che portarono alla decisione di costruire un nuovo teatro: il 25 gennaio del 1802 l’Accademia, formata da 29 soci, si riunì per la prima volta in una caffetteria in piazza per prendere questa storica decisione; il progetto di Giacomo Bauto fu approvato dalle autorità competenti l’anno seguente e dopo soli quattro anni il Teatro era cosa fatta. L’inaugurazione solenne avvenne il 15 settembre 1811 con la rappresentazione dell’opera comica Don Papirio, ossia La donna di più caratteri, un testo poetico di Giuseppe Palomba musicato da Carlo Guglielmi.

Ripercorrendo la storia degli spettacoli arrivati a Bassano lungo l’Ottocento, rappresentazioni operistiche di tutto rispetto videro la presenza di cantanti di casa nei maggiori teatri italiani (Teatro La Fenice di Venezia, Teatro alla Scala di Milano) e di direttori celebri come Gaetano Mares (scelto da Giuseppe Verdi per dirigere le prime rappresentazioni assolute dell’Ernani e della Traviata alla Fenice nel 1844 e nel 1853).
La mostra permette di ricostruire la storia e la vita del teatro: locandine degli spettacoli, inviti, foto, libretti d’opera stampati per le rappresentazioni bassanesi raccontano uno spaccato culturale rilevante per città. Nel 1906 arrivò il cinematografo e si cominciarono a proiettare in teatro i primi cortometraggi. L’intera attività fu sospesa qualche anno più tardi, durante periodo bellico. Il Teatro fu poi riaperto per le esibizioni di cantanti come Mafalda Favero, Toti Dal Monte, Lina Pagliughi e del giovane Tito Gobbi, accolto con entusiasmo nel ruolo di Scarpia nella Tosca di Giacomo Puccini rappresentata nel 1942. Gli anni del secondo conflitto mondiale videro il Teatro Sociale usato come prigione per il rastrellamento del Grappa, e in seguito l'arrivo della decisione di trasformare il teatro in cinema sul progetto “modernista” dell’architetto Francesco Bonfanti. L’invito ufficiale stampato per la riapertura, datato 10 dicembre 1949, con la proiezione del film inaugurale “Giovanna d’Arco” con Ingrid Bergman, segna la fine di un’epoca gloriosa. Venendo all’attualità, i documenti che potrebbero essere collocati in una mostra, sono di ben altro tipo.
L’esposizione in Biblioteca rimarrà visitabile fino al 31 agosto nei seguenti orari: lunedì dalle ore 14.30 alle 18.30; dal martedì al venerdì dalle ore 9 alle 18.30 e sabato dalle ore 9 alle 13.

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