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Quando una serie è più efficace della realtà
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
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Il mondo delle meraviglie degli albi illustrati
Sabato 22 giugno, al Piccolo Festival, grazie a Pungilaluna, si parlerà degli albi illustrati con Paolo Canton, editore di Topipittori, e Giulia Mirandola
Pubblicato il 07-06-2013
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Il terzo appuntamento del Piccolo Festival, sabato 22 giugno, dalle ore 18, sarà dedicato al mondo delle meraviglie degli albi illustrati. L’associazione Pungilaluna, che da anni dà un prezioso contributo all’organizzazione della rassegna bassanese dedicata ai libri e alla lettura, ha invitato sul palco di Palazzo Bonaguro due professionisti del settore: l’editore Paolo Canton, fondatore con Giovanna Zoboli di Topipittori, e la critica Giulia Mirandola. I due ospiti, nel corso dell’incontro preserale, dialogheranno assieme al pubblico illustrando, è il caso di dirlo, l’importanza e il potenziale dei libri che affiancano le immagini ai testi.
A Cristina Regondi, di Pungilaluna, chiediamo di introdurci per punti all’alfabeto degli albi illustrati.

immagine tratta da Dentro me
“A cosa serve un libro senza figure e dialoghi? pensava Alice” scrisse Carroll. Ribaltando la questione: a cosa servono le figure in un libro?
Ribaltiamola del tutto: non ha senso parlare di utilità. Parlerei piuttosto che si tratta di ricerca della bellezza, di una ricerca estetica, e dell’incontro con un linguaggio diverso formato dalla commistione di più codici, quello linguistico e quello dell’immagine. I primi albi che hanno portato aria nuova, e che sono già diventati dei “classici” di riferimento, sono stati i libri di Munari e Il paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak. Eravamo negli anni Sessanta, ai tempi delle prime fiere dedicate alla letteratura per l’infanzia. Ancora oggi la sperimentazione continua, ma adesso sappiamo che la qualità di un albo illustrato è determinata da un assetto preciso ben riconoscibile composto da più elementi: l’attenzione alle parole, quindi al testo dell’autore (ben tradotto, se si tratta di un libro scritto in origine in altra lingua); la scelta delle immagini, quindi la qualità del lavoro dell’illustratore; la cura dell’oggetto-libro, cioè l’accortezza nelle scelte tipografiche e nei materiali, aspetti che sono a carico dell’editore. Ci sono poi il lettore e il promotore del libro (genitore, insegnante, animatore, bibliotecario… ) che giocano un ruolo determinante: l’approccio utilitaristico, l’invito a leggere per un perché definito a priori, non deve mai prevaricare il piacere dell’incontro, della lettura di un libro, di albo illustrato in questo caso. I bambini trovano spontaneamente molti altri perché magari diversi da quelli che ci aspettavamo – non procedono guidati dal riconoscimento, come facciamo noi adulti – il loro avvicinamento alla lettura è spontaneo e libero da condizionamenti e da visioni utilitaristiche preordinate o unidirezionali.
L’occasione di parlarne con un editore e una critica letteraria è preziosa anche per indagare tanti aspetti che generalmente rimangono in ombra riguardo a tali questioni.
Gli albi illustrati utilizzano un Abc+jpg spesso sconosciuto a tanti lettori. Nell’immaginario collettivo, questi libri ruotano solo attorno all’asse della letteratura per bambini e ragazzi, e sono quindi destinati a rimanere alieni, confinati in un settore che pochi praticano se non per dovere genitoriale, o professionale.
Esistono dei libri che a loro volta aiutano chi si avvicina a questo mondo ad attrezzarsi con gli strumenti adatti e un giusto linguaggio. Penso ad esempio a Albi illustrati di Marcella Terrusi, a Guardare le figure e Letteratura per l’infanzia di Antonio Faeti. Ci sono poi gli splendidi libri di case editrici capaci come quella che abbiamo invitato al Piccolo Festival. All’estero gli albi illustrati trovano una collocazione ben precisa nelle librerie e nelle biblioteche, in Italia la loro diffusione procede più a macchia di leopardo, legata com’è alla conoscenza e alla passione di tanti operatori che ne praticano il mondo pieno di potenzialità con attenzione e interesse. A volte, anche nelle scuole, c’è una resistenza in realtà non motivata verso i libri “con le figure”: spesso si tratta di una diffidenza causata dalla non familiarità con questo genere che mescola arte e letteratura. Vale anche qui il discorso, che riguarda comunque tutto il mondo dell’editoria e quindi il commercio legato ai libri, che non tutte le pubblicazioni che si trovano sugli scaffali sono prodotti di qualità, rispettosi dell’equilibrio degli elementi che ho illustrato prima. Una bussola utilissima è il Catalogone: una pubblicazione gratuita realizzata da un pool di case editrici progettata per fornire strumenti di supporto, analisi e lettura degli albi illustrati, e destinata ad addetti ai lavori ma anche a semplici lettori appassionati e curiosi.
Esistono albi illustrati anche per adulti, non solo per bambini: ricordo Mizia di Roberto Piumini e Alessandro Sanna, un albo che contiene poesie e disegni erotici, o comunque libri attraversati da temi “grandi”, come Greta la matta di Geert De Kockere e Carll Cneut, o La casa sull’altura di Nino De Vita e Simone Massi.
Quella dei nativi digitali è sempre più una società votata alla rapidità. L’illustrazione di qualità, come quella proposta di Topipittori (nel 2011 Paolo Canton è stato insignito del titolo di Chevalier dans l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura della Repubblica francese) da una parte asseconda questa tendenza, dall’altra la nega, ne propone un superamento: le immagini vanno lette con attenzione tanto quanto il testo.
Certo, è ogni tipo di lettura ha una sua dignità, è una lettura a sé. Quando lavoravo in Pediatria (Cristina Regondi è stata per tanti anni animatrice e custode dell’Isola delle bolle nel reparto Pediatria dell’ospedale cittadino) e nelle mie esperienze di lettura con i bambini ho avuto modo di sorprendermi continuamente per le possibilità di comprensione inedita, per i particolari che venivano colti nei libri e nelle immagini che “leggevano”. Gli albi illustrati invitano alla lentezza, alla riflessione e alla rielaborazione personale perché accostano due linguaggi, e quindi utilizzano più canali per mettersi in comunicazione con il lettore.
Ci sarà anche una mostra degli albi illustrati nelle sale di Palazzo Bonaguro. Qualche consiglio di lettura?
La mostra sarà suddivisa in due stanze e proporrà l’esposizione e la lettura di molti albi illustrati – sono cinquantuno per la precisione – scelti appositamente per l’occasione. Il tema che abbiamo dato quest’anno è “Leggi fino alla fine”: l’argomento centrale che si trova sviluppato nelle pubblicazioni è il ciclo della vita. Ci sono anche alcuni albi molto belli, sono undici, che affrontano il tema della morte. Invito tutti a venirci a trovare e a sfogliare questi magnifici albi con noi a Palazzo Bonaguro.
Ecco qualche consiglio di lettura:
L’anatra, la morte e il tulipano di Wolf Erlbruch, una fiaba filosofica per bambini adatta ad affrontare con delicatezza le domande sulla morte;
Lunedì di Anne Herbauts, un albo che gioca con il significato del tempo e della ciclicità;
Dentro me di Alex Cousseau e Kitty Crowther, dove si cercano le parole per dire cosa fa paura, cosa ci fa felici;
La conferenza degli uccelli di Peter Sis, ispirato a un’antica fiaba persiana;
Balera di Alessandro Sanna, un libro dove si parla della vita trascorsa insieme, come su una pista da ballo.
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