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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
La geografia dell’architettura
È stato presentato a Palazzo Roberti il nuovo libro dell’architetto bassanese Sergio Los
Pubblicato il 27-05-2013
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Sergio Los, introdotto da Davide Longhi e Domenico Patassini, ha presentato alla Libreria Palazzo Roberti il suo nuovo libro intitolato Geografia dell’architettura. Progettazione bioclimatica e disegno architettonico, edizioni Il Poligrafo.
Si tratta di un volume ponderoso e ponderato, è un manuale ricco di resoconti e di progettualità che sottendono una scelta epistemologica che è alla base di ogni azione, anche solo pensata, e che è una pietra angolare da sempre per l’architetto bassanese: al centro vengono messi il benessere, il comportamento e l’agire quotidiano di chi abita uno spazio geografico organizzato.
“La parola – spesso abusata – bioarchitettura, è sostituita nella frequenza d’uso attuale dalla parola paesaggio” – ha spiegato Longhi. Paesaggio è un termine generico che è sulla bocca di tutti, che sa di natura, ma che invece nella sua declinazione concreta, nel territorio che abitiamo, è impregnato di artificio umano. Per tendere a una dimensione ideale, il paesaggio dovrebbe esprimere e produrre una coerenza tra gli elementi storici, simbolici, geografici (il clima, la natura del territorio, il grado di soleggia mento, la rete idrologica… ) le creazioni umane e le modalità insediative di cui si compone. Il disegno di un luogo dovrebbe riuscire a restituirne i caratteri e una sorta di codice identitario – elementi che in una prospettiva alata esprimono la diversità delle culture, più che la globalità.
Sergio Los e Domenico Patassini a Palazzo Roberti
È necessario guardare bene al ciclo di vita di un territorio progettando la sua evoluzione: serve una regia accurata nella ridefinizione dei contesti richiesta dall’aumento della densità abitativa e dalla crescita delle città perché non si generi un’anarchia che induca le persone, i cittadini, allo spaesamento.
La sfida della sostenibilità è tra le questioni di maggiore interesse per il futuro dell’architettura e il suo ruolo sarà decisivo, nell’immediato futuro, per riuscire a governare responsabilmente le trasformazioni dell’ambiente. A Los, dati alla mano, non pare riconosciuta a sufficienza l’urgenza di ridurre progressivamente il fabbisogno e l’uso delle risorse non rinnovabili e le sue parole sottolineano la gravità di questo ritardo apparentemente immotivato: “Un piano energetico deve partire dal territorio, non dal mercato e dalle istanze domanda-offerta che la popolazione di quel territorio esprime”.
Non mancano nel suo libro critiche severe, argomentate, a tanta “pornografia architettonica” spesso incomprensibilmente esaltata dalla stampa italiana del settore, e la questione dell’oltraggio non è solo estetica. Scrive Los: “Si può adottare un concetto di bellezza che illumina l’identità dell’opera nel suo contesto, naturale e storico. La modernità focalizza invece il tempo del progresso, unificante il mondo intero e misurato nell’essere più avanti o più indietro”.
Patassini, nel corso dell’incontro, ha ricordato che gli architetti sono i custodi di un linguaggio che esprime la modernità; che un codice deontologico, etico, dovrebbe sempre guidare l’azione di chi lo utilizza intervenendo su un territorio e che è fondamentale, come è ben indicato nel libro di Los, l’opera di valutazione, semiotica e fattuale, di ciò che ci si propone di realizzare modificando il paesaggio.
La falsificazione di questo linguaggio, di questa continua interazione uomo-ambiente, è l’ostacolo principale allo sviluppo di una bella, e utile, geo-grafia.
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