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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Le parole della Storia
La biblioteca ha celebrato la Giornata del Ricordo con una conferenza e alcune preziose testimonianze di cittadini bassanesi dedicate alle storie di confine
Pubblicato il 11-02-2012
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Dopo le iniziative dedicate alla Giornata della Memoria, ieri a Bassano si è celebrata la Giornata del Ricordo. Istituti scolastici e associazioni locali hanno organizzato appuntamenti e incontri dedicati all’informazione storica sulle vicende che hanno interessato i confini orientali del nostro Paese e a rendere omaggio alle vittime degli eventi che ne sono seguiti, gli eccidi delle foibe e l'esodo forzato dalle terre patrie, dei padri.
La biblioteca ha dedicato alla Giornata del Ricordo uno degli incontri della rassegna “Venerdì Storia”, il professore Francesco Tessarolo ha tenuto una conferenza sul tema “Trieste, Foibe, Esodo. La storia del ‘900 al confine orientale”. L’incontro è stato arricchito dalle voci di alcuni cittadini bassanesi – tra i quali anche il nostro Direttore Alessandro Tich – che hanno portato una testimonianza diretta degli eventi drammatici e dell’esodo che hanno vissuto con le loro famiglie. È interessante pensare quanto la Storia abbia bisogno della narrazione, del racconto anche personale, e quindi della stampella di una sua letteratura, per entrare in contatto con la nostra sensibilità e trovare la chiave d’accesso alla memoria. Le generazioni che hanno vissuto i tragici eventi che hanno attraversato il Novecento vanno scomparendo, il compito della narrazione rimane affidato alla scrittura, ai documenti, alla saggistica e ai libri di Storia. È grande la responsabilità di chi ha il compito di traghettare i fatti, di far capire che “ciò è stato” e di proporre ai giovani la lettura e la comprensione delle ragioni di quanto è accaduto. Il linguaggio che usiamo ha una funzione importante, ascoltando il racconto degli esuli e dei loro figli che narravano i giorni in viaggio, il freddo, la fame, si è avvertito con fastidio, in sottofondo, il ronzio dei messaggi trasmessi dai media in questi giorni: i giovani, i piccoli, sentono parlare dei ritardi nella rimozione della neve davanti al tappetino di casa come di un insulto “al cittadino e al Paese civile”, di gente che ha sofferto perché ha trascorso alcune ore senza “viveri”, di viaggiatori che raccontano di aver vissuto un’ “esperienza da deportati” perché il treno che li trasportava è stato bloccato dalla neve… Certo i disagi infastidiscono tutti, ed è giusto segnalarli, ma il gesto di usare parole e toni adeguati, anche nel piccolo mondo quotidiano, non potrebbe servire anch’esso a fare cultura e insieme essere un segno di rispetto, un omaggio di tutti i giorni al ricordo e alla memoria?
La biblioteca ospiterà fino al 25 febbraio la mostra Fascismo, Foibe, Esodo, le Tragedie del Confine Orientale realizzata dalla Fondazione “Memoria della Deportazione” di Milano.
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