Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Redazione
Bassanonet.it
Pubblicato il 14-12-2011
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Lo aspettavo da tempo. Il primo metodo classico a base Vespaiola è finalmente stato prodotto tra le colline breganzesi. Che il Vespaiolo dovesse trovare una sua strada più definita, non è un gran mistero. Sicuramente alcune interpretazioni che lo vedono proposto dopo un affinamento in bottiglia di tre mesi ci fanno capire che una strada nuova sia possibile e probabilmente anche quella della spumantizzazione potrebbe essere una possibilità valida. Ci ha pensato per primo un produttore di Fara Vicentino, Giuliano Todeschini del’’azienda Val Zaccona e come lui probabilmente qualcun altro solo che per ora è stato il primo. La spiccata acidità dell’uva vespaiola fa intendere la sua buona vocazione alla bollicina. Certo, la tecnica dell’autoclave era già stata utilizzata da tempo anche dalla cantina sociale ma mettersi in gioco con il più antico metodo di presa di spuma è stata una bella scommessa. Noi di Bassanonet abbiamo voluto assistere alla stappatura ufficiale della prima bottiglia. Il contesto davvero suggestivo il meraviglioso castello Colleoni di Thiene, nelle cui cantine, risalenti al 1580, sono state portate in affinamento le bottiglie dell'annata 2010, che qui hanno trovato le condizioni ideali per la loro sosta. Dopo una pittoresca sciabolata, finalmente il momento della degustazione. Le note fruttate e di miele d’acacia ci fanno intuire un piccolo segreto subito svelato dal produttore. Il liqueur d’expedition, la miscela che viene aggiunta dopo la separazione dai lieviti del vino secondo la tradizione dello champagne, contiene alcune gocce di Torcolato. Un metodo classico con Vespaiola a trecentosessanta gradi. C’è da sperare che tale strada possa essere percorsa da più produttori e il nostro caro Vespaiolo possa trovare finalmente una collocazione che gli faccia onore e che possa uscire dalle gabbie del periodo dell’asparago.
Foto Studio Cru