Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
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Botti per Capodanno: no grazie!

Tante adesioni, in città e Comuni del Veneto, alla campagna di sensibilizzazione contro l'utilizzo di botti e petardi per i festeggiamenti di Capodanno

Pubblicato il 30-12-2021
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Anche quest’anno le associazioni che si occupano della protezione degli animali – tramite le proprie sedi diffuse su tutto il territorio nazionale, compreso il Bassanese – hanno divulgato gli appelli rivolti ai Sindaci dei Comuni d’Italia affinché emettano ordinanze che proibiscano l’uso di botti e petardi in occasione del Capodanno. La campagna di sensibilizzazione sta avendo sempre più adesioni e successo nelle grandi città del Veneto e in numerosi Comuni.
I notiziari del 1 gennaio testimoniano con puntualità, ma purtroppo abbastanza inutilmente, la pericolosità di questa prassi di festeggiamento non solo per gli animali, ma anche per le persone. «Sempre più Comuni si stanno adeguando a questa scelta di civiltà e vietano l’utilizzo di botti e petardi» afferma Piera Rosati – presidente della LNDC Animal Protection». Un divieto sicuramente difficile da far rispettare, ma che comunque può essere un deterrente importante che molte città hanno promosso e divulgato, e soprattutto «un segnale per educare la cittadinanza a evitare comportamenti pericolosi, festeggiando in maniera più rispettosa del benessere e della vita di tutti».
La notte di Capodanno è sempre un momento di grande difficoltà per gli animali, spaventati spesso a morte dai botti per via della loro soglia uditiva infinitamente più sviluppata e sensibile di quella umana. Al bombardamento dei botti che scatta intorno alla mezzanotte gli animali, domestici e non, vivono un incubo che per loro sembra durare un’eternità.

storni morti nell'ultima notte del 2020, a Roma

I rumori e i lampi provocati da petardi e fuochi d’artificio potenti, spesso di fattura sospetta, crea in loro una vera e propria condizione di panico che li porta a perdere l’orientamento e li espone al rischio di smarrimento, con tutte le conseguenze che ne derivano. Le segnalazioni di cani e gatti allontanati dai cortili di casa dopo la notte di Capodanno sono sempre numerose e spesso, se non muniti di microchip, i cani poi finiscono in canile, senza contare il rischio di investimento da parte delle automobili, oltre ai danni inferti agli animali selvatici di ogni specie morti in seguito alla fuga per il terrore scatenato dalle esplosioni. Restano negli occhi di tutti i filmati che hanno documentato la strage di storni avvenuta nel Capodanno romano a cavallo del 2021. La Lipu ricorda che anche in quella circostanza l’ordinanza appositamente in vigore era stata drammaticamente disattesa, quindi non è il provvedimento di un Sindaco a impedire che si perpetuino queste tradizioni inutili e dannose — ma certo un deterrente, anche simbolico, lo è.
Per chi non ama gli animali, le statistiche ricordano che i bollettini dei reparti di Pronto Soccorso degli ospedali italiani tra il 31 dicembre e l’1 gennaio 2021 hanno registrato, in vigore la zona rossa, un numero più contenuto di incidenti legati ai botti di Capodanno rispetto al passato, ma si tratta sempre di cifre e di vite importanti.
Il richiamo a questo atto di civiltà, in una situazione sanitaria come quella che stiamo attraversando, assume anche i connotati del gesto di rispetto per una categoria di lavoratori che in questo periodo non ha bisogno di fare gli straordinari.

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