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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Ahi ahi ahi, c’è qualcosa che non va
Seconda clamorosa sconfitta consecutiva per un Bassano che tiene il pallino del gioco ma ha smarrito la via del gol. Il Mantova è rivitalizzato da Javorcic e colpisce in contropiede al 25’ della ripresa.
Pubblicato il 07-11-2015
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BASSANO – MANTOVA 0-1
Bassano Virtus (4-2-3-1): Rossi 6,5; Toninelli 6, Barison 6,5, Bizzotto 6,5, Stevanin 7; Cenetti 6, Proietti 6; Falzerano 5,5 (st 21’ Voltan 5,5), Candido 5,5 (st 29’ Fabbro sv), Iocolano 5,5; Pietribiasi 5,5 (st 21’ Germinale 6).
A disp.: Costa, Bortot, Zanella, Martinelli, Davì, Gargiulo, Fella, Fabbro. All.: Sottili
Mantova FC (4-3-2-1): Bonato 7; Scalise 7, Trainotti 7, Carini 7, Scrosta 6,5; Di Santantonio 6 (st 19’ Foglio sv), Dalla Bona 6, Raggio Garibaldi 5,5; Gonzi 6 (st 41’ Sereni sv), Caridi 6,5 (pt 28’ Zammarini 6,5); Ruopolo 6,5.
A disp.: Albertoni, Longo, Gavazzi, Del Bar, Beretta, Lombardo. All. Jarvorcic
ARBITRO: Balice di Termoli
RETI: st 25’ Gonzi (M)
NOTE: -
SPETTATORI: 1000
AMMONITI: Cenetti, Toninelli, Zammarini
ESPULSI:
ANGOLI: 2-1
RECUPERO: pt 1’; st 3’
Bassano del Grappa. E’ difficile, e francamente strano, commentare la seconda sconfitta consecutiva di una squadra che in due partite ha quasi sempre avuto il controllo del campo e del gioco. Il problema è che si fatica dannatamente a segnare, manca l’ultimo passaggio pulito, la manovra è troppo lenta e immancabilmente s’infrange sugli scogli di qualsiasi squadra in grado di erigere una coriacea fase difensiva. Pordenone e Mantova hanno giocato la stessa partita, il Bassano si è incagliato di fronte alle stesse difficoltà. Nel corso di un primo tempo gagliardo, brioso, lottato, giocato quasi sempre nella metà campo avversaria (e per questo certi mugugni li riteniamo francamente esagerati) i giallorossi hanno creato, hanno sbuffato, hanno spinto, hanno messo nell’area avversaria diversi palloni interessanti. Non si può dire che sia mancato l’impegno o le idee, la cattiveria nel trasformare mezza occasione in occasione intera invece si. Perché se la sconfitta non è affatto meritata (altrimenti bisognerebbe anche sostenere che la vittoria del Mantova non fa una grinza ma allora si entra nel campo del fantacalcio) bisogna ammettere che non si può recriminare per occasioni clamorose fallite o salvataggi miracolosi del portiere avversario, a parte la strepitosa risposta sul tiro di Candido ad inizio ripresa. Se è per questo Rossi è ancor più spettatore non pagante. Ma a far male, a rimanere negli occhi dopo il triplice fischio, a condizionare i giudizi, è soprattutto la grossa difficoltà nel reagire al gol subìto da Gonzi al 25' della ripresa. Lì bisogna decidersi a cambiare marcia, a gettare il cuore oltre l’ostacolo, smetterla di pensare al copione studiato e ristudiato in settimana e schiumare rabbia per recuperarla sta partita. Invece il gol mette in catalessi emotiva una squadra che esprime la sensazione di essere inerme, incapace di graffiare, incapace di rompere gli schemi e caricare a testa bassa. Prima e dopo il copione è noto e monotono: il Soccer Team tiene la palla, la fa girare piuttosto bene pure ma spesso è troppo lento, scolastico, e dà il tempo agli avversari di posizionare tanti – tutti o quasi – gli uomini dietro la linea della palla. La conseguenza è che i giocatori deputati a creare superiorità numerica trovano immancabilmente gli spazi intasati e con tre uomini addosso. Quindi bella voglia chiamarsi Iocolano o Candido seppur le loro responsabilità ce le hanno anche i singoli perché gli stessi potrebbero contribuire a velocizzare la manovra, a effettuare quei rapidi cambi di gioco capaci di far infilare un compagno nel lato debole dell’avversario, battere a rete, qualche volta, da fuori area. È chiaro, questi son discorsi fatti a sconfitta acquisita, a sangue ancora caldo, a dispiacere vivo. Siamo i primi a renderci conto che senza l’errore che dà il là alla ripartenza virgiliana staremmo qui a scrivere altre parole. Gli episodi danno e tolgono e il Bassano crea cinque/sei volte più presupposti per beneficiare dell’episodio positivo rispetto ad un Mantova che calcia in porta solo da lontano o lontanissimo.
Gran ritmo.. Non si può dire che il Bassano non abbia corso, non si sia impegnato. La prima frazione è di rara intensità. Il Soccer Team è pienamente conscio della missione di cui deve farsi carico, i giocatori per primi vogliono colmare l’astinenza dai tre punti e lo dimostrano fin dal 1’. Il piede schiaccia l’acceleratore, Cenetti ruba palloni in ogni angolo del campo, la difesa tiene a bada il colosso Ruopolo senza eccessiva difficoltà, i terzini spingono. Quello che manca, ribadiamo, è l’ultimo passaggio: Falzerano fugge bene sulla destra, Stevanin scodella almeno cinque traversoni pregiati, Candido è un po’ in ombra e alla fine nessuno riesce a liberare un compagno davanti alla porta. Oppure sono i compagni deputati a raccogliere gli inviti a non farsi trovare pronti, ben posizionati e con i giusti tempi d’inserimento. E’ un bel dilemma davvero, probabilmente è il combinato disposto delle due carenza a far si che Bonato sia quasi sempre inoperoso.
E ora? Senza voler togliere i meriti che vanno riconosciuti al miglior Mantova stagionale, a questo punto urge un approfondito esame di coscienza. Occorre guardarsi dentro e valutare se, in questo momento, ci sono o meno giocatori che riescono a essere ficcanti con continuità oppure no, se il gioco palla a terra dalla trequarti in su trovi ancora terreno fertile sul quale crescere rigoglioso oppure sia il caso di inseguire altri tipi di calcio, tipo centrocampo a tre con tre punte o due punte e un trequartista. Le alternative non mancano. Però bisogna anche fare molta attenzione altrimenti si rischia di buttare via il bambino assieme ai panni sporchi. Questa è la squadra che fino a qualche settimana fa raccoglieva grandi consensi e si issava in vetta alla classifica. Si sa, il calcio è fatto di fasi, di momenti. Adesso va così e non va per niente bene. Di sicuro c’è che le prossime due partite presenteranno difficoltà diametralmente opposte. Pavia e Cittadella non innalzeranno un bunker difensivo, anzi, ed ora come ora non è detto che sia un male.
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