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Elvio RotondoElvio Rotondo
Contributor
Bassanonet.it

Geopolitica

La Germania e la minaccia dei droni

La Costituzione, redatta dopo la Seconda guerra mondiale, circoscrive il ruolo delle forze armate sul territorio nazionale

Pubblicato il 01-12-2025
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Il 30 settembre scorso, droni non identificati hanno costretto l'aeroporto di Monaco di Baviera a sospendere le operazioni, mentre elicotteri della polizia monitoravano lo spazio aereo.
In Germania, le forze di polizia regionali, la Landespolizei, sono generalmente responsabili della gestione delle minacce poste dai droni, con l’eccezione di aeroporti e stazioni ferroviarie, che ricadono sotto la giurisdizione della polizia federale (Bundespolizei).
La questione, però, è che la polizia non dispone di mezzi militari adeguati, e le forze armate tedesche (Bundeswehr) non erano abilitate ad abbattere droni all’interno del territorio nazionale. Per quanto possa sembrare paradossale, alla Bundeswehr non era consentito difendere lo spazio aereo tedesco da minacce che non configurassero un’invasione su vasta scala.

I jammer montati sulle spalle sono un modo per far atterrare i droni dal cielo. Immagine: Sven Eckelkamp/IMAGO


La Costituzione, redatta dopo la Seconda Guerra Mondiale, limita rigorosamente il ruolo delle forze armate tedesche sul territorio nazionale, vietando persino di abbattere oggetti volanti come i droni in qualsiasi punto dello spazio aereo che non si trovi al di sopra di una base militare. Questa norma ha lo scopo di impedire il ripetersi di abusi militari come quelli verificatisi durante il regime nazista. Fino ad oggi, queste restrizioni rendevano difficile rispondere alle minacce moderne.

La Costituzione, redatta dopo la Seconda guerra mondiale, circoscrive il ruolo delle forze armate sul territorio nazionale, vietando l’abbattimento di droni in qualsiasi punto dello spazio aereo che non si trovi al di sopra di una base militare.
Fino ad oggi, tali restrizioni hanno reso difficile rispondere alle minacce moderne.
Secondo la Costituzione tedesca, le forze armate hanno il compito esplicito di difendere il Paese da attacchi militari esterni e possono essere impiegate sul territorio nazionale solo in circostanze eccezionali, come disastri naturali o emergenze. Di conseguenza, avrebbero potuto abbattere droni soltanto in uno scenario simile a quello vissuto negli ultimi tre anni dall'Ucraina, bersaglio dei droni d'attacco russi.

Il 19 novembre scorso, il governo del cancelliere Friedrich Merz ha approvato un disegno di legge che consente alla Bundeswehr di abbattere droni non identificati sospettati di spiare basi militari, impianti industriali e altre infrastrutture critiche. Lo stesso giorno, il ministro dell'Interno Alexander Dobrindt ha dichiarato che il disegno di legge sulla sicurezza aerea permetterà alle forze armate di intervenire contro i droni su richiesta della polizia locale.

Il Ministro della Difesa Boris Pistorius, figura di spicco del partito socialdemocratico al governo, ha sostenuto la misura dopo che negli ultimi mesi un numero crescente di droni è stato avvistato nello spazio aereo vicino a impianti energetici, di telecomunicazioni, di trasporto e industriali in tutto il paese.
Per neutralizzare i droni sospetti, le forze armate tedesche potranno utilizzare armi o altri dispositivi come i jammer, che interrompono il contatto tra il drone e il suo radiocomando.
Tali misure dovranno essere adottate solo se non esistono alternative per scongiurare la minaccia e se si può presumere che vi siano a rischio vite umane o che una struttura importante possa essere distrutta. Secondo un portavoce del governo, la decisione finale sull'abbattimento di un drone spetterà al Ministro della Difesa, al fine di accorciare la linea di comando.

Il disegno di legge che dovrà essere approvato dal Parlamento ha suscitato obiezioni da parte dei parlamentari dell'opposizione, i quali richiamano le norme costituzionali che vietano alla Bundeswehr di operare all'interno dei confini tedeschi.
Tali norme consentono tale dispiegamento in tempo di pace solo in casi eccezionali chiaramente definiti, come l’assistenza amministrativa in caso di disastri, pandemie o a supporto delle forze di polizia.

Come osserva la storica e giornalista tedesco-britannica Katja Hoyer su su Bloomberg, la Germania potrebbe teoricamente modificare la legislazione, ma il suo panorama politico profondamente frammentato rappresenta un ostacolo significativo. Per la prima volta nella storia del secondo dopoguerra, i partiti moderati tedeschi non dispongono della maggioranza dei due terzi in parlamento, necessaria per modificare norme costituzionali come quella in questione. L'estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD) e l'estrema sinistra di Die Linke detengono insieme più di un terzo dei seggi, mentre i conservatori al governo hanno una risoluzione di partito che vieta di negoziare con entrambi.

Hoyer sostiene che anche se il cancelliere Friedrich Merz cercasse di dialogare con tutti i partiti per trovare una maggioranza qualificata, è improbabile che ci riesca. I suoi partner di coalizione, i socialdemocratici di centro-sinistra, hanno un'ala pacifista, e il Partito Verde, poi, affonda le sue radici nei movimenti per la pace degli anni '70 e '80. Quando il Ministro degli Interni tedesco Alexander Dobrindt suggerì di trovare un modo per impiegare la Bundeswehr contro gli attacchi dei droni, i rappresentanti di entrambi i partiti respinsero categoricamente l'idea.

Secondo alcuni dati dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) diffusi la scorsa primavera, diversi paesi dell'Europa centrale e occidentale hanno registrato aumenti senza precedenti della spesa militare nel 2024, grazie all'attuazione di nuovi impegni di spesa e piani di approvvigionamento su larga scala. La spesa militare della Germania è aumentata del 28%, raggiungendo gli 88,5 miliardi di dollari, diventando il paese con la maggiore spesa nell'Europa centrale e occidentale e il quarto al mondo.
Per la prima volta dalla riunificazione, la Germania è diventata il principale investitore militare dell'Europa occidentale, grazie al fondo speciale per la difesa da 100 miliardi di euro annunciato nel 2022.

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