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Considerazioni a ruota libera sul rifiuto dell'esule istriana Egea Haffner di accettare la cittadinanza onoraria di Bassano del Grappa

Pubblicato il 01-12-2019
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Eccomi qua. Ho appreso già ieri sera dell'intervista rilasciata al giornale “Il Tempo” dall'esule istriana Egea Haffner, che cortesemente ma fermamente ha annunciato la sua intenzione di non accettare la cittadinanza onoraria di Bassano del Grappa. “Non voglio essere strumentalizzata, rifiuto il riconoscimento”, il clamoroso sottotitolo dell'intervista.
Ho aspettato però quasi un giorno per scrivere e pubblicare le mie considerazioni al riguardo. Sapete ormai bene che in merito all'Esodo degli istriani, fiumani e dalmati io sono parte in causa, quale discendente diretto di chi - come altri 350.000 italiani - ha dovuto abbandonare per sempre la propria terra e la propria casa, lasciandole in mano alla nuova Jugoslavia di Tito. Scriverne a caldo avrebbe comportato il rischio di un coinvolgimento personale che non si attiene ad un commento giornalistico sereno e distaccato. Scriverne a freddo favorisce invece la lucidità dell'analisi. Ed è quello che ho fatto, per evitare la sindrome da polpastrelli bollenti sulla tastiera che mi aveva preso subito dopo avere letto l'intervista sul quotidiano romano.

Una rielaborazione grafica della celebre foto di Egea Haffner da bambina (fonte immagine: triesteallnews.it)

Dunque Egea Haffner, oggi 78enne, esule e quindi profuga dall'Istria alla tenera età di 5 anni, immortalata nella celebre foto che la ritrae da piccola con in mano l'ombrello e la valigia con la scritta “Esule giuliana n. 30001”, orfana del padre 25enne scomparso il 1 maggio 1945 e presumibilmente infoibato dai titini a Pisino, rispedisce al mittente la proposta di cittadinanza onoraria di cui - a sua insaputa - l'amministrazione comunale bassanese ha approvato l'avvio dell'iter alla fine del consiglio comunale di giovedì scorso, con l'uscita dall'aula consiliare delle minoranze in blocco.
Un riconoscimento in onore delle vittime delle Foibe da conferire in “coabitazione” con la senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah. Come tutti ormai ben sappiamo, si è trattato del compromesso raggiunto dall'emendamento elaborato dalla maggioranza, che ha riscritto e rovesciato il contenuto della mozione originaria presentata dalle minoranze che chiedeva invece il riconoscimento della cittadinanza onoraria, per le note motivazioni, alla sola Liliana Segre. Ma l'emendamento presentato e alla fine approvato all'unanimità nella seduta consiliare dalla sola maggioranza, a quanto pare, paga lo scotto della superficialità con la quale è stato buttato giù.

Le parole dell'intervista della signora Egea su “Il Tempo” sono una pioggia di tegole sulla testa dell'amministrazione di centrolega di Bassano che - analogamente ad altri Comuni dello stesso orientamento politico incalzati da mozioni di minoranza sulla cittadinanza onoraria alla senatrice Segre - ha trovato l'escamotage dell'onorificenza “bipartisan”: Shoah e Foibe controbilanciate nel paritetico riconoscimento a due donne-simbolo.
Nell'intervista Haffner dichiara di essere “certamente onorata” dall'iniziativa di Bassano, ma di “non essere stata avvisata prima da nessuno” e di non avere “alcuna intenzione di accettarla”. Per il semplice motivo che la signora Haffner non vuole essere “strumentalizzata dalla politica”. “Da quanto mi risulta, inopinatamente, in questi giorni diverse amministrazioni comunali hanno dato vita a simili iniziative nei miei confronti - aggiunge -. Una serie di mozioni a cui è stato abbinato il mio nome a quello della senatrice Segre, per un riconoscimento di cittadinanza onoraria. Se qualcuno l’ha fatto ha sbagliato e quando ne verrò a conoscenza, scriverò un "no grazie".”

Il ragionamento-chiave della risposta di diniego dell'esule istriana riguarda proprio l'accostamento forzato della sua storia con quella della senatrice ebrea superstite dell'Olocausto. “Sono due storie diverse che devono essere ricordate separatamente se si vuole in qualche modo conciliarle - spiega nell'intervista al quotidiano -. Nel momento invece in cui vengono contrapposte le persone che ne sono il simbolo - e in questo caso io, mio malgrado, per quella celeberrima mia foto da piccola con la valigia in mano in partenza da Pola - per una lotta politica, si genera confusione e si rischia di essere irrispettosi nei confronti degli stessi protagonisti.”
Sono affermazioni che pesano come macigni e che sicuramente influiranno anche sulla volontà della senatrice Liliana Segre - al di là della sua capacità autonoma di valutare le circostanze e di decidere di conseguenza - di accettare o meno a sua volta la proposta di onorificenza che le proverrà dalla città di Bassano.
Ed ecco che il successo politico conquistato dalla maggioranza in consiglio comunale si rivela effimero e si trasforma da adesso nell'errore perfetto.

La novità di oggi, riportata dai quotidiani locali, è il tentativo di salvare capra e cavoli messo in atto dal sindaco Elena Pavan che ieri - per la prima volta - ha telefonato a Egea Haffner, per cercare di ricomporre la questione e “farle cambiare idea”.
Quella stessa Egea Haffner che nessuno si era preso la briga di avvertire prima di elaborare in sede di maggioranza l'emendamento Segre-Haffner, diversamente da Liliana Segre che era stata invece preventivamente informata dalle minoranze e aveva accettato la mozione originale. Contattata dal primo cittadino, l'esule dall'Istria ha ribadito il suo “no”.
Niente strumentalizzazioni, no grazie. E al “Corriere del Veneto”, come pure il giorno prima nell'intervista a “Il Tempo”, ha ribadito che le basta il riconoscimento della “medaglia commemorativa del Sacrificio offerto alla Patria” ricevuta dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e conferita in memoriam a suo padre Kurt Haffner. Eppure oggi sul “Giornale di Vicenza” il sindaco Pavan dichiara quanto segue: “Egea Haffner mi ha confermato la sua contrarietà a ricevere la cittadinanza onoraria, ma l'ho sentita molto onorata di questa proposta, per cui personalmente penso che la partita non sia ancora chiusa.” Evidentemente il sindaco non sa che cosa significa avere a che fare con l'orgoglio di un esule.

Il Piano B tirato fuori dalla Pavan per tentare di “chiudere la partita” è stato quello invitare sempre al telefono la signora Haffner a Bassano per il prossimo Giorno del Ricordo, in memoria dei martiri delle Foibe e dell'Esodo giuliano-dalmata, che cadrà il 10 febbraio 2020. Ma per quel giorno colei che fu l'“Esule giuliana 30001” ha già un importante e inderogabile impegno a Fertilia (Alghero) - in quella Sardegna dove arrivò con la madre per essere accolta al Campo Raccolta Profughi di Cagliari dopo aver lasciato l'Istria - per partecipare alla cerimonia di avvio dei lavori del museo etnografico all'aperto “Egea”, che da lei prende il nome, dedicato alla memoria dell'Esodo giuliano-dalmata.
Niente da fare, dunque, per l'invito del sindaco alla 78enne esule dall'Istria a visitare Bassano in quella significativa data. Cose del genere, e con personaggi del genere, vanno pianificate molto prima. Del resto è facile sentirsi rispondere “mi dispiace, ma non posso esserci” quando cerchi di recuperare il terreno perso in modalità last minute, con una metodica che sa tanto di improvvisazione.
Intanto, per la gioia (si fa per dire) di Egea Haffner, la sua presa di posizione ha ulteriormente inasprito in città il contrasto politico sulla sua vicenda. E i partiti e le civiche di minoranza, usciti a testa bassa e prima del tempo dal consiglio comunale, rialzano inevitabilmente la cresta.

Oggi il Circolo del Partito Democratico di Bassano del Grappa ha inviato una lettera firmata dal segretario Luigi Tasca all'esule istriana e ai due quotidiani “Il Tempo” e “Il Trentino” che hanno pubblicato l'intervista. Nel testo il PD bassanese chiede scusa alla Haffner “perché il suo nome e la storia della sua famiglia sono finiti a sua insaputa nel, seppur piccolo, tritacarne politico cittadino e di questo c'è da vergognarsi”.
Segue una sfilza di scuse non richieste, con relative motivazioni, sull'uscita dall'aula al momento della votazione e sulla contrarietà al testo emendato dalla maggioranza.
Viene espresso persino l'intendimento “a non sottrarci in alcuna maniera” al “processo storico e politico” teso “alla memoria e al ricordo” della “sanguinosa storia delle foibe”. Detto dal PD sembra quasi un'eresia, ma scripta manent. “Siamo convinti - scrive Tasca - che non debba essere usata una “bilancia” a scopo di convenienza, come se Lei e la senatrice Segre foste i due campioni di una giostra medievale da far scontrare nell'arena politica.” Conclusione con invito a Bassano per portare la sua testimonianza “a tutti i bassanesi e in particolare agli studenti delle scuole superiori”. Vi immaginate la Haffner che dice “no” al sindaco della Lega e dice “sì” al partito di opposizione?

Non manca oggi anche la reazione dei consiglieri comunali dei quattro gruppi di centrosinistra, che in un comunicato rimarcano come Egea Haffner abbia puntualizzato “che la sua terribile vicenda e quella di Liliana Segre sono differenti e non associabili” e che “sono le stesse parole che abbiamo usato giovedì sera in consiglio, non venendo ascoltati”.
Da qui la promessa di proporre alla maggioranza “di approvare insieme un riconoscimento e un momento specifico dove poter ricordare la tragedia delle foibe”. “La Sindaca Pavan - è un altro passo del testo - ci ha chiesto inoltre di vergognarci per essere usciti dall’aula dopo che la sua maggioranza aveva inaspettatamente stravolto la nostra mozione e aveva respinto duramente la nostra richiesta di poterla ritirare nell’ottica di ridiscuterla in un clima più civile. Oggi ci vergogniamo solamente per l’ennesima brutta figura di questa inadeguata amministrazione comunale.” “Infine - concludono - in questa vicenda è venuta a galla l’evidenza che in questa maggioranza a trazione leghista, i cosiddetti “moderati” in maggioranza sono definitivamente scomparsi. La Bassano Medaglia d’Oro merita meno superficialità e maggiore buon senso.”

In fine di editoriale ritengo che la politica bassanese abbia perso una meravigliosa occasione per restare in silenzio, rispettando la scelta di una delle tante persone che hanno avuto un genitore o un parente infoibato o trucidato dalla furia del genocidio titino.
Leggere che il sindaco afferma che “la partita non è ancora chiusa” mi dà il senso di una scarsa percezione della realtà delle cose, espresse nelle dichiarazioni della Haffner con chiarezza cristallina. Leggere che un partito della sinistra italiana (che ha da sempre bollato gli esuli come “fascisti”) come il PD non intende sottrarsi “al processo storico e politico teso alla memoria e al ricordo della sanguinosa storia delle foibe” mi risuona come un atto di convenienza ipocrita. E il comunicato stampa delle minoranze di centrosinistra, di cui ho riportato solo alcune parti, trae spunto dal rifiuto dell'esule istriana per concentrarsi non tanto sul suo caso - per quanta solidarietà nei suoi confronti e per quante parole a suo favore vengano espresse nel testo - ma sul vero messaggio da diffondere e sul vero obiettivo politico da centrare: “l'ennesima brutta figura di questa inadeguata amministrazione comunale”. Anche se la “scomparsa” dei moderati in questa maggioranza a trazione leghista è un argomento che mi trova concorde e che merita ulteriori approfondimenti.

Alla luce di quanto è successo, capirete bene ora che quando ho concluso il mio editoriale “Sciò ah” pubblicato l'altro ieri rimarcando che la cosa più irritante per noi genti giuliane (esuli e figli di esuli) è essere strumentalizzati, sapevo bene che cosa scrivevo e non ho scritto fandonie. La signora Egea Haffner non ha fatto che confermarlo e, nel rifiutare una proposta di cittadinanza onoraria che ha emanato lo sgradevole odore di un contrappeso politico rispetto all'analogo riconoscimento per Liliana Segre, ha dato a tutti noi una lezione di Storia indimenticabile.

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