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Elvio RotondoElvio Rotondo
Contributor
Bassanonet.it

Geopolitica

Sahara Occidentale, un conflitto dimenticato

Con l'attenzione di tutta Europa rivolta verso l'Ucraina, pochi hanno notato le tensioni che si stanno alzando nel Mediterraneo occidentale

Pubblicato il 07-08-2023
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Il Sahara occidentale è un'area scarsamente popolata, prevalentemente desertica situata sulla costa atlantica dell'Africa e distante solo un centinaio di chilometri dall’arcipelago delle Canarie.
È di pochi giorni fa (17 luglio scorso) l’annuncio di Israele di riconoscere la sovranità marocchina sul Sahara occidentale (ex Sahara spagnolo), che insieme agli Stati Uniti saranno, gli unici paesi a favore dell'annessione da parte del Marocco del territorio conteso.
Il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha affermato che il riconoscimento del Sahara occidentale come parte del territorio marocchino "rafforzerà le relazioni tra i due paesi" e migliorerà la stabilità regionale.

Saharawi, un invisibile popolo in lotta. Si riaccende il conflitto con il Marocco.

Israele e Marocco hanno ristabilito le relazioni diplomatiche come parte degli "Accordi di Abramo", mediati dall'ex presidente Donald Trump. I due paesi avevano relazioni diplomatiche ridotte ai minimi termini già negli anni '90, interrotte dalla rivolta palestinese iniziata nel 2000.
In cambio della normalizzazione delle relazioni con Israele da parte del Marocco, l'amministrazione Trump aveva promesso nel dicembre 2020 di riconoscere la sovranità marocchina sul Sahara occidentale.
Infatti così è stato, gli Stati Uniti riconoscono l'intero territorio del Sahara occidentale come parte del Regno del Marocco.
L'annuncio ha sconvolto decenni di politica statunitense e consenso internazionale secondo cui lo status del Sahara occidentale avrebbe dovuto essere stabilito da un referendum delle Nazioni Unite, ma il Marocco ha sempre sostenuto che la soluzione a una delle crisi più lunghe del mondo sarebbe stata l'autogoverno della regione, sotto la sovranità marocchina.
La stampa marocchina riporta che malgrado la posizione del Marocco sulla causa palestinese sia oggetto di diverse interpretazioni e analisi, l'impegno del governo marocchino nei confronti della Palestina rimane comunque invariato nonostante il riavvicinamento con Israele.

La questione del Sahara occidentale è stata, per oltre quattro decenni, la ragione principale delle pessime relazioni tra Marocco e Algeria; le loro posizioni sullo status del territorio sono inconciliabili.
Il Marocco considera la sua sovranità sul Sahara occidentale una questione nazionale non negoziabile, mentre l'Algeria sostiene il fronte indipendentista Polisario (Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro).

Nel novembre 1975, il rapporto tra Marocco e Algeria peggiorò drammaticamente dopo la Marcia Verde, in cui 350.000 marocchini disarmati marciarono per diversi giorni verso la colonia spagnola. In seguito, la Spagna lasciò la regione. Con l’accordo di Madrid del novembre 1975 il Sahara Occidentale per due terzi fu assegnato al Marocco e per un terzo alla Mauritania, la quale nel 1979, a seguito di un accordo concluso con il Fronte Polisario, rinunciò a qualsiasi rivendicazione territoriale sul Sahara occidentale.
Nel 1976 venne fondata a Tindouf, in Algeria, la Repubblica Araba Democratica del Saharawi (RASD), il governo in esilio del Sahara Occidentale. La RASD diventerà in seguito membro dell’Unità africana ed è tuttora riconosciuta da un'ottantina di Paesi nel mondo.
Durante il conflitto (1975 – 1991) il governo marocchino ha deciso di costruire un muro di sabbia e pareti in pietra o terrapieni, alti circa tre metri (Berm), lungo 2.700 chilometri che dall'interno del Marocco meridionale si estende fino all'Oceano Atlantico, a Guerguerat. È stato progettato per mantenere i sahrawi in cerca di indipendenza nella parte orientale del deserto, lontano dalle risorse naturali della regione. Si stima che il “Berm” e le immediate vicinanze siano fortemente contaminate da mine antiuomo. A presidio del muro ci sarebbero anche circa 100.000 soldati marocchini. La guerra con il Marocco è proseguita per diversi anni. Le truppe di Rabat controllano due terzi del Sahara Occidentale.

Le Nazioni Unite hanno mediato un cessate il fuoco nel 1991 e istituito una missione di mantenimento della pace (Minurso - United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara) per monitorare la tregua e assistere alla preparazione di un referendum sul futuro del territorio. Il disaccordo su chi avesse il diritto di voto ha impedito che le elezioni avessero luogo.
Il Fronte Polisario ha ripreso il conflitto armato nel 2020, ponendo fine a una tregua di 29 anni. Le crescenti tensioni si sono propagate oltre i confini fino alla vicina Algeria, che ha rotto i rapporti diplomatici con Rabat nel 2021.

Nel mese di giugno scorso, truppe dell’esercito algerino sono state massicciamente schierate al confine algerino-marocchino, nei pressi di Hammaguir, a 110 chilometri da Béchar. L’azione è stata vista come risposta alle operazioni militari di Rabat contro il Fronte Polisario, e le presunte incursioni nello spazio aereo algerino di droni marocchini che, secondo Algeri, avrebbero lo scopo di spiare o monitorare le unità militari algerine. Non sarebbe la prima volta che l'Algeria ammassa il grosso del suo esercito al confine con il Marocco. Lo scorso novembre Algeria e Russia hanno effettuato manovre militari congiunte sempre nell’area di Béchar, l'ex teatro di battaglia della cosiddetta Guerra delle Sabbie tra Algeri e Rabat del 1963.
Attualmente, i due Paesi sono impegnati in una corsa agli armamenti. Il Marocco è nel bel mezzo di un importante potenziamento delle sue forze, che include un accordo di difesa aerea da 500 milioni di dollari con l’Israel Aerospace Industries. Rabat e Tel Aviv hanno firmato un accordo sulla difesa nel novembre 2021 che impegna i due paesi a cooperare per lo scambio di informazioni, progetti congiunti e vendita di armi.

L'Algeria è un gigante militare, il suo budget per la difesa nel 2022 è stato di 9,146 miliardi di dollari, il più alto in Africa. L'Algeria è anche il terzo più grande importatore di armi russe al mondo. Il Marocco ha speso 5,4 miliardi di dollari, importando il 76% delle sue armi dagli Stati Uniti, il 15% dalla Francia e il 6,8% dalla Cina.
Chiaramente, le alleanze sono strategiche per entrambi i paesi. L'Algeria rafforza la sua alleanza con la Russia, mentre il Marocco fa lo stesso con il suo partner più importante, gli Stati Uniti.
L’esercitazione annuale Africa Lion-2023, con lo scopo di rafforzare la cooperazione e l'addestramento tra gli eserciti di Washington e Rabat, gioca un ruolo importante in questo contesto. Dal 13 maggio al 18 giugno 2023, in Ghana, Marocco, Senegal e Tunisia, 18 paesi e circa 8.000 persone hanno partecipato alla più grande esercitazione congiunta annuale combinata di Africom (United States Africa Command).

Secondo fonti stampa, nel Sahara occidentale, alcuni mesi fa, ci sarebbero stati attacchi di droni delle forze marocchine, probabilmente, forniti da Turchia e Cina, contro i combattenti del Fronte Polisario che avrebbero causato la fuga di molte persone dalla regione desertica per raggiungere i campi profughi in Algeria o le città al confine con la Mauritania. Uno scenario non proprio allettante che si aggiunge alla tensione nel Maghreb degli ultimi mesi.
Il territorio conteso è dotato di riserve di fosfato di alta qualità, risorse minerarie offshore, notevoli giacimenti petroliferi e un potenziale per generare abbastanza energia rinnovabile per alimentare l'intera regione del Maghreb, tutti aspetti molto appetibili per il Marocco. Infine l'importanza della regione per il settore marocchino della pesca è enorme.

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