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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Il "Tich" nervoso

I mille volti dei nostri ragazzi

Da una parte una “task force” che picchiava su commissione, dall'altra una “task force” che aiuta a fare i compiti: due notizie di queste ore fanno riflettere sulla difficoltà di mettere a fuoco la complessa realtà delle nuove generazioni

Pubblicato il 28-02-2012
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Elena Pavan

I giovani, di solito, non fanno notizia. Del resto i giornali - ovvero i mezzi di informazione in senso lato - sono fatti dagli adulti. Chi fa il nostro mestiere è più attratto dalla dichiarazione del politico di turno o dall'ultima misura del governo in materia di pensioni o di liberalizzazioni, che non dal cercare di capire che cosa bolle nella complicata e invisibile pentola delle nuove generazioni.
E' un dato di fatto che porta con se un'evidente conseguenza: per accorgerci dei giovani, giornalisticamente parlando, deve accadere il fattaccio. Che in quanto tale non rappresenta assolutamente la pur difficile e controversa realtà dell'universo giovanile, ma spinge e concentra la pubblica attenzione su quelle che ne sono le devianze, o le presunte aberrazioni.
Siamo appena usciti da una tempesta mediatica di richiamo nazionale su quello che è stato riportato come un episodio di sesso nel bagno di un istituto superiore di Bassano del Grappa, con provvedimenti disciplinari differenziati per i due “protagonisti” della camporella scolastica. Quanto è bastato per scatenare un vespaio di reazioni, prese di posizione e analisi più o meno opportune da parte di politici, psicologi, educatori e tuttologi vari. Salvo poi apprendere, nell'intervento dei rappresentanti degli studenti della scuola pubblicato da Bassanonet, che i fatti non sarebbero andati proprio così e che “una minima indagine o verifica diretta sull'accaduto non c'è mai stata.”

Foto Alessandro Tich

Un esempio di come a muoversi come gli elefanti nella cristalleria tra le notizie che riguardano l'età più delicata, si rischia di rimanere clamorosamente spiazzati.
Ed ecco che, a spiazzarci ancora di più, è sopraggiunta la notizia di cronaca delle ultime ore: la “task force” di picchiatori su commissione, gli squadristi del “Numero Verde” pronti a pestare a sangue per conto terzi - come è accaduto lo scorso ottobre a Bassano in Quartiere Prè - i malcapitati destinatari della loro violenza a richiesta, per punire i quali bastava che qualcuno richiedesse l'intervento del “commando” con una telefonata.
Anche in questa esecrabile storia i “protagonisti” sono tutti giovani: i quattro ventenni arrestati con l'accusa di essere stati gli esecutori dei pestaggi, i loro mandanti e le loro vittime. E anche in questo caso la tentazione è quella di dipingere questa “Arancia Meccanica” in versione pedemontana come l'ennesimo, degenerato fenomeno di devianza generazionale.
Saremo sinceri: essendo anche genitori, si tratta di una notizia che ci ha veramente scosso. E la prima, umana reazione a riguardo degli autori delle aggressioni è quella di auspicare, nei loro confronti, le stesse pene corporali di cui, secondo l'accusa, si sono resi responsabili.
Ma sappiamo che non è politicamente corretto: la loro colpevolezza deve essere dimostrata da un giusto processo e incitare alla violenza per la violenza non è educativo. Ma sono anche questi gli effetti da spiazzamento, che rende molto difficile inquadrare simili notizie in una attendibile e oggettiva analisi degli odierni comportamenti sociali degli over e degli under 20.
Anche perché, per ogni fenomeno di cui “sorprendersi” o da condannare, ce n'è un altro - diametralmente opposto - che ci lancia segnali molto diversi, gettando alle ortiche qualsiasi tendenza alle facili generalizzazioni.
C'è un'altra “task force”, di cui abbiamo scritto in queste ore, a confermarcelo.
Ed è il gruppo di giovani, tutti volontari, impegnati a Bassano in ben altro tipo di “pronto intervento”: il sostegno gratuito nello svolgimento dei compiti scolastici ai bambini e ragazzi, anche loro coetanei, con difficoltà di studio.
Una notizia che ci fa rinsavire: perché è un bell'esempio di “luce accesa”, perché è solo una delle tante iniziative dell'impegno giovanile nel sociale e perché ci ricorda quale straordinario serbatoio di capacità positive sia in realtà rappresentato da una generazione che, di limitato, ha solo il numero degli anni. E che può e sa dare il meglio di sé nei tanti àmbiti in cui i giovani - questa volta per davvero - sono i “protagonisti”: nella famiglia, nella scuola, nei gruppi, nelle associazioni, nello sport. Capacità e qualità che non fanno notizia, per il semplice fatto che sono normali.
E' la “meglio gioventù”? No: è la gioventù, e basta. Ricordiamocelo, ogni volta che guardiamo i mille volti dei nostri ragazzi.

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