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Bassanonet.it
I “misteri” del civico 36
Clamore a Bassano per le rivelazioni del “Giornale di Vicenza”: presunti scavi abusivi e tunnel in via Matteotti, la caccia a un fantomatico “tesoro nazista” e un'indagine per abuso edilizio che coinvolge anche l'ex vicesindaco Giunta
Pubblicato il 13-10-2011
Visto 6.762 volte
Abbiamo appena pubblicato su Bassanonet.tv “I misteri di Bassano” - scanzonata parodia delle trasmissioni di Roberto Giacobbo, che racconta di improbabili e inattendibili segreti nascosti in riva al Brenta - ed ecco che spunta all'improvviso in città un “mistero” reale.
Che parla di presunti scavi abusivi e di tunnel sotterranei scoperti nel sottosuolo di un immobile in ristrutturazione già sottoposto a sequestro giudiziario in via Matteotti nel cuore di Bassano e di un fantomatico “tesoro dei nazisti” che potrebbe essere stato nascosto nei locali underground dell'edificio.
Ma che parla anche, molto più esplicitamente, di un'inchiesta per abuso edilizio - condotta dalla polizia giudiziaria del Corpo Forestale e coordinata dal sostituto procuratore Gianni Pipeschi - che coinvolge tra gli altri anche il progettista dei lavori, ing. Stefano Giunta, ex vicesindaco e attuale capogruppo e consigliere di maggioranza di Bassano del Grappa.
Il cartello del cantiere ai civici 36 e 38 di via Matteotti a Bassano
Ci riferiamo allo scoop pubblicato oggi sul “Giornale di Vicenza”, che rivela i retroscena del sequestro giudiziario imposto per quasi un anno e mezzo al cantiere dell'immobile ai civici 36 e 38 di via Matteotti, sul quale recentemente è stato disposto il provvedimento di dissequestro.
Secondo quanto riportato dal quotidiano, le indagini della Forestale all'origine del sequestro penale hanno rivelato un'ingente attività di scavi abusivi sotto il cantiere, che sarebbero giunti fino a 4 metri di profondità portando al rinvenimento di locali e cunicoli sotterranei rivestiti in mattoni e successivamente rinforzati con strutture in laterizi e metallo per evitarne il crollo.
L'indagine, scattata nel 2008, sarebbe stata quindi supportata da foto e filmati delle operazioni di scavo consegnati agli investigatori da una guardia giurata “pentita” che avrebbe avuto il compito di sorvegliare gli operai impegnati negli scavi e di impedire che estranei entrassero nel cantiere.
Ed è qui che si innesta il lato “misterioso” della vicenda: secondo la testimonianza del vigilantes, che avrebbe documentato “dialoghi e sopralluoghi”, l'obiettivo dei lavori abusivi sarebbe stata la ricerca di “un tesoro nazista” che però nessuno è riuscito a trovare. Una caccia al tesoro sospesa tra le voci di piazza e la leggenda metropolitana, secondo cui una delle stanze sotterranee di via Matteotti sarebbe stata utilizzata negli anni '40 dai nazisti come covo e quindi come cassaforte segreta di oggetti preziosi prelevati dalle Ss nelle case del Bassanese.
Di tutta questa storia resta un presunto buco sotterraneo a pochi metri dal municipio, recentemente ricomposto dai proprietari dell'edificio che per questo motivo è stato dissequestrato, e un'inchiesta che vede nel registro degli indagati, oltre a Giunta, la proprietaria dell'immobile Marina Bragagnolo, di Bassano e il responsabile dei lavori di scavo Francesco Dal Moro, di Curtarolo.
Tra i reati contestati ci sarebbe la simulazione della rimozione di materiale di riempimento al civico 38 a copertura delle operazioni di scavo sotto il civico 36 senza i necessari permessi; la mancata denuncia alle autorità competenti del rinvenimento di strutture e fondazioni antiche e, per il solo Giunta, il falso ideologico per le “inesattezze contenute nella sua relazione tecnica”.
Accuse che, ovviamente, sono tutte da provare e che attendono la conclusione formale dell'inchiesta. La decisione sul rinvio a giudizio o meno dei tre indagati, su richiesta del pubblico ministero, spetterà al Giudice per l'Udienza Preliminare.
Abbiamo provato a contattare nel pomeriggio Stefano Giunta per avere sue dichiarazioni in merito, ma dal suo cellulare ci ha risposto solo il messaggio di “utente al momento non raggiungibile”.
Oggi, intanto, in città non si è parlato d'altro e la vicenda fa discutere per le sue possibili ripercussioni politiche.
“Se la magistratura giudicante accerterà il coinvolgimento del capogruppo Stefano Giunta - ha dichiarato oggi in una nota il consigliere della Lega Nord Nicola Finco - gli chiederemo formalmente le dimissioni da ogni ruolo pubblico ricoperto nell’amministrazione bassanese. Oggi il gruppo leghista in Consiglio comunale gli chiede di autosospendersi da consigliere, vista la gravità delle accuse che al momento gli vengono rivolte, ma soprattutto di spiegare nella prossima seduta d’aula le proprie motivazioni informando il Consiglio di quanto sta accadendo”.
“Chiediamo in particolare a Giunta - aggiunge Finco - di riferire all’aula sulla relazione tecnica da lui redatta riguardo agli scavi di via Matteotti, e che oggi gli viene contestata per motivi che ad una prima lettura sembrerebbero gravi ed in contrasto con il suo ruolo. Questo sia per rispetto verso l’istituzione cittadina, sia per ascoltare le sue ragioni sull’accusa che, leggiamo sulla stampa, riguarderebbero il falso ideologico ‘per le inesattezze contenute nella sua relazione tecnica allo scopo di evitare che i tecnici del Comune scoprissero l’attività abusiva di scavo’”.
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