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“Graduatorie scolastiche, disattesa dal Capo dello Stato la volontà politica”
Cancellata dal decreto “Milleproproghe” la norma sulle graduatorie su base provinciale. Insorgono gli assessori Donazzan e Martini: “Ha il sapore dell'ingiustizia”
Pubblicato il 25-02-2011
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Elena Donazzan e Morena Martini colpiscono ancora. I due assessori all'Istruzione in quota PdL - il primo della Regione, il secondo della Provincia - intervengono sull'obiezione del Presidente della Repubblica su un emendamento del “decreto Milleproroghe” che prorogava le graduatorie provinciali degli insegnanti precari.
L'emendamento in questione, firmato dal senatore leghista Mario Pittoni, proponeva di fatto di “congelare” le graduatorie a esaurimento degli aspiranti insegnanti fino al 31 agosto 2012, vietando anche di iscriversi in graduatorie di istituto in una provincia diversa da quella permanente.
Dopo le riserve espresse dal Capo dello Stato, il governo ha cancellato la norma dal decreto, garantendo in questo modo ai 250mila precari della scuola il diritto all'assunzione per merito, e non per provenienza geografica, in ogni parte del territorio nazionale.
Decreto "Milleproroghe": la provenienza del docente non sarà un requisito per le graduatorie. Insorgono gli assessori del PdL
“Troviamo incredibile - affermano Donazzan e Martini - che una proposta sacrosanta di tutelare i nostri insegnanti perché non siano scavalcati ingiustamente nelle graduatorie da insegnanti di altre regioni, magari solo per prendere il posto per tornare immediatamente il più vicino possibile a casa, beffando chi, magari da anni, attende di entrare di ruolo o di avere supplenze dignitose, abbia trovato l’obiezione del Capo dello Stato”.
“Ma la cosa che più ci preoccupa - sottolineano i due assessori - è che, ancora una volta, la volontà politica sia stata disattesa da chi si cela dietro il rispetto dei principi del dettato costituzionale”.
“In questo caso - precisano Donazzan e Martini - il Capo dello Stato avrebbe dovuto rispettare la volontà e l'impegno politico di tutelare i lavoratori rispetto ai propri diritti acquisiti, e non sollevare obiezioni sull'emendamento presentato nel decreto Milleproroghe”.
“Ha il sapore dell'ingiustizia - concludono i due assessori -, ma gli insegnanti del Veneto sappiano che certamente questa volta la politica aveva fatto e bene il proprio dovere”.
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