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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 19-02-2011
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“Il 17 marzo non c'è proprio nulla da festeggiare: la Festa nazionale per il 150° dell'Unità d'Italia è tanto inutile quanto economicamente dannosa e svantaggiosa. I Veneti e i cittadini del Nord non sentono affatto il bisogno di celebrare qualcosa che non ha alcun senso festeggiare".
E' questo il commento dell'europarlamentare della Lega Nord, Mara Bizzotto, sull'istituzione della festività nazionale del prossimo 17 marzo per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia.
"All'inutilità intrinseca di questa festa - continua la Bizzotto - si aggiungono ora gli ingenti danni economici causati dallo stop del sistema produttivo del Paese per uno o addirittura più giorni lavorativi. Invece di perdere tempo e soldi per organizzare palchi e orchestrine tricolori, i soloni della retorica nazionalista farebbero meglio ad affrontare i veri problemi dei cittadini e di questo sgangherato Paese, che senza federalismo rischia di collassare definitivamente".
Lega sugli scudi per il 150 anni dell'Unità d'Italia: l'europarlamentare Mara Bizzotto e l'assessore regionale Roberto Ciambetti
"Avanti di questo passo - conclude l'onorevole Bizzotto - più che Festa del 150° dell'Unità d'Italia, questa diventerà la Festa degli sprechi"
L'intervento dell'europarlamentare segue la decisione di ieri del Consiglio dei Ministri - assente al momento del voto il ministro Maroni, astenuti i ministri Bossi e Calderoli - che ha decretato ufficialmente il 17 marzo festa nazionale per celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Secondo quanto stabilito dal decreto legge del governo, la copertura finanziaria della Festa di Italia 150 sarà garantita dal trasferimento “degli effetti economici e degli istituti giuridici della festa del 4 novembre” che quest'anno, sotto il profilo civile, non godrà quindi dello status di festività. Escamotage che ha provocato la reazione dell'assessore regionale leghista Roberto Ciambetti.
“Declassare il 4 novembre per festeggiare il Regno Sabaudo - dichiara Ciambetti - è una offesa alla memoria e un insulto alla storia”.
“Il 4 novembre, almeno dalle nostre parti - aggiunge - è una festa popolare e da noi l’Inno del Piave o del Grappa così come Il Ponte di Perati sono canti sentiti e vissuti dalla gente, perché essi riassumono la tragedia di due guerre mondiali, di tanta gente mandata a morire senza sapere perché e per chi.”
“Non dimentichiamo che quei Savoia, di cui si festeggia il 17 marzo l’incoronazione a re d’Italia - conclude Ciambetti - avevano non poche mire espansionistiche quanto antidemocratiche nonché coraggio da vendere, considerata la precipitosa e vergognosa fuga a Brindisi, quando Vittorio Emanuele III abbandonò l’intero paese al massacro, alle deportazioni, alle rappresaglie fino alle foibe”.
19-08-2025
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