Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 18-01-2011
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Il “grande muro” della Lega Nord contro le celebrazioni del 150simo dell'Unità d'Italia comincia a mostrare le prime crepe. E a lanciare il sasso nello stagno padano non è un leghista qualsiasi: ma Flavio Tosi, emergente e battagliero sindaco di Verona, terzo sindaco più amato d'Italia (classifica del “Sole 24 Ore”) ed esponente di spicco della new generation leghista ai vertici del potere locale.
Intervistato dal “Corriere del Veneto”, e ribattuto dall'agenzia ANSA, Tosi ha dichiarato di avere “un forte senso di identità nazionale”, affermando che “ridiscutere le basi dell'Unità Nazionale non sta né in cielo né in terra”.
“Essere convintissimi del federalismo - ha aggiunto ancora il sindaco di Verona - non contrasta con l'amor di Patria. Io cito sempre l'esempio degli Stati Uniti, massima espressione di Paese federale dove l'amor di Patria è fortissimo”.
Il sindaco di Verona Flavio Tosi e il consigliere regionale Nicola Finco
Un intervento controcorrente rispetto alla posizione condivisa dai maggiorenti della Lega Nord-Liga Veneta - governatore Luca Zaia in primis - a cui l'idea di celebrare in pompa magna l'anniversario dell'Unità d'Italia fa venire il mal di pancia.
E che ha avuto una recente conferma nell'intervento del consigliere regionale leghista Nicola Finco durante l'animata seduta pre-natalizia del consiglio regionale che ha fatto saltare in aula, per le divergenze interne alla maggioranza Lega-PdL, il voto sulla legge per le celebrazioni del 150° dell'unificazione del nostro Stato.
Secondo Finco - che a Venezia ha sottolineato come il Veneto sia stato annesso all'Italia nel 1866 “con un plebiscito-truffa” - non c'è in realtà nulla da festeggiare “perché è stato un calvario di mortificazioni, di sfruttamento e di tasse” con “uno svilimento della storia, della cultura e della lingua veneta”. Aggiungendo che “l'Italia è unita solo dai confini geografici, ma nella sostanza non esiste”.
Alle esternazioni di Finco, esponente della cosiddetta ala veneto-integralista, è seguito un intervento sulla stampa, dello stesso tono, dell'europarlamentare Mara Bizzotto che di Finco è la potente madrina politica.
Anche per la Bizzotto c'è poco da festeggiare per “un'unità che esiste solo a parole e che in 150 anni ha preso solo le sembianze del centralismo romano”. E sempre per l'euro-onorevole non c'è niente da festeggiare “fino a quando non sarà completato il federalismo, l'unica vera grande riforma che può tenere in piedi questo sgangherato Paese”.
Andate però a dirglielo a Flavio Tosi, che ha già annunciato di voler celebrare il centocinquantenario dell'Unità d'Italia a Verona e di attendere nuovamente, per l'occasione, il presidente Napolitano.
Tosi e Finco: un'inedita accoppiata, del tutto divergente, di fratelli (?) d'Italia.