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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
“Sono passati i Celti alle Grotte di Oliero”
Il Parco naturale delle Grotte di Oliero deturpato dai resti del “Brintaal Celtic Folk”. La denuncia di Ivan Pontarollo, gestore del complesso turistico
Pubblicato il 06-09-2010
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Il Brintaal Celtic Folk Festival? Un' autentica orda celtica.
E' la denuncia di Ivan Pontarollo, gestore del Parco delle Grotte di Oliero in Comune di Valstagna, l'area che nei giorni scorsi - dal 21 al 29 agosto - ha ospitato la 9° edizione del seguitissimo “Festival della Musica e della Cultura celtica in Valbrenta”.
Con una segnalazione inviata in redazione, corredata da diverse foto, Pontarollo punta il dito sulle condizioni del parco dopo la chiusura della manifestazione, con “cancelli divelti, oggetti pericolosi, escrementi umani e immondizia abbandonati ovunque”.
Uno dei cancelli del Parco, divelto da ignoti durante il Brintaal Celtic Folk
“Questo - puntualizza l'operatore turistico - è quello che ancora resta dopo un nostro primo intervento di pulizia, già effettuato lunedì scorso per rendere il parco almeno presentabile in vista della riapertura ai clienti”.
“Oltre a tutto ciò - prosegue il gestore - nonostante a Valstagna ci sia un'area camper autorizzata con i servizi, il parcheggio del complesso turistico ma anche il parco stesso e il lungo-Brenta sono stati trasformati per quasi una settimana in qualcosa di molto simile ad un campo nomadi abusivo, con camper, furgoni adibiti a camper, auto, moto e tende parcheggiati ovunque, come si può notare sempre dalle foto.”
Tra le foto allegate al comunicato è stata inserita anche un'istantanea del parco così come era stato consegnato solo qualche giorno prima del festival celtico.
A onor del vero, gli organizzatori del Brintaal Celtic Folk - nel loro sito internet - avevano ricordato ai partecipanti che il festival “si svolge all'interno di un parco naturale e nel territorio di un Comune, come quello di Valstagna, che soffre di grosse carenze di viabilità”, raccomandando quindi “il massimo rispetto della zona”.
Un appello che, a giudicare dalle testimonianze fotografiche, è andato completamente a vuoto.
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