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Attualità

Tre anni di pena

Il ministro Nordio: “Il Tribunale di Bassano aprirà fra tre anni”. Il Comitato di Vicenza: “Solo un annuncio politico, senza sostanza né prospettiva. Continuare a diffondere illusioni su tribunali improvvisati significa prendere in giro i cittadini”

Pubblicato il 29-10-2025
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Elena Pavan

Il nuovo Tribunale di Bassano del Grappa, alias Tribunale della Pedemontana?
Ricomincia da tre, come il film di Massimo Troisi.
Almeno a giudicare dalle dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che all’assemblea degli Ordini degli Avvocati del Triveneto svoltasi sabato scorso a Treviso ha affermato - senza lasciare spazio ad altre ipotesi tecnicamente alternative - che il presidio di giustizia in riva al Brenta “aprirà fra tre anni”. Ovvero, prima il Ministero dovrà sciogliere l’intricatissimo nodo dell’assunzione del personale, affinché la resurrezione dell’ottavo tribunale del Veneto “non avvenga a scapito di alcun altro ufficio giudiziario, sia per la componente dei magistrati sia per il personale”. Dopodiché il Tribunale di Bassano del Grappa potrà essere finalmente aperto, ma comunque non prima del 2028.

Foto FulBicildrone - archivio Bassanonet

Tre anni rappresentano davvero un’eternità per chi ha subito stappato lo spumante, dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri dello schema di disegno di legge di revisione della riforma della geografia giudiziaria, per “l’immediata riapertura del Tribunale della Pedemontana”.
E se ci fate caso, dando per certa la naturale conclusione della legislatura del Governo Meloni nel 2027, nel 2028 siederà a Palazzo Chigi un altro Governo.
Che potrebbe benissimo essere la prosecuzione di quello attuale, ma - in un Paese politicamente ondivago come il nostro - anche no.
Una cosa è certa: i tempi per l’istituzione del nuovo Tribunale di Bassano del Grappa - che deve passare anche al vaglio della discussione e del voto in Parlamento affinché il disegno di legge sia convertito in legge - si allungano sensibilmente rispetto a quanto previsto.
E non a caso, sul fronte bassanese, si ritorna già ad alzare la guardia.
Non si capirebbe altrimenti perché l’avvocato e consigliere comunale di Bassano del Grappa Chiara Tessarollo, presentando oggi la sua candidatura alle elezioni regionali nella lista di Forza Italia - di cui riferirò in un altro articolo nel nostro canale “Elezioni Regionali 2025” - abbia inserito tra i punti del suo programma “il sostegno al Tribunale della Pedemontana”.
Dichiarando in conferenza stampa che “la Regione deve continuare a sostenere il progetto”.
E non vedo che necessità abbia la Regione di farlo, se il nuovo Tribunale di Bassano fosse una certezza assoluta: si tratta quindi di un segnale di “preallarme” sui destini della giustizia bassanese.
Oggi intanto è tornato alla carica il Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza, che in un comunicato stampa trasmesso in redazione dal suo presidente, avv. Gaetano Crisafi, bolla le dichiarazioni del ministro, motivando i perché, come “prive di fondamento” e “ribadisce con forza che la priorità non è inventarsi nuovi tribunali-fantasma, ma potenziare quelli che già esistono e che servono davvero il territorio”.
Come dal testo che segue.

COMUNICATO

Il Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza, denuncia con fermezza la superficialità e la confusione che continuano a circondare il progetto del cosiddetto Tribunale della Pedemontana.
Le recenti dichiarazioni secondo cui il nuovo Tribunale di Bassano “aprirà tra tre anni” sono prive di fondamento. Non esiste alcun disegno di legge depositato né calendarizzato alla Camera o al Senato. Nessun testo, nessuna copertura, nessun atto concreto: solo un annuncio politico, senza sostanza né prospettiva.
Ma ciò che lascia davvero sconcertati è l’idea, che basterebbero sette magistrati per riaprire un Tribunale. Un’affermazione che definire surreale è un eufemismo.
Chi conosce la macchina della giustizia sa bene che un organico del genere renderebbe impossibile qualsiasi operatività reale: incompatibilità, carichi di lavoro, udienze, funzioni e supplenze lo renderebbero un Tribunale “di nome” ma non di fatto.
Sette magistrati non bastano nemmeno a garantire un ruolo civile e penale dignitoso in una sezione distaccata, figuriamoci a far funzionare un intero presidio giudiziario.
Il Ministro Nordio ha parlato di un’apertura “fra tre anni”, cioè oltre la fine della legislatura e del suo mandato: un impegno per il futuro degli altri, non una risposta per il presente.
Il Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza ribadisce con forza che la priorità non è inventarsi nuovi tribunali-fantasma, ma potenziare quelli che già esistono e che servono davvero il territorio.
Vicenza ha bisogno di magistrati, cancellieri, personale e risorse, non di proclami e passerelle.
La giustizia non è uno slogan elettorale. È un servizio pubblico, e va trattato con serietà.
Continuare a diffondere illusioni su tribunali improvvisati significa prendere in giro i cittadini e svilire il lavoro di chi, ogni giorno, tiene in piedi la giustizia con dedizione e sacrificio.
Vicenza merita rispetto. La Giustizia merita verità. E chi parla di tribunali con sette magistrati, merita soltanto silenzio.

COMITATO PER UNA GIUSTIZIA DI QUALITA’ A VICENZA

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