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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Progetto Pilota
Impegno per Bassano sull’incontro di presentazione delle alternative progettuali sul Teatro: “Il parere dei cittadini non si chiede con una conferenza a suo modo pilotata, prima ci deve essere una valutazione onnicomprensiva del caso”
Pubblicato il 14-01-2024
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Liscia, gassata o Ferrarelle?
Comunque sia, il tema del Teatro comunale è il nuovo effervescente naturale della politica cittadina. A pochi mesi, peraltro, dalle elezioni comunali.
Come ben sappiamo, ci sono tre opzioni alternative in ballo: acquisto e ristrutturazione del Teatro Astra; costruzione ex novo di un Teatro nell’area del parcheggio Le Piazze; costruzione ex novo di un Teatro nell’area dell’ex Polo Museale Santa Chiara.

Foto Alessandro Tich
E venerdì scorso nella sala Chilesotti del Museo Civico l’amministrazione comunale ha promosso un pubblico incontro di presentazione delle medesime, per voce dei rappresentanti della società ViTre Srl che su commissione del Comune ha elaborato il DOCFAP ovvero il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali per la realizzazione di un Teatro Comunale a Bassano.
Ma per la lista civica forse di maggioranza Impegno per Bassano quello di venerdì scorso è stato un incontro “pilotato”, perché “in realtà ad essere trattata è la sola alternativa data, cioè la costruzione ex novo di un teatro in un posto X oppure in un posto Y”.
Secondo la lista di Marin & C., sulla vicenda Teatro non sono state date risposte di “buon governo” che abbiano affrontato preliminarmente gli aspetti fondamentali della questione, senza aver fatto “una valutazione onnicomprensiva del caso”.
Lo afferma un comunicato stampa trasmesso oggi in redazione dal direttivo di Impegno per Bassano, che riportiamo di seguito:
COMUNICATO
Come molti sapranno si è svolta nella tarda serata di venerdì la conferenza pubblica sul tema nuovo teatro cittadino.
Sembrava che finalmente si fosse avuta l'accortezza di presentare le varie opzioni a chi poi di quell'opera ne dovrà usufruire ma soprattutto a coloro i quali dovranno contribuire alla spesa, ovvero i cittadini.
Diciamo sembrava, perché in realtà ad essere trattata è la sola alternativa data, cioè la nuova costruzione ex-novo di un teatro in un posto X oppure in un posto Y.
Apprezziamo il tentativo, ma il parere dei cittadini non si chiede con una conferenza a suo modo pilotata e soprattutto prima ci deve essere una valutazione onnicomprensiva del caso.
Sono tante le domande a cui un buon governo deve dare una risposta, tipo: in questo momento storico è opportuno che io amministratore sottoponga i miei cittadini a sostenere una spesa così gravosa? Siamo sull'ordine dei 16/18 milioni di euro ovvero 15/16 mila euro a poltroncina per essere più precisi, togliendo risorse ad opere che potrebbero essere di interesse più ampio?
Esiste un palazzo privato vincolato a solo uso culturale (Astra): ho tentato tutte le strade praticabili prima di accantonare l'idea e lasciare l'ennesimo stabile vuoto, chiuso a chiave per altri 20/30 anni?
E ancora come sono messi i bilanci dei teatri nelle altre città, o meglio l'opera si sosterrà o creerà un debito?
È quindi doverosa una valutazione dell'impatto sull'investimento nel bilancio del comune, che rappresenti effettivamente un investimento per il futuro, “un debito di qualità” e in questo senso anche la valutazione dei successivi costi di gestione della struttura.
Ancora, mi sono domandato in che percentuale i miei cittadini vogliano veramente tale opera magari proponendo un referendum?
Ecco proprio a questa ultima domanda viene data, durante il dibattito, una risposta inconfutabile.
Per stessa voce della D.ssa Rosa Scapin, che ha condotto un certo tipo di studio, si apprende che è radicalmente cambiato l'interesse verso le opere teatrali, e che negli ultimi 15 anni si è di molto parcellizzata la platea, che va a teatro scegliendo per lo più opere in prosa portando all'uso di sale più contenute.
La stessa città di Vicenza, usa pochissimo il proprio Teatro con i suoi 1000 posti e che sempre più vi è l'utilizzo del piccolo teatro di 400 posti che è più che sufficiente a soddisfare la richiesta del pubblico pagante.
Solo e soltanto una volta espletate tutte queste valutazioni un buon governo si confronta e porta tutte le opzioni a conoscenza della città, portando tutti gli attori dell'opera sul palcoscenico, non soltanto una parte.
A nostro parere non basta un incontro pubblico, molto partecipato, a dimostrare l’alto interesse cittadino per una soluzione definitiva al problema ormai decennale della mancanza di un teatro degno della città.
Sono questioni importanti che non si mettono sul tavolo, in modo parziale tra l’altro, a due mesi dall’inizio della campagna elettorale.
Speriamo che le bocce vengano fermate e che vengano lasciate aperte le varie opzioni, senz’altro da approfondire, a chi governerà Bassano nei prossimi 5 anni.
Una volta condivisa la scelta definitiva, si deve partire decisi con i lavori.
È un percorso lungo e faticoso lo sappiamo, ma è l'unico e imprescindibile che conosciamo per #labassanochevogliamo.
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