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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

I Verdi: “Perché diciamo no alla Pedemontana Veneta”

In un comunicato stampa i Verdi per la Costituente Ecologista spiegano i motivi della loro opposizione alla realizzazione dell'infrastruttura

Pubblicato il 11-01-2010
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dei Verdi per la Costituente Ecologista del Vicentino in merito al progetto della Superstrada Pedemontana, giunto alla fase della comunicazione degli espropri ai proprietari di immobili e terreni lungo il tracciato nell'imminenza dell'apertura dei cantieri per la realizzazione dell'infrastruttura:

“Pur condividendo la necessità di uno sforzo comune da parte delle istituzioni, per adeguare le viabilità in vista di un miglioramento della mobilità dei cittadini e delle merci, non possiamo accettare le attuali soluzioni viabilistiche proposte per l’area pedemontana veneta.

Superstrada Pedemontana: arriva il "no" dei Verdi per la Costituente Ecologista

L’infrastruttura denominata ‘’Superstrada a pagamento Pedemontana Veneta’’ tradisce completamente il risultato ed i propositi della Conferenza dei Servizi del 31 Marzo 2001.
In tale sede i Sindaci del vicentino e del trevigiano espressero la loro scelta per una infrastruttura a basso impatto e a servizio del territorio.
Sembra ora, avvalorato anche dalla molte preoccupazioni delle Amministrazioni Comunali, prendere consistenza un progetto di natura autostradale, ad altissimo impatto ambientale e completamente scollegato dalle esigenze di viabilità del territorio.”
Pertanto i motivi della nostra contrarietà a questo progetto vengono confermati in base alle seguenti considerazioni.
L’infrastruttura asserva il territorio anziché porsi al servizio del territorio stesso. Ne e’ chiara evidenza il fatto che l’intero tratto della preesistente ‘’Gasparona’’ e variante sud SS 248 (tangenziale di Bassano) viene riproposta come strada, mantenuta nella sua sede o riproposta come complanare, per dare continuità al traffico locale. Questa e’ la prova evidente che la nuova infrastruttura autostradale non serve al traffico locale anzi lo complica e lo rallenta interferendo pesantemente sull’attuale viabilità.
Il fatto stesso che il traffico locale abbia bisogno di una sua rete indipendente da mantenere o ripristinare, prevede l’asservimento del territorio per traffici esterni di media e lunga percorrenza, scollegati a esigenze produttive o di mobilità locale, con discutibili vantaggi per il territorio e sicuri svantaggi in termini di aumento notevole del livello di inquinamento da gas di scarico e acustico e di devastazione ambientale senza precedenti e non prevista. Quest’ultima considerazione relativa al danno ambientale appare in tutta la sua evidenza considerando il fatto che l’infrastruttura non sfrutta affatto i sedimi esistenti come previsto invece dalla legge ma si ripropone in nuova sede in tratti a nord ed in tratti a sud rispetto ai sedimi stradali già esistenti.
Rimane invariato e senza nessuna garanzia di soluzione il gravissimo rischio già espresso più volte dai capitolati tecnici dei progetti preliminari del danno alle falde acquifere ed in definitiva a tutto il bacino idrogeologico alimentato dall’alta pianura dove l’autostrada pedemontana e’ stata progettata. La vulnerabilità del sistema idrogeologico in caso di sversamento di sostanze tossiche sia in fase di realizzazione dell’infrastruttura che nella fase di esercizio potrebbe rendere le acque inutilizzabili a scopi potabili per molti decenni e per molti chilometri a sud dell’autostrada con danni inestimabili a carico delle comunità del Veneto.
Appare in tutta la sua evidenza il danno economico della realizzazione di questa infrastruttura che insiste in un’area a forte vocazione sia produttiva ( con culture tipiche come i vitigni nella zona di Breganze, la ciliegia nella zona di Marostica e l’asparago nel bassanese) sia a vocazione produttiva e residenziale. Ne e’ evidenza il numero senza precedenti di cittadini espropriandi ed il numero francamente inacettabile di edifici abitativi soggetti a demolizione.
Manca del tutto qualunque ipotesi di intermodalità ferro-gomma cioè la relazione con le reti ferroviarie esistenti in modo da integrare i movimenti stradali delle merci con un piu’ razionale trasporto mediante ferrovia. Si continuano a privilegiare i sistemi inquinanti di trasporto andando contro le attese di riduzione dei gas serra.
Pertanto, come Verdi per la Costituente Ecologista del Vicentino, esprimiamo la nostra più ferma opposizione a questo progetto per i danni al territorio e alla vivibilità dello stesso.
Inoltre chiediamo che ci sia un inversione di rotta sulla progettazione e sullo sviluppo del territorio che faccia sì che si punti su uno sviluppo sostenibile e sulla qualità della vita e dell’ambiente, visti anche i problemi ecologici che stanno affliggendo il pianeta e che hanno ricadute anche in Veneto e che saranno sempre più gravi nei prossimi anni.
Chiediamo inoltre alla popolazione interessata all’infrastruttura e non di manifestare la loro più ferma opposizione per far sì che venga quantomeno radicalmente modificato il progetto. Mettiamo infine a disposizione tutta la nostra struttura organizzativa sul piano legale per eventuali necessità dei cittadini soggetti ad espropri o demolizioni.

Verdi per la Costituente Ecologista del Vicentino”

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