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Marca da bollo
Tribunale della Pedemontana: intervista al presidente della Provincia di Treviso e sindaco di Castelfranco Veneto Stefano Marcon. “Recuperare quell’immobile e creare un nuovo bacino dà ai territori una risposta che manca da tempo”
Pubblicato il 11-06-2023
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Al primo dei tre incontri a Bassano del Grappa del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari con i portatori di interesse del territorio, quello con i rappresentanti degli enti locali (Comuni, Province e Regione) dello scorso 24 marzo, c’era anche lui.
Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso. Vestito con la fascia azzurra, rappresentativa della sua carica.
Ma avrebbe potuto anche indossare la fascia tricolore, visto che è anche il sindaco di Castelfranco Veneto.

Il presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon (foto Alessandro Tich)
Come ho già riportato nel mio articolo “Supersquadra Pedemontana”, dedicato a quell’incontro, gli enti pubblici del comprensorio allargato a cui si rivolge il progetto del Tribunale si erano espressi all’unisono a favore della sua istituzione.
70 Comuni, tre Province e la Regione Veneto totalmente concordi nel richiedere al Governo di riattivare il Tribunale nella città di Bassano come sede giudiziaria di riferimento di area vasta. Fra quelle tre Province c’è anche Treviso e fra quei 70 Comuni c’è anche Castelfranco Veneto.
Marcon, nella sua duplice veste istituzionale, si ritrova pertanto ad essere doppiamente favorevole alla richiesta di giustizia di prossimità che si leva dal territorio.
Si trova peraltro in buona compagnia, dal momento che anche nei due successivi incontri a Bassano del sottosegretario Ostellari, rispettivamente con le categorie economiche e con gli ordini professionali, le voci levatesi dal territorio di Treviso si sono analogamente espresse a sostegno del nuovo Tribunale.
Un progetto che riscriverebbe la geografia giudiziaria in Veneto a beneficio di una fascia territoriale con mezzo milione di abitanti, tanto centrale per il Nordest quanto fino adesso periferica nei fatti, al netto dello sviluppo non solo infrastrutturale che viene promesso nell’area dalla Superstrada Pedemontana Veneta.
In campo giudiziario la linea del Piave (e del Sile) si unisce dunque a quella del Brenta, con la sola esclusione dell’ordine degli avvocati di Treviso che assieme all’ordine degli Avvocati di Vicenza e a quello di Padova, come ben sappiamo, ha deliberato un deciso “niet” all’istanza di gestione autonoma della giustizia ai confini dell’impero. Ma è proprio il caso dell’eccezione che conferma la regola.
Insomma: la Marca trevigiana appone la sua Marca da bollo sul progetto del Tribunale di area a Bassano e la Provincia di Treviso e il Comune di Castelfranco Veneto sono entrati anche a far parte, tra i numerosi altri, dell’organico “allargato” del Comitato per l’Istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta che rappresenta l’evoluzione del vecchio Comitato per la salvaguardia del Tribunale di Bassano e che si è riunito nei giorni scorsi sempre nella nostra città.
Incontro il presidente Stefano Marcon ad Asolo a margine della cerimonia di inaugurazione della rotatoria Tavernetta, opera attesa da quarant’anni alla trafficata e strategica intersezione tra la Sp 248 (via Bassanese) e la Sp6 (via Castellana) e realizzata dall’amministrazione del sindaco Mauro Migliorini in compartecipazione economica con la Regione Veneto e con la Provincia di Treviso.
Presidente Marcon, da cosa è motivata la sua posizione a favore del Tribunale della Pedemontana?
Rispetto a questa progettualità, sono a confermare che sia come Provincia e sia come Comune di Castelfranco Veneto noi siamo pienamente convinti che sia un servizio da ridare ai territori. Passare da sette ad otto tribunali in Veneto significa dare delle risposte a tutti coloro che hanno a che fare con la giustizia. Significa avere nuovi operatori di giustizia, perché è stato confermato che il nuovo tribunale avrà del personale aggiuntivo ed è quindi fugata l’ipotesi di ridistribuzione del personale esistente. Vedo che c’è il pieno appoggio di tutto il territorio, salvo gli ordini degli avvocati. E ci può stare, perché la vedono dal loro punto di vista. Io dico però che come in tutte le cose, quando ci sono trasformazioni il cambiamento un po’ spaventa, ma ribadisco che recuperare quell’immobile e creare un nuovo bacino, secondo me dà ai territori una risposta che manca da tempo.
Possiamo dire che abbiamo superato l’epoca dei “confini”, nei tempi in cui si parlava di Provincia di Bassano, e che l’accordo dei territori sul tribunale rappresenta una nuova dimensione interprovinciale?
Di servizi interprovinciali abbiamo vari esempi, se andiamo a guardare dal trasporto pubblico a tante altre cose. Quindi ci sono oggi delle aree, delle zone che devono essere considerate come ambiti territoriali ottimali. E rispetto alle criticità del Tribunale di Vicenza, piuttosto che di quello di Treviso e di quello di Padova, concentrare l’Alta Trevigiana, l’Alta Padovana e l’Alto Vicentino in quel di Bassano dà una risposta che va oltre quei confini che sono disegnati sulla carta e che hanno una loro storicità. Ma bisogna andare oltre. Mi viene in mente l’esempio della Provincia di Monza e Brianza, che è nata all’epoca su costola della Provincia di Milano. Ci ha messo vent’anni a portare a casa il gonfalone. Sono andato poco tempo fa al momento ufficiale e sono partiti con la nuova prefettura, la nuova questura, i nuovi comandi di polizia e delle forze dell’ordine. Ci è voluto del tempo, ma le istanze e le risposte che vengono date a quel bacino, che ha quasi un milione di abitanti, sono risposte più celeri rispetto all’ex Provincia di prima.
Dopo gli incontri a Bassano del sottosegretario Ostellari, adesso segue l’iter formale del disegno di legge del governo con le audizioni e tutti i passaggi istituzionali previsti. Lei quanto è ottimista o fiducioso che alla fine questo obiettivo dell’istituzione del Tribunale della Pedemontana venga raggiunto?
Cito il presidente Zaia: solo i pessimisti non fanno fortuna.
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