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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Oh che bel Macello

Prende finalmente forma la riqualificazione dell’edificio dell’ex Macello in riva al Brenta. Ma fa discutere in città la nuova terrazza-belvedere con vista diretta sul fiume e sul Ponte Vecchio

Pubblicato il 21-11-2022
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Rinascimento in bianco e nero

Dunque, dove eravamo rimasti?
Ah, sì: al 5 aprile 2018. Ampiamente era pre Covid e anche era pre amministrazione Pavan, praticamente mille anni fa.
In quella data pubblicavo il mio ultimo articolo propriamente dedicato al progetto di riqualificazione dell’ex Macello di Bassano.

Foto Alessandro Tich

La notizia di quel giorno era che dopo dodici anni di traversie burocratiche l’iter per l’intervento edilizio si era finalmente sbloccato, con la firma dell’accordo Pubblico/Privato tra il Comune di Bassano e la Fondazione Bonotto, proprietaria dello stabile, allo scopo di venire a capo una volta per tutte dell’infinita pratica edilizia.
Come comunicato all’epoca in conferenza stampa, l’accordo raggiunto era finalizzato “non solo alla realizzazione di un intervento di recupero architettonico dell'edificio e dell'area circostante, ma anche all'elaborazione di un progetto culturale che prevede la realizzazione di uno spazio interdisciplinare di respiro internazionale per la diffusione dell'arte contemporanea”.
Ben si sa, infatti, che già dalle origini l’intervento di recupero dell’ex Macello prevedeva la creazione di un centro culturale polivalente,di respiro internazionale, dedicato alla divulgazione di opere artistiche e intellettuali contemporanee.
Destinazione d’uso mantenuta anche nelle successive fasi della Macellonovela, per quanto l’intervento, a seguito delle prescrizioni degli enti preposti, sia stato ridimensionato rispetto al disegno del progetto iniziale.
Poi, dopo quell’improvvisa vampata di novità, del progetto non si è più scritto ne più parlato. Fatta eccezione per i mesi precedenti all’inaugurazione del Ponte restaurato nel 2021, in cui a fare per un certo tempo notizia - visto che per la restituzione del monumento alla città il panorama circostante doveva essere “bello e pulito” - era stata la questione della gru del cantiere di via Macello, che continuava ad stagliarsi sullo skyline del Brenta nonostante i lavori sempre e ancora fermi.
Se ne era anche discusso in consiglio comunale, dove era stata rimarcata la necessità di rimuovere la gru a carico del titolare della concessione di occupazione del suolo pubblico, stabilendo inoltre che “in caso di inottemperanza, l'ente provvederà d'ufficio con addebito delle spese a carico del soggetto inadempiente”. Una extrema ratio che venne evitata dalla richiesta avanzata al Comune nel mese di aprile dalla ditta costruttrice di allora, la Mubre Costruzioni Srl, di una nuova autorizzazione all'occupazione del suolo pubblico per la rimozione del cantiere stesso e della gru. “Bye Bye Gru!”, aveva scritto ironicamente su Facebook il sindaco Elena Pavan alla vigilia dello smantellamento della struttura, fissato in data 10 maggio 2021.
Da allora la riqualificazione dell’immobile in riva al fiume, passata anche la buriana dell’inaugurazione del Ponte, non si è fermata e ha voltato pagina: l’intervento è stato affidato ad una nuova ditta esecutrice, la Maroso Costruzioni Srl, è stato allestito un nuovo cantiere e installata una nuova gru e i lavori, questa volta, sono partiti.
Ed ecco che, in questi ultimi mesi, il nuovo ex Macello che verrà ha cominciato finalmente a prendere forma.

Come ebbi già a scrivere all’epoca, il progetto definitivo del futuro centro culturale, curato dall’arch. Massimo Muttin, prevede il restauro conservativo e riqualificazione del corpo storico dello stabile, risalente alla metà dell'800, e la trasformazione della parte del fabbricato che guarda verso il Ponte Nuovo, di epoca successiva, con nuovi elementi e volumi. Tra questi, nell’area esterna, è compresa anche la realizzazione di un percorso pedonale lungo la riva del Brenta.
“Una sorta di belvedere che permetterà di godere appieno della vista sul fiume, sui ponti e sul centro storico - ho scritto in un mio precedente articolo, come da comunicazioni dell’amministrazione comunale -. Questo intervento permetterà di dividere il flusso pedonale da quello automobilistico in quel tratto di via Macello.”
Ed è proprio il futuro “belvedere per i pedoni” dell’ex Macello in via di ristrutturazione che in queste settimane sta richiamando l’attenzione dei bassanesi, visto che il cantiere è ubicato nella posizione più panoramica della città e in quanto tale, per usare un eufemismo, non è invisibile.
Lo vedete anche nelle mie foto: una estesa terrazza cementificata sul fiume che circonda tre lati dell’edifico per poi scendere a scivolo con una rampa sulla riva. Tale sistemazione esterna era stata suggerita e richiesta dall’amministrazione Poletto che aveva appunto sollecitato ai proprietari la creazione di un percorso pedonale con terrazza-belvedere lungo la riva del Brenta “che permetta di godere a pieno la vista sul fiume, sul centro storico e sui ponti di Bassano”.
“Questo intervento - si legge nel documento congiunto di Regione Veneto e Comune di Bassano del Grappa sulla Verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica, datato 11 gennaio 2019 - ripropone il terrazzamento individuato da muri di sostegno, già esistente e testimoniato da alcune immagini d’epoca, e definisce inoltre i percorsi esterni di quest’area, sdoppiando, in sicurezza, il flusso pedonale da quello automobilistico, e completa la definizione dell’ex Macello individuando uno spazio, anche attraverso l’impiego di una pavimentazione omogenea, al servizio dei cittadini e dei turisti, in forma di piazza.”
“Lo spazio esterno - continua il documento - potrebbe ospitare anche alcuni eventi e performances, anche in sinergia con le iniziative comunali e le attività di altri enti (ad esempio Operaestate, ecc…) e diventare un ulteriore spazio a disposizione del bar e del ristorante.”
Bar e ristorante, per inciso, che sono previsti - salvo ripensamenti - tra le attività ospitate all’interno del futuro centro artistico e culturale.

Eccola qua, dunque, la terrazza-belvedere dell’ex Macello, ancora recintata dalle transenne di cantiere.
Si sviluppa per una lunghezza di circa 76 metri con una larghezza complessiva di 5,5 metri misurata dall’edificio esistente ed è realizzata con una soletta in calcestruzzo dello spessore di 30 cm, opportunamente armata e sostenuta da pilastri con forma arrotondata, come spiega sempre il documento sulla Valutazione Ambientale Strategica, “per opporre minor resistenza alla corrente dell’acqua, in modo da mantenere inalterata la possibilità della corrente di filtrare ed espandersi fino alla base del fabbricato esistente, mantenendo quindi pressoché inalterata la situazione attuale del greto e la sua capacità di invaso”.
La stessa terrazza, come richiesto dal Genio Civile di Vicenza, sarà protetta verso il fiume da un parapetto di altezza minima di 1 metro e “di forma permeabile all’acqua per garantire e mantenere il dominio del fiume in occasione delle piene, ovvero la possibilità sia di espansione della corrente, che di invaso a tutela di quanto presente a valle dell’edificio dell’ex Macello”.
Questo, dunque, è sostanzialmente il quanto.
Ma inevitabilmente il nuovo manufatto esterno, che emerge nella visuale panoramica sia dal Ponte Nuovo che dal Ponte Vecchio, sta provocando discussioni in città tra discorsi di piazza, messaggi su WhatsApp e post sui social.
C’è chi lo ritiene una novità positiva e chi invece un autentico “pugno nell’occhio”, degno del miglior Mike Tyson, soprattutto dalla prospettiva visiva che da sud si apre verso il Ponte palladiano. C’è inoltre chi lo considera un inserimento troppo “moderno” nel complesso architettonico delle rive del Brenta. E c’è anche chi, in versione Cassandra, mette piede nel campo dell’ingegneria idraulica e preconizza nientemeno che la terrazza sarà “spazzata via alla prima brentana”, eccetera eccetera.
Come abbiamo visto, in realtà gli accorgimenti strutturali in previsione delle violente piene del Brenta sono stati pensati e realizzati. Come pure va considerato il fatto che in una zona semi dimenticata come via Macello, soprattutto quando cala il buio, una terrazza pedonale illuminata (vedasi anche il render progettuale pubblicato sotto) costituisce un elemento di transito e di aggregazione in sicurezza.
E sapete che cosa vi dice il mago Tich, con la sua sfera di cristallo? Che le discussioni e anche le polemiche sulla nuova “cosa” che sta prendendo forma in destra Brenta continueranno ancora. Mentre poi, una volta tagliato il nastro del centro culturale con terrazza-belvedere annessa, saremo tutti contenti.

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