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Avvertenza ai genitori: questo articolo contiene parolacce. Parlo infatti di cacca, o se preferite (visto che il vocabolo è ufficialmente inserito nel dizionario della lingua italiana) di merda.
Merda Nazionale, oserei dire, visto che gli escrementi di turno che hanno attirato la mia attenzione lordano nientemeno che il pavimento del Ponte di Bassano, il nostro monumento-simbolo inaugurato di fresco dopo il restauro e ancora imbandierato a festa.
Questa mattina infatti, per purificare lo spirito, mi sono fatto l’ennesimo giretto sul caro vecchio Ponte, arrivandovi dal centro di Bassano. E proprio subito, e cioè un metro-metro e mezzo più in là dalla grapperia Nardini, mi è apparso agli occhi il wc all’aria aperta. Veni, Vidi, Feci.
Foto Alessandro Tich
Vale a dire quattro escrementi di cane abbandonati in fila indiana tra le pietre laterali e il nuovo pavimento centrale del cosiddetto manufatto palladiano.
Niente di voluminoso, per carità: deve essere stato un cane di taglia piccola. Ma non è la dimensione del cane ad inficiare la dimensione della maleducazione del suo padrone.
Perché quelle deiezioni lasciate sul posto rappresentano non solo un’offesa al decoro, ma anche un’insidia per le nostre suole. Neanche a farlo apposta, mentre scattavo le foto che vedete qui pubblicate è sopraggiunta una ragazza che si è messa a scattare a sua volta alcune foto del Ponte con il suo telefonino. E solo il mio “attenzione!”, uscito fuori per istinto, ha evitato che la giovane pestasse uno dei ricordi del passaggio canino.
Ma non potevo fare la sentinella della cacca (attività per me inedita e neppure redditizia) per l’intera mattinata. Sarei poi ritornato sul luogo del bisogno circa un’ora dopo: due dei quattro escrementi, evidentemente incrociatisi col passaggio umano, erano già tristemente schiacciati.
Da un punto di vista generale, non sto dicendo niente di nuovo. L’abbandono delle defecazioni degli amici a quattro zampe è purtroppo una costante invariabile, che non conosce ostacoli, dell’inciviltà urbana. Ma questa volta è stato raggiunto un livello superiore: quello dell’ineducazione nei confronti di un monumento che meriterebbe un naturale rispetto, a prescindere dai cartelli collocati ai due ingressi che vietano di fumare o di transitarvi in bicicletta. Un bene storico e artistico preso di mira da un membro della Caccademia delle Arti. Davvero una mancanza di riguardo per questo Monumento Nazionale che in futuro potrebbe persino aspirare, secondo gli auspici del governatore Zaia e del sindaco Pavan, alla candidatura UNESCO a Patrimonio dell’Umanità.
Ma qualora e quand’anche questo chimerico obiettivo venisse un domani raggiunto, finché una parte anche minima di questa umanità continuerà a considerare il Ponte Vecchio come un pittoresco luogo dove fare i propri comodi, non ne saremo degni.
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