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Alessandro TichAlessandro Tich
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Malumori del Brenta

Il Tavolo dei Territori del Brenta continua a battere il chiodo del Partenariato Pubblico Privato e si appella ai Comuni affinché condividano “quali siano le prossime politiche turistiche che le amministrazioni locali intendono attuare”

Pubblicato il 17-06-2021
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Se c'è una cosa che va riconosciuta ai componenti del Tavolo di Marketing Territoriale Territori del Brenta e ai promotori - che fanno parte della stessa “parrocchia” - del progetto del Marchio d'Area, è che non demordono. Neppure di fronte all'evidenza.
L'evidenza è quella di un progetto che da sette anni è rimasto al palo perché basato sul principio inderogabile del Partenariato Pubblico Privato: operatori e portatori di interesse privati a braccetto con le amministrazioni pubbliche del territorio per creare la governance (quanto adoro questa parola) del turismo e della cosiddetta “attrattività d'area”.
Ho già dedicato brentane di inchiostro a questo argomento e non occorre che mi ripeta.

Foto Alessandro Tich

Il problema del Partenariato Pubblico Privato è costituito proprio dal “Pubblico”: 17 Comuni dell'IPA Pedemontana del Brenta, più altre due municipalità coinvolte strada facendo, che dovrebbero concordare unitariamente le strategie da mettere su piatto per collaborare con la parte privata allo scopo di trasformare il nostro comprensorio in una sorta di Südtirol, Salento o Cinque Terre de noialtri. Con lo stile a campanile della nostra politica locale, praticamente una Mission: Impossible.
Come se non bastasse, gli stessi sindaci dei “Territori del Brenta”, in sede di riunione dell'OGD Terre Vicentine, hanno votato per l'“inamissibilità” della proposta di TdB per la partecipazione al bando regionale, con conseguente ed importante disponibilità di fondi, “Sostegno alla competitività delle imprese nelle destinazioni turistiche, attraverso interventi di qualificazione dell'offerta e innovazione di prodotto/servizio, strategica ed organizzativa”, dando invece il via libera a un progetto alternativo. In più, a mezzo stampa, ancora i sindaci hanno cominciato a fantasticare di nuove strategie per lo sviluppo del turismo in zona.
Ce ne sarebbe quanto basta, per la componente privata del progetto Marchio d'Area, per mandare la politica locale a quel paese: il quale, se ci pensiamo bene, rappresenta pure a modo suo una destinazione turistica. E invece il Tavolo, come già scritto, non demorde: e con un nuovo comunicato stampa trasmesso oggi in redazione si appella per l'ennesima volta ai Comuni del territorio affinché condividano “quali siano le prossime politiche turistiche che le amministrazioni locali intendono attuare e come si armonizzino con l’istanza di innovazione di sistema portata dagli operatori culturali ed economici”.
Incredibile ma vero, come dal testo che segue:

COMUNICATO

Lo scorso 13 aprile, a causa di una situazione di stallo e immobilismo in tema di turismo, i rappresentanti del Tavolo Marketing Territoriale hanno posto, prima in via breve interna, poi tramite lettera aperta al Direttivo di Territori del Brenta, una richiesta di precisazioni circa gli sviluppi delle politiche turistiche previste per il nostro territorio.
Tale richiesta non ha ancora ricevuto alcuna risposta. Alla luce delle ultime notizie che giungono dalla stampa locale si annuncerebbe ora un conflitto tra amministratori, ora il superamento, ora un cambiamento di rotta.
Cultura di territorio e turismo si sviluppano solo se favoriti dalla cooperazione tra parte privata e parte pubblica. Lo strumento del Marchio d’Area ha esattamente questa funzione: un Partenariato Pubblico Privato.
Nello spirito della massima collaborazione riteniamo doveroso sollecitare che rappresentati delegati dalla parte pubblica convochino il Direttivo per condividere quali siano le prossime politiche turistiche che le amministrazioni locali intendono attuare e come si armonizzino con l’istanza di innovazione di sistema portata dagli operatori culturali ed economici.
In questa difficile fase di ripartenza dell’economia, quindi ancora più di ieri, è vitale favorire la consapevolezza di come i marchi locali non possano essere trascurati.
Purtroppo registriamo che una visione univoca di marketing territoriale incontra da noi difficoltà a beneficiare di misure di sostegno, presumiamo perché non si intuiscono i vantaggi diffusi offerti dalle dinamiche di partenariato pubblico privato. Il nostro territorio e i nostri operatori meritano e hanno diritto di competere sulle stesse piattaforme strategiche che generano da anni competitività nei territori vicini. Il bando 3.3.4 D ci avrebbe dato le risorse per farlo, ma il progetto che metteva al centro la promozione della nostra area IPA è stato votato ‘inammissibile’ dai nostri stessi sindaci. È urgente in questo senso dare subito concretezza operativa alla governance territoriale della cultura e del turismo Territori del Brenta.

per il Tavolo di Marketing Territoriale
Giovanni Cinel (portavoce)
Roberto Astuni
Emanuel Lancerini
per il gruppo promotore Marchio d'Area
Andrea Cunico

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