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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Viaggio intorno al Lago

Valerio Lago, per dieci anni sindaco di Tezze sul Brenta, si candida alle regionali con la Lega. “Ho sempre portato avanti, e mi propongo di continuare a farlo, un progetto di restituzione del territorio alla comunità”

Pubblicato il 18-09-2020
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Per dieci anni, dal 2009 al 2019, è stato il sindaco di Tezze sul Brenta, Comune del quale ricopre oggi - avendo raggiunto il limite dei due mandati da primo cittadino - la carica di vicesindaco. Valerio Lago, con un'esperienza anche da consigliere provinciale, adesso corre per il salto in Regione. Lo fa con la lista del partito di cui ha sempre fatto parte, sin dai primi anni '90: la Lega. Con quali obiettivi e con quali propositi? Non ci resta che scoprirlo facendo un viaggio intorno al Lago.

Valerio Lago, quando e perché ha deciso di correre per le regionali?

Valerio Lago, candidato con la Lega

Il mio primo ruolo politico risale al 2004, anno in cui ho esordito nel consiglio comunale del mio Comune, Tezze sul Brenta, come consigliere di minoranza per la Lega Nord. Ed è bello, soprattutto per me, che dopo tanti anni, dopo due mandati da sindaco e da consigliere provinciale, il “perché” continui ad essere lo stesso, e con rinnovato entusiasmo: il voler migliorare le cose. Ricordo che di fronte a certe “assurdità”, “me pareva imposibie” che non si potesse fare diversamente, andare oltre la facile lamentela. Fare politica significa metterci la faccia, fare delle scelte e assumersene, in prima persona, la responsabilità, pronto ad essere poi sottoposto a voto, al giudizio degli elettori. Il “quando” ho deciso, è una naturale conseguenza del “perché”: il mio è un impegno costante, lungo un percorso fatto di gradualità e anche di umiltà. Dopo l’esperienza in Comune e in Provincia, nel corso dell’estate mi è stata proposta la candidatura alle regionali ed è un onore essere stato scelto nella lista Lega in corsa con il nostro attuale, grande governatore, Luca Zaia.

Il suo slogan è “Dai fiducia a chi ha fatto il sindaco!”. Perché secondo lei un cittadino dovrebbe dare la sua fiducia a chi ha fatto il sindaco, anche di un Comune dove l'elettore non risiede?
Il Comune è anche la “Casa Comunale”; è l’ente più prossimo al cittadino, anche di quello che non ti ha votato. E il sindaco non è una figura politica astratta: è una persona concreta che i cittadini salutano con una stretta di mano e che guardano in faccia per avere delle risposte, delle soluzioni. Quando fai il sindaco, sei il primo cittadino; vivi quotidianamente, dal di dentro, le difficoltà della tua gente, ne sei il riferimento diretto e devi saper gestire, in prima persona, ogni tipo di situazione, spesso urgente. Un sindaco intermedia tra le persone e le istituzioni, a partire dal Comune. E quindi un consigliere regionale che abbia tale esperienza alle spalle offre una solida esperienza che può contribuire su un lato diverso del tavolo a fortificare l’interazione tra la Regione, le Province, i Comuni per il bene delle comunità del Veneto. Magari sarò all’antica, ma io credo ancora nel valore della “gavetta”, nell’umiltà di imparare, nell’impegno a migliorarsi e nell’orgoglio dei propri risultati. Risultati che, in politica, si traducono in benessere per la comunità. Anche per i progetti più grandi e prestigiosi sono legato a qualcosa di molto semplice: la concretezza. Non sono “nato” amministratore, né tantomeno sindaco. Provengo, orgogliosamente, da una famiglia contadina; mio padre ha poi messo in piedi una piccola impresa edile; io stesso, sono stato - anzi sono - un artigiano, uno dei tanti di questa straordinaria terra che è il nostro Veneto. “Dai fiducia a chi ha fatto il sindaco”, ma anche “Concreto, determinato, coerente. Veneto”. È l’altro mio motto che appunto coincide con le mie peculiarità amministrative ma anche personali.

Un ex sindaco è abituato al contatto diretto con le persone, coi cittadini. Come ha vissuto questa campagna elettorale improntata, per l'emergenza sanitaria in corso, al “distanziamento sociale”?
Un sindaco è abituato al contatto diretto con le persone e sicuramente una campagna elettorale in tempi di “distanziamento sociale” non è nelle mie corde, anche per una questione di carattere. A me piace stringere la mano alle persone. La contingenza mi ha stimolato a potenziare altri canali di comunicazione, dove il punto di riferimento rimane comunque la persona. Distanziamento sociale, ma non umano.

Passiamo ai contenuti. Quali sono i principali risultati dei suoi dieci anni da sindaco di Tezze sul Brenta che lei “porta in dote” alla sua candidatura?
Qualche tempo fa, in un’intervista, mi hanno chiesto quali sono stati i “miei” successi in 10 anni da Sindaco. Ho risposto che per me coincidevano con quelli che ho definito “successi quotidiani”, nel senso che ogni giorno come amministratore ho cercato di dare risposte alle svariate richieste dei cittadini: dalle più grandi alle più piccole. E questo sia direttamente, sia attraverso la vicinanza e il supporto economico alle parrocchie e alle tante associazioni che operano nel nostro territorio. Successo per un amministratore significa continuare a tenere alto il livello dei servizi erogati alla Comunità; successo, ancora, è garantire la sicurezza in senso lato, intesa come benessere della collettività e vivibilità del territorio. Sicurezza della persona; sicurezza delle strade; sicurezza delle case e degli edifici scolastici; sicurezza dei giardini e dei parchi. I risultati di questi dieci anni sono una conseguenza di questo mio modo di pensare ed agire.

Pensa che i cittadini se ne ricordino?
Quando le cose migliorano e i problemi vengono risolti, si fatica a ricordare “com’era prima”; i cittadini dimenticano e non è una critica; io stesso sono abituato a concentrarmi più su quello che c’è da fare, più che a “crogiolarmi” su quello che ho fatto. Sono state davvero tante le opere pubbliche realizzate; opere che hanno cambiato e reso più vivibile il Comune: dalle rotatorie (cito, a titolo esemplificativo, quella all’incrocio delle provinciali SP 54 della Friola e SP 59 della Granella in località Tezze capoluogo e, ancora, la rotatoria in località Stroppari all’intersezione tra la SP 54 della Friola e la SP 97 S. Anna, entrambe punti cruciali della viabilità non solo di Tezze, ma dell’intera zona), alla rete di piste ciclabili; dai marciapiedi agli edifici pubblici. Proprio in questi giorni iniziano i lavori di costruzione per la realizzazione di un nuovo fiore all’occhiello per Tezze sul Brenta: il polo scolastico 3.D. Importante evidenziare che a fronte dei succitati notevoli investimenti, nei 10 anni in cui sono stato sindaco abbiamo praticamente azzerato il debito comunale, portandoli da 9 milioni a 1 milione di Euro. Investimenti, ma anche conti in ordine.

Quali sono a suo avviso le istanze prioritarie del territorio bassanese da portare avanti in Regione nei prossimi cinque anni? E con che tipo di soluzioni?
Anzitutto bisogna avere un occhio di riguardo, cosa su cui la Regione è già attiva, sulla protezione della falda acquifera più importante d’Europa che fa riferimento al Brenta, proprio nel sottosuolo bassanese. Fondamentale monitorare le potenziali fonti inquinanti, principalmente di origine industriale, come abbiamo egregiamente fatto per la bonifica della Galvanica. Un interesse collettivo di tutto il Veneto che in varie zone, anche lontane, riceve le nostre acque. In secondo luogo, ritengo prioritario aprire un dialogo con le associazioni di categoria per sfruttare le opportunità aperte dalla Pedemontana per attrare poli logistici. Essendo centrali sia alla geografia del Veneto sia alla Pedemontana, non possiamo farci sfuggire tale occasione per incrementare lavoro ed economica. Attualmente tante di queste realtà sono sviluppate sulla bassa veronese in direzione Rovigo per disponibilità di spazi e collegamenti. La Pedemontana sarà per noi un nuovo capitolo nuovo. Terzo punto, la rete di ciclabili e ippovie per darne seguito con lo sviluppo legato all’indotto economico che tali attività sono capaci di generare. Serve una cabina di regia tra i Comuni e gli enti superiori e la Regione può essere la sede ideale per unificare i singoli progetti su un tavolo comune. Molte sono le iniziative locali con tanti denari investiti e quindi unendo progetti e disponibilità si possono conseguire traguardi di sistema.

Tra le altre cose, lei punta anche sui temi della riqualificazione ambientale (attualissimi, dopo gli eventi climatici disastrosi di questa estate nel Veneto) e della promozione di una mobilità inclusiva e sostenibile. Dunque in lei c'è del “verde”? E non solo verde-Lega...
Dice bene. C’è tanto “verde”, anche in virtù del mio legame con il mondo contadino, le sue tradizioni e i suoi valori. Il nostro è, fortunatamente, un territorio di aree verdi, che devono essere curate, preservate e valorizzate. Questo in particolar modo alla luce della drammatica esperienza della Galvanica P.M:, il più grande caso di inquinamento da cromo esavalente in Europa. Il Comune si è dovuto sostituire all’azienda nell’esecuzione di tutte le indagini ambientali e messa in sicurezza della falda contaminata in quanto la ditta si è sempre rifiutata di collaborare e nel dicembre del 2003 - giusto alla vigilia del mio primo mandato da sindaco - ha cessato l’attività per fallimento. Mi sono rimboccato le maniche e il Comune, coadiuvato dall’ARPAV Provinciale, dalla Provincia di Vicenza e dalla Regione Veneto, ha iniziato tutto l’iter necessario per quantificare l’entità dell’inquinamento e predisporre la bonifica del sito, attualmente in via di completamento. Ho sempre portato avanti, e mi propongo di continuare a farlo, un progetto di restituzione del territorio alla comunità, con opere che lo rendano fruibile e vivibile. Sono infatti convinto che un territorio vitale sia anche un territorio sicuro: incentivare la frequentazione delle vie e degli spazi pubblici, favorire appunto la mobilità lenta, significa anche creare sorveglianza spontanea. Mobilità lenta significa anche dare alle persone la possibilità di spostarsi in sicurezza e libertà, di comunicare a stabilire relazioni, valorizzando l’aspetto umano e quello ambientale. Quando, nel 2009, sono stato eletto sindaco per la prima volta, io e la mia squadra ci siamo trovati di fronte agli esiti di una pianificazione urbanistica sconsiderata, con un pesante impatto sull’ambiente. Nel corso dei due mandati, abbiamo portato avanti una politica urbanistica sostenibile, anticipando in qualche modo le misure normative regionali volte al minor consumo del suolo.

Scopriamo anche una versione “Valerio Lago 2.0”: lei dice che vuole lavorare in consiglio regionale “sui temi dell'innovazione tecnologica a portata di tutti cittadini”. Con una popolazione veneta che, ahinoi, sta invecchiando sempre di più, come ci si arriva?
Le amministrazioni possono migliorare la loro capacità di implementare la tecnologia a beneficio dei cittadini. I servizi on-line sono molto utili agli anziani che possono essere accompagnati su un percorso di educazione tecnologica sfruttando anche la rete delle biblioteche e i centri civici. E, perché no, sviluppare iniziative formative che permettano agli anziani di non sentirsi esclusi con tecnologie che devono essere alla loro portata. È una fatica destinata ad essere ripagata.

Nel suo materiale elettorale, un altro suo slogan è: “Per la nostra autonomia!”.
Di autonomia però, da destra a sinistra, oggi parlano tutti. Non pensa che sia un tema un po' troppo “inflazionato”?

Il tema dell’autonomia non è mai inflazionato. Finché non arriva bisogna crederci, parlare, dialogare e insistere. Il popolo non vuole mollare ed è quindi bene che ne parlino tutti da destra a sinistra. Fino a pochi anni fa non ne parlava nessuno. Adesso devono parlarne tutti per rendere il traguardo raggiungibile. L’importante è che sia su tutte e 23 le deleghe previste. Elemosina, no grazie.

Andiamo sulla politica, essendo lei il segretario per l'area vasta del Bassanese della Lega. Come Lega come state vivendo la “concorrenza interna” di coalizione, in termini di consensi, in particolare con la Lista Zaia che nasce comunque da un bacino leghista?
La Lista Zaia esisteva già nella precedente elezione regionale e non rappresenta certo una novità. La ricchezza di figure credibili per le candidature che mettono assieme Lega e Lista Zaia non è a disposizione delle altre forze. Pertanto la vedo come una concorrenza positiva che non fa altro che rafforzare un percorso politico comune. Zaia ci ha invitati a una politica ghandiana, non ho fatto colpi bassi a nessuno e ho visto che tutti hanno cercato di seguire l’invito del nostro governatore. Proprio in queste ore ho telefonato ad alcuni candidati che sono in Lista Zaia, siamo amici e come in ogni grande squadra titolari e riserve sanno di far parte di un grande progetto. L’allenatore è l’elettore e le scelte sono insindacabili.

Lago, per concludere mi dica qualcosa “da bassanese”, in senso lato ovviamente.
Si attende da anni che Bassano e territorio facciano il famoso “salto di qualità” per non perdere terreno rispetto ad altre zone del Veneto. Basterà davvero la Superstrada Pedemontana a riportare flussi, movimento, economia? O cosa serve ancora?

La Pedemontana sarà certamente un punto di svolta. Per il Bassanese a mio avviso serve qualcuno che sul territorio riesca a promuovere un gioco di squadra. Tra territori bassanesi questa alleanza potrebbe essere potenziata. Pensiamo ai vari consorzi agro-alimentari che sono un potenziale enorme, le attrazioni paesaggistiche e culturali ecc. Abbiamo Comuni importanti, ben amministrati in sé, ma che potrebbero beneficiare di una maggiore coesione sulle tematiche di interesse comune. Noto che spesso non si ragiona come un distretto ma come isole galleggianti che a un certo punto rischiano di scontrarsi quando potrebbero invece valorizzarsi a vicenda.

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