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Bassanonet.it
Il terrore vicino a casa
Paolo Patruno, di Cassola, lavora a Bruxelles dove abita nel quartiere dell’attacco terroristico di questa mattina alla metropolitana. Pochi minuti prima dell’attentato è uscito di casa per prendere la metro. Lo ha salvato un caffè
Pubblicato il 22-03-2016
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Fra i circa 300mila italiani che vivono a Bruxelles, c’è anche Paolo Patruno, di Cassola. Già impiegato al Comitato sociale ed economico del Parlamento Europeo e già referente di Federalimentare, oggi Patruno lavora nella capitale belga in qualità di vicedirettore dell'Associazione europea delle industrie delle carni e dei salumi. E’ anche un nome noto ai nostri lettori, avendo curato in passato una propria rubrica nel canale “editoriali” di Bassanonet.
A Bruxelles, in funzionario cassolese abita nel quartiere di Maelbeek, preso di mira questa mattina dagli attentati terroristici, rivendicati dall’Isis, che oltre all’aeroporto della capitale proprio in quel quartiere hanno preso di mira, provocando almeno 15 morti, la stazione della metropolitana. Dalla quale l’abitazione di Patruno dista appena un centinaio di metri. Pochi minuti prima dell’attacco terroristico alla metro, era uscito di casa per recarsi al lavoro. Doveva prendere la metropolitana, come tutti i giorni, e come aveva fatto anche ieri, sempre alla stessa ora dell’attentato. Ma una fortuita coincidenza gli ha permesso di evitare il peggio.
Contattiamo Paolo Patruno verso le 15.30. Impossibile parlargli al telefono fisso o al cellulare: le linee telefoniche, a Bruxelles, sono tutte saltate. Funziona però ancora internet, e riusciamo a contattarlo telefonicamente via Whatsapp.
Paolo Patruno a Bruxelles
“In questo momento - ci riferisce - mi trovo nel quartiere finanziario, dove lavoro e dove ho l’ufficio esattamente a un chilometro da dove è successo l’attentato di questa mattina e a un chilometro e 100 metri da casa mia, visto che abito a 100 metri da dove hanno fatto l’attentato alla metropolitana.”
“La metropolitana - continua Patruno - la prendo quasi tutte le mattine dalla stazione di Maelbeek. Anche questa mattina avrei dovuto prenderla.”
“Mi sono fermato a bere un caffè con alcuni colleghi della mia associazione esattamente a 30 metri dalla stazione della metropolitana - racconta ancora -. Per fortuna sono andato a bere il caffè. Perché finito il caffè sono uscito fuori e ho sentito un boato. Avevamo pensato a un incidente stradale, poi uno del nostro gruppo ha scherzato dicendo che forse “avevano colpito di nuovo”. Ci siamo poi resi conto che quella battuta, purtroppo, diceva la verità. Abbiano visto gente che usciva dalla metropolitana urlando, poi qualche ferito lieve, e dopo altri feriti meno lievi.”
“La metropolitana è completamente chiusa - conclude la testimonianza di Patruno -. La città è abbastanza popolata, mentre il quartiere europeo è più vuoto. Per la chiusura della metro circola qualche auto in più. Fino a mezz’ora fa c’erano molte più sirene, ora al momento la situazione si è calmata. Vedremo entro sera cosa succederà. L’aeroporto non l’hanno ovviamente ancora riaperto. Qualche centro commerciale nella zona è stato chiuso, evidentemente è stato ritenuto un obiettivo a rischio.”
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