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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Clochard Café

Barista di Bassano trova uno sconosciuto disteso all'ingresso del negozio confinante, chiama i carabinieri e si sfoga su Facebook. Oggi sul posto il blitz di un gruppo di giovani: “Come senzatetto per affermare che le parole hanno un peso”

Pubblicato il 17-03-2016
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Tutto è cominciato lunedì mattina alle 7 meno venti, quando la signora Francesca Laura Tedeschi, titolare dell'“Hemingway Cafè” di vicolo Bonamigo a Bassano del Grappa, andando ad aprire il suo locale si è vista davanti agli occhi una non meglio identificata “figura” distesa nel piccolo androne d'ingresso del negozio confinante con il suo bar, overo il negozio di articoli per il make up professionale “Cipria”.
Si trattava - come appurato in seguito - di un senzatetto che stava utilizzando l'andito del negozio come giaciglio per dormire, ma al momento dell'incontro ravvicinato, per la titolare del bar, la cosa non era così chiara.
“Tutti sappiamo come stanno oggi le cose a Bassano e tutti sappiamo l'episodio del vigile che è stato aggredito - ci spiega Francesca Laura Tedeschi -. Non c'è una bella situazione in centro, e mi riferisco soprattutto ai rimasugli della sera prima. Il lunedì mattina i negozi sono chiusi e io sono la sola ad aprire nella via. Mi sono trovata questa persona distesa all'entrata del negozio vicino. Era totalmente coperta, non si poteva capire se era un senzatetto, un malintenzionato, un tossicodipendente, un ubriaco o chissà cos'altro. E' già successo di gente che è entrata in bar per andare a lavarsi in bagno, restando anche in mutande. E questa persona, se si stende per terra nel negozio vicino, poi viene da me.”

L'occupazione dei "senzatetto virtuali" all'ingresso nel negozio Cipria in vicolo Bonamigo in città

E così, per evitare eventuali ulteriori sgraditi incontri con lo sconosciuto, la titolare del locale ha chiamato i carabinieri. Dopo aver tentato di chiamare, inutilmente, la polizia locale. E' arrivata una pattuglia dei militari dell'Arma che ha fatto alzare e ha allontanato il clochard. Ma, come racconta la stessa barista, un carabiniere sarebbe rimasto “seccato” perché a suo avviso “la cosa non era importante” e comunque il barbone “non stava facendo niente”. La esercente ha risposto scocciata: “Se per lei è normale così...”. Non lo avesse mai fatto: il carabiniere - sempre dal racconto della diretta interessata - ha reagito in maniera a dir poco risentita e le ha intimato persino favorire i documenti. “Hanno un bel dire - ha commentato la titolare dell'Hemingway Cafè - che dobbiamo fidarci delle istituzioni, quando anche per le piccole cose chi ha ragione passa dalla parte del torto.”
La frase virgoletta sopra è contenuta nel lungo sfogo che Francesca Laura Tedeschi ha postato, con aggiornamenti, nella sua pagina Facebook e nella pagina del gruppo pubblico Facebook Bassano senza censura, scatenando un vespaio di commenti, divisi in due fronti: quello solidale con la commerciante e quello invece, per così dire, molto più comprensivo nei confronti del senzatetto (www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1590235654630880&id=100009333815302).
Questa mattina, alle ore 6.20, l'ulteriore seguito della vicenda.
Un gruppo di giovani bassanesi di età compresa tra i 16 e i 22 anni ha compiuto un blitz accampandosi nell'andito privato dell'ingresso del negozio Cipria, come reazione al post pubblicato dalla proprietaria dell'Hemingway Cafè.
“Come senzatetto - informa un comunicato trasmesso in redazione, corredato di foto, a firma di “Manuel, Enrico, Saida, Isabell e Gianluca” - per affermare che le parole hanno un peso.”
“La suddetta pubblicazione, nella quale si racconta la segnalazione alle forze dell'ordine di uno sgradito incontro con un clochard che dormiva nel porticato adiacente - scrivo gli autori del gesto simbolico -, porta alcune affermazioni che ci hanno lasciato basiti per la loro mancanza di umanità di fronte a delle situazioni difficili che si trovano ad affrontare quotidianamente le persone senza fissa dimora.”
“All'apertura del locale - prosegue la nota - ci siamo fatti trovare come dei senzatetto, buttati a terra con cartoni, coperte e cartelloni, per dichiarare che non siamo d'accordo ad una Bassano in ordine ed imbellettata se risulta poi chiusa ed impaurita. Siamo stanchi di questa idea dilagante che la società debba bendarsi gli occhi di fronte alle persone in difficoltà per mantenere una maschera di decoro e pulizia.”
“Non facciamo questo - aggiungono i clochard per un giorno - per attaccare qualcuno, ma per cercare di cambiare il pensiero della gente che troppo spesso giudica attraverso le apparenze non sentendosi in dovere di prendersi a cuore le situazioni di disagio sociale ma delegando sempre all'intervento delle istituzioni.”
Messaggio conclusivo dei promotori del blitz: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.”
“Scopro con l'ausilio del post da me messo precedentemente - commenta Francesca Laura Tedeschi nel suo aggiornamento di oggi - che Bassano è una cittadina abitata prevalentemente da persone generose e molto attente ai bisogni dei più sfortunati....questo è un fatto indubbiamente degno di gran lode, anche se mi sembra quasi impossibile che con tutti questi “Samaritani Virtuali” poi ci siano cosi tante situazioni di degrado e indigenza e disagio.”
Per la cronaca, la dimostrazione dei pro-senzatetto ha avuto una breve durata e la stessa barista, come da lei riferitoci, ha parlato “tranquillamente” con loro.
Ma questa storia, generata da un singolo episodio, sta ormai oltremodo allargando i suoi orizzonti nei tentacolari meandri della rete.
Intanto non è escluso che il negozio Cipria, incolpevole co-protagonista della vicenda, si presenti nell'immediato futuro con una bella saracinesca, nuova di zecca, al suo ingresso.

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