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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La resa dei conti
SPV: in Corte dei Conti a Roma udienza a collegi congiunti per la relazione del giudice istruttore Antonio Mezzera. Affondo del magistrato contabile sulla regolarità del project. Sis conferma: “Project bond internazionali per finanziare l'opera”
Pubblicato il 21-12-2015
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Corte dei Conti riunita a Roma a collegi congiunti, con 19 magistrati contabili, presieduti dal giudice Gaetano D’Auria, per l'udienza della Sezione centrale di controllo sulle gestione delle amministrazioni dello Stato incentrata sui costi della Superstrada Pedemontana Veneta.
Al centro dell’udienza, la relazione di 161 pagine del giudice istruttore Antonio Mezzera, che da due anni sta indagando sulle spese per la realizzazione dell’infrastruttura in project financing.
Una relazione da non prendere assolutamente alla leggera.

Foto: archivio Bassanonet
Mezzera è stato infatti il magistrato contabile che per primo, ancora nel 2008, avanzò dubbi sul “sistema Mose” a Venezia: sappiamo tutti come è andata a finire. Ed è lo stesso giudice che, a compendio della sua istruttoria, afferma che la SPV è un'infrastruttura “la cui sostenibilità finanziaria appare incerta” e incombe sul Veneto come “un potenziale debito pubblico occulto”.
Negli scorsi mesi, il relatore ha richiesto al commissario straordinario Silvano Vernizzi una serie di documenti lasciando intravvedere di avere seri dubbi sulla sostenibilità dell'opera. E non è stata un'impresa facile se è vero che, come affermato oggi dallo stesso magistrato, la richiesta è stata avanzata per ben sette volte.
Quella di oggi non è stata un'udienza conclusiva: non sono state cioè emesse sentenze di alcun tipo. Ma si è trattato di un passaggio fondamentale, in vista di eventuali decisioni della magistratura contabile, per l'illustrazione e la discussione dei nodi principali che riguardano la regolarità economico finanziaria del project. Per questo motivo la Corte dei Conti ha convocato a Roma tutte le parti coinvolte: tra cui al Regione Veneto, la concessionaria Sis, Veneto Strade, i ministeri competenti, i Comuni interessati, i Comitati.
Nella sua lunga e articolata requisitoria, il relatore ha sostanzialmente contestato come la Pedemontana, opera concepita come project a finanziamento privato, sia invece quasi totalmente finanziata dal pubblico: dei 244 milioni di euro attualmente spesi, ben 200 sono stati liquidati dalle casse pubbliche.
Mezzera - nella sua corposa relazione, corredata di grafici, analisi giuridiche e economiche - prende di mira tutti i principali attori coinvolti: a cominciare dalla Regione Veneto e dai governi succedutisi dal 2009 in poi, rei di avere favorito il commissariamento dell'opera che “ha permesso deroghe alla legislazione vigente” e ha “sacrificato le tutele previste dal codice dei contratti”.
Pollice verso anche nei confronti del commissario straordinario e della sua struttura, i cui costi “sono rilevanti”, e dei ministeri competenti e ancora della Regione a cui viene imputata “l'omissione di controlli”.
Ma la vera notizia di oggi è quanto confermato dall’ing. Claudio Dogliani, direttore generale della concessionaria Sis: per la prima volta al mondo, per il finanziamento dell'opera, sarà promosso il prodotto finanziario dei project bond internazionali, che si affiancherà al binario di finanziamento richiesto alle banche. Gli investitori internazionali - tra cui circola in nome della finanziaria newyorkese JP Morgan - potranno cioè emettere obbligazioni di garanzia per finanziare la realizzazione dell'opera, il cui rimborso dipenderà dai flussi finanziari che il progetto è in grado di assicurare. Lo avevamo già scritto su Bassanonet lo scorso luglio, a seguito di indiscrezioni pubblicate sulla stampa di settore statunitense (notizie.bassanonet.it/attualita/20068.html), e oggi è arrivata la conferma.
Duro affondo, dopo la relazione del giudice istruttore, da parte dei portavoce del Movimento 5 Stelle - il senatore Enrico Cappelletti e i consiglieri regionali Manuel Brusco e Simone Scarabel - presenti oggi all'udienza nella capitale.
“Come anticipato nei giorni precedenti - commentano - l'opera non è sostenibile dal punto di vista economico-finanziario. Vediamo uno sbilanciamento tra il finanziamento pubblico e quello privato del concessionario, che praticamente è quasi inesistente.”
"Il reperimento dei fondi da parte dei privati - aggiungono i portavoce M5S - è talmente disperato da mettere in campo per primi al mondo, come dichiarato dall'Ing. Claudio Dogliani, il prodotto finanziario dei project bond. Un'opera sbagliata diventa così una spregiudicata speculazione finanziaria. Il territorio aveva chiesto una tangenziale (gratuita), non questa autostrada che si basa su una previsione del traffico gonfiata volontariamente per giustificarla.”
“Prevediamo - proseguono i 5 Stelle - anche una grande delusione per i sindaci che, intervenuti oggi, hanno mostrato grande entusiasmo per il progetto basandosi sulle promesse di opere complementari, che difficilmente saranno realizzate, visto che l'assessore veneto alle Infrastrutture Elisa De Berti durante la riunione ha dichiarato che queste sarebbero escluse dal contratto. Avete capito bene: le opere complementari non rientrano nel piano finanziario del progetto, quindi serviranno altri soldi pubblici.”
“Questa strada - concludono Cappelletti, Brusco e Scarabel - doveva risolvere un problema di traffico. Invece abbiamo una strada a pagamento che scoraggerà il suo utilizzo come sta accadendo con la BreBeMi: territorio devastato e traffico ancora a carico dei Comuni.”
Per il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni, pure presente alla seduta, “oggi si è avuta la conferma che la Pedemontana è un project alla rovescia”. “Dopo le audizioni di oggi - afferma Zanoni - il Collegio si riunirà in Camera di Consiglio per deliberare su un documento conclusivo, che successivamente verrà inoltrato a tutti gli invitati. Se sarà riscontrato danno erariale, l’incartamento andrà alla Procura della Corte dei Conti. In caso di fatti di rilevanza penale, sarà invece interessata la Procura della Repubblica competente per territorio.”
E la resa dei conti, in questo caso, non sarà un modo di dire.
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