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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Cronaca

A.A.A. Azioni in anticipo vendesi

Azioni della Banca Popolare di Vicenza vendute da un gruppo di “soci eccellenti” della banca prima della svalutazione del titolo. Tra questi figura anche il nome di Renzo Rosso. Lo rivela “L’Espresso”, in edicola domani

Pubblicato il 05-11-2015
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Prima che le azioni della Banca Popolare di Vicenza venissero svalutate di oltre il 20%, un gruppo ristretto di “soci eccellenti” dell’istituto di credito è riuscito a vendere i titoli, salvando così la redditività dell’operazione. Diversamente dal destino riservato a migliaia di piccoli risparmiatori, che non hanno invece potuto liquidare il loro investimento nella banca.
E’ la clamorosa rivelazione contenuta in un articolo de “L’Espresso” in edicola domani.
Nell’elenco dei “grandi soci” venditori delle azioni - secondo le anticipazioni del settimanale - figurano tra gli altri i nomi di Renzo Rosso, il patron dell’impero Diesel, e di Giuseppe Stefanel, patron dell’omonimo gruppo sempre del settore abbigliamento. Tra gli altri nomi inclusi nella lista, anche quelli degli imprenditori vicentini Lino Diquigiovanni, i fratelli Gianbattista e Giancarlo Dallicani e alcuni componenti della famiglia Morato. Secondo i documenti in possesso de “L’Espresso”, nel 2014 sono stati venduti almeno una ventina di pacchetti azionari per una somma superiore al milione ciascuno, e per un totale di circa 70 milioni in azioni, vendute prima della svalutazione.

Fonte immagine: tg24.sky.it

La Diesel di Renzo Rosso, in particolare, avrebbe venduto nel 2014 un pacchetto di azioni Popolare Vicenza per 3,2 milioni: le aveva acquistate, anni prima, per poco più di 2 milioni e 8. Un milione l’importo incassato invece dalla Finpiave, la holding di Giuseppe Stefanel.
La svalutazione del valore della azioni BPVi da 62,5 a 48 euro era stata approvata dall’assemblea dei soci lo scorso aprile su proposta del Cda.
Una decisione che - come rileva il settimanale - ha “intrappolato” i piccoli risparmiatori, impossibilitati a vendere per compensare in parte, almeno, le perdite. “Per loro non c’è scelta - commenta “L’Espresso” -. Dovranno attendere l’esordio in Borsa della banca, previsto per l’anno prossimo.”
Ma secondo gli analisti la quotazione a Piazza Affari “non dovrebbe superare i 20 euro”, meno della metà del valore delle azioni già svalutato lo scorso aprile.

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