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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

La Tares degli altri

A Marostica la Tares “risparmia” le attività del commercio e del turismo. Il presidente della locale Confcommercio Gasparotto: "Accolte dall'Amministrazione le nostre richieste, l'aumento medio per le nostre attività si attesta attorno al 2%"

Pubblicato il 07-10-2013
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Rispetto a Bassano del Grappa, sembra di essere in un altro pianeta.
Eppure siamo a Marostica, Comune vicinissimo che con Bassano del Grappa addirittura confina. Qui i titolari di negozi, bar e ristoranti tirano infatti un sospiro di sollievo: la “famigerata” Tares (la Tariffa Rifiuti e Servizi) che in altri Comuni della provincia - Bassano in primis, per l'appunto - ha colpito duro le imprese, con aumenti anche del 200%, nella Città degli Scacchi ha invece risparmiato gli operatori del terziario.
Secondo una stima realizzata da Confcommercio Marostica, su un significativo numero di casi reali, gli aumenti medi si attestano solamente al 2%: e questo comprendendo anche l'addizionale o “maggiorazione” per i servizi indivisibili di 30 centesimi al metro quadro introdotta quest’anno, che va a finire tutta nelle casse dello Stato.

Il presidente di Confcommercio Marostica Giampaolo Gasparotto

“Gli incontri, le sollecitazioni, le lettere, tutta l’attività che come Associazione abbiamo messo in campo da più di un anno a questa parte per sensibilizzare il Comune sul problema Tares hanno avuto l’effetto sperato - è il commento di Giampaolo Gasparotto, presidente della locale Delegazione Confcommercio -. Va dato atto al sindaco Marica Dalla Valle e al vicesindaco Simone Mattesco con cui ci siamo più volte incontrati, oltre che all’assessore competente Sergio Fantin, di aver accolto le nostre osservazioni e le nostre preoccupazioni al momento di deliberare le tariffe sui rifiuti.”
“La tassazione sulle imprese è arrivata a livelli insostenibili - continua il presidente Gasparotto - e l’aumento dell’Iva è un’altra mazzata sui consumi: aver limitato l’effetto della Tares può davvero fare la differenza per tante attività che già vivono il difficile momento economico. L'Amministrazione ci ha poi informato che anche per le utenze domestiche vi è stata una riduzione dell'aliquota comunale, anche se rimane il problema della maggiorazione statale per metro quadro.”
Marostica, dunque, si presenta come un caso virtuoso di una fiscalità locale attenta alle esigenze delle imprese e a dimostrarlo sono le “bollette” della Tares che in questi giorni stanno arrivando alle aziende del terziario, con la scadenza di pagamento delle due rate fissata al 31 ottobre e al 2 dicembre.
C’è - per citare alcuni casi reali - il macellaio che paga 6 euro in più l’anno, il bar 4 euro in più, il negozio di abbigliamento che ne paga 22.
Certo, c’è anche chi si è visto recapitare una tariffa incrementata di 400 euro, ma si tratta di attività che operano su grandi superfici, dove incidono molto i 30 centesimi al metro quadro per i cosiddetti servizi indivisibili sui quali il Comune nulla può fare, perché di competenza esclusivamente statale.
“Va dato invece atto - conclude il presidente della Confcommercio di Marostica
Gasparotto - che l’Amministrazione ha accolto la nostra richiesta di escludere dalla tassazione, così come previsto dal decreto “Sblocca debiti”, le aree scoperte pertinenziali e accessorie non operative che incidono non poco sugli alberghi e su alcune attività del dettaglio che operano su aree di grandi dimensioni.”
Cordiali saluti da Marostica, Comune che in fatto di agevolazioni tributarie e di concertazione della Pubblica Amministrazione con le categorie economiche è sull'altra faccia della Luna.

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