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Redazione
Bassanonet.it
L'Ulss 3: “Attenzione ai funghi”
Due casi di avvelenamento a Bassano e Asiago. Un uomo intossicato da “chiodini” e “morette” ricevuti in regalo. Marito e moglie ingannati da falsi “prataioli” raccolti nel giardino di casa. Le raccomandazioni dell'Azienda Sanitaria
Pubblicato il 02-10-2012
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Lo scorso fine settimana i Pronto Soccorsi di Bassano e di Asiago hanno dovuto far fronte a due casi di intossicazione da funghi. Ne dà notizia, con un comunicato, l'Ulss n. 3.
Sabato 29 settembre è stato ricoverato presso il San Bassiano un paziente che il giorno prima aveva consumato a pranzo dei “chiodini” (Armillaria mellea) e delle “morette” (Clitocybe Nebularis) cotti alla piastra, che gli erano stati regalati da un parente. Nella nottata ha accusato disturbi gastroenterici e si è pertanto rivolto all’ospedale cittadino. Per fortuna l’intossicazione non ha avuto conseguenze gravi.
Domenica 30 settembre, invece, due coniugi dell’Altopiano hanno dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso di Asiago dopo aver consumato, sabato a mezzogiorno, un risotto preparato con funghi raccolti come “prataioli” nel giardino di casa.

Esemplari di "Lepiota Cristata", fungo che contiene gli stessi principi tossici della ben nota "Amanita Phalloides"
La coppia intossicata ha riferito di essersi sentita rassicurata dal fatto che i miceti avessero superato la cosiddetta “prova dell’aglio”. Si tratta di uno dei metodi tradizionali che vengono tramandati - a torto - per riconoscere i funghi “buoni” da quelli “cattivi”. Un altro metodo è quello del cosiddetto “cucchiaio d'argento”. “Non è vero! Non credeteci, non funzionano” - avverte l'Azienda Sanitaria.
I coniugi avevano invece mangiato delle Lepiota di piccola taglia (L. Brunneoincarnata e L. Cristata), che contengono gli stessi principi tossici della ben nota Amanita Phalloides. Sostanze queste che arrecano danni gravi, principalmente a carico del fegato, con esiti a volte tragici.
I due pazienti sono stati ricoverati in Rianimazione: uno dei due è in netto miglioramento, mentre l’altro è ancora in prognosi riservata.
Avvelenamenti di questo tipo purtroppo - informa l'Ulss 3 - succedono ogni anno, spesso all’inizio dell’autunno, quando le favorevoli condizioni ambientali consentono un grande fiorire di specie fungine nei boschi montani, ma anche nei parchi, nei prati e nei giardini di pianura.
Spesso in tali occasioni qualcuno si improvvisa raccoglitore, si fida delle conoscenze altrui o, peggio ancora, si fida di alcune credenze popolari che non trovano riscontri scientifici.
Così le strutture sanitarie si trovano a far fronte a dei casi di intossicazioni, purtroppo a volte molto gravi, che potrebbero essere evitate solamente con un po’ di attenzione in più da parte dei cittadini.
L’Azienda Sanitaria Ulss 3 invita nuovamente i cittadini a NON UTILIZZARE FUNGHI SENZA ESSERE CERTI della loro commestibilità e ad usufruire, in caso di dubbio, del servizio di determinazione gratuita assicurato dall’Ispettorato Micologico del Dipartimento di Prevenzione in Via Cereria, 15 - Bassano del Grappa (consigliato appuntamento telefonico 0424.885500).
Raccomanda inoltre di consumare funghi ben cotti e di evitare il consumo di funghi che - benché appartenenti a specie commestibili - non siano in stato di naturale freschezza o che abbiano subito gelate: queste circostanze possono comportare rischi per la salute.
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