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Il conto alla rovescia
Sempre meno pecore e meno pastori alla parrocchia di Santa Maria in Colle di Bassano. I sacerdoti sono rimasti in due e da questo mese, per la prima volta, viene celebrata un'unica messa feriale
Pubblicato il 09-09-2012
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Quello di Santa Maria in Colle, la più importante e rappresentativa parrocchia della città di Bassano del Grappa, è un autentico conto alla rovescia.
Dieci anni fa vi esercitavano cinque preti e oltre alle messe domenicali si celebravano tutti i giorni quattro messe feriali. Poi le messe quotidiane non festive si sono ridotte a tre, perché alla messa delle 10 la presenza si era ridotta a poche persone. E' stata quindi cancellata la messa vespertina delle 18.30, celebrata alla stessa ora dalle Monache Sacramentine di via Beata Giovanna.
Nel frattempo, da cinque che erano, i preti sono diventati tre. Successivamente sono rimasti in due, ed è stato fatto tutto il possibile per mantenere le ultime due messe feriali rimaste, celebrate alle 8 e alle 9.

Foto Alessandro Tich
Ora i sacerdoti sono sempre due, ma da questo settembre il programma liturgico settimanale prevede - per la prima, effettiva volta - un'unica messa feriale, celebrata dal lunedì al sabato alle 8.30: il minimo sindacale per il gregge della parrocchia.
Già quest'estate, come nell'estate dell'anno scorso, si era celebrata una sola messa feriale, anche per la partecipazione estiva ridotta. E in più occasioni, nel corso dell'anno, la parrocchia è ancora ricorsa a questa soluzione, quando uno dei preti era impegnato in qualche assenza prolungata.
Ma ora si cambia definitivamente pagina, e la riduzione all'osso degli impegni liturgici feriali diventa ufficiale e sistematica.
La novità è stata annunciata nel foglio “Vita parrocchiale”, distribuito oggi ai fedeli alle messe domenicali a S. Francesco, e rappresenta un precedente significativo sul piano locale dell'attuale situazione della Chiesa, stretta tra l'incudine delle crisi di vocazioni e il martello di una comunità cristiana sempre meno attenta ai riti della fede.
“Fa soffrire il fatto che questa situazione crei disagio a qualche persona, magari anziana o impegnata nel lavoro - scrive nel bollettino parrocchiale l'arciprete abate di Bassano e parroco di Santa Maria in Colle, mons. Renato Tomasi -, ma non si tratta di una scelta fatta con leggerezza.”
E i motivi concreti “riguardano anzitutto la vita e il servizio dei preti”. Capita infatti “che quando uno dei due non sta bene, o c'è qualche impegno importante, o ci sono funerali o matrimoni, l'altro deve (spesso!) dire due messe in un giorno”.
Ma celebrare due messe “non significa leggere due volte il messale”, perché ogni messa “richiede una forte partecipazione di fede”. E quando poi il prete ha finito la messa, “non ha finito la giornata, ma deve affrontare (magari con energie ridotte) il carico crescente di impegni pastorali sempre più complessi e difficili, con il tempo che non basta mai”.
E' anche questo un segno dei tempi: “Riconosciamo - scrive ancora don Tomasi - che tanta gente è sempre più lontana dalla fede e dalla Chiesa; ma se è così, un prete deve preoccuparsi solo di chi viene in chiesa o deve avere il tempo per incontrare chi non viene?”.
Ci sono però - avverte l'arciprete nel foglio parrocchiale - altre ragioni da capire: “Infatti noi vediamo con disagio che i preti diminuiscono e sono sempre più avanti con l'età; ma nel futuro essi saranno ancora meno. Bisogna quindi accogliere anche questa nuova povertà come un appello a cercare l'essenziale, a moderare le richieste, e a fare ciascuno la propria parte. La comunità ha bisogno dei preti, ma anche i preti hanno bisogno della comunità: essa quindi si limita a chiedere servizi, o - anche a costo di qualche rinuncia - si preoccupa che la vita dei preti sia vivibile, e che abbiano uno spazio per la fede e la riflessione? Se le interessa avere dei preti e che siano credenti...”.
Quindi la messa “è preziosa per la vita cristiana, ma proprio per questo non va collocata quando ci va bene, a costo di disperderci in piccole celebrazioni diverse”.
Per questi motivi la parrocchia del centro storico di Bassano si trova quindi costretta a proseguire il conto alla rovescia e a riorganizzare il programma settimanale delle celebrazioni secondo il principio del minimo sforzo.
Otterrà anche, sotto il profilo della risposta dei fedeli, il massimo rendimento?
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