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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pedemontana: parte un nuovo esposto
Il Co.Ve.PA presenta un esposto contro il commissario SPV Vernizzi e il vicecommissario Fasiol. Al centro della denuncia, ancora e sempre, la mancata divulgazione della Convenzione Economica e del Piano Economico Finanziario dell'infrastruttura
Pubblicato il 09-08-2012
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Superstrada Pedemontana Veneta: si muovono le ruspe, ma anche - e ancora - le carte bollate.
Il Co.Ve.PA (Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa) ha presentato infatti un esposto contro il commissario per la SPV Silvano Vernizzi e il vicecommissario Giuseppe Fasiol per la mancata presentazione, a seguito di richiesta formale, della Convenzione Economica e del Piano Economico Finanziario relativi all'infrastruttura.
Ne dà notizia un comunicato giunto in redazione a firma del portavoce CoVePA Massimo Follesa.

La futura galleria Igna della SPV in costruzione nel Comune di Montecchio Precalcino
“Martedì 8 agosto presso il comando della Guardia di Finanza di Bassano del Grappa - afferma Follesa nella nota stampa - il Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa assieme ad alcuni ricorrenti che hanno presentato istanza al TAR Lazio (9985/2010) contro il Commissario della SPV e la falsa emergenza per costruire autostrade inutili e costose, ha presentato un esposto contro l'ingegner Silvano Vernizzi e il dirigente regionale delle infrastrutture, autostrade e concessioni ingegner Giuseppe Fasiol. Nella segnalazione ricevuta dalla Guardia di Finanza si rileva che, nonostante i ripetuti solleciti il cui ultimo atto è stata la richiesta formale per cause di giustizia e difesa del 23 maggio scorso, vi è una negazione di fatto e un nascondimento effettivo della Convenzione Economica e del Piano Economico Finanziario.”
“E' gravissima e contraddittoria la risposta dell'ingegner Fasiol che scarica sul commissario Vernizzi ogni responsabilità nel merito - dichiara ancora il portavoce del Coordinamento -. Questi infine si dichiara estraneo ai documenti richiesti. Le ultime dichiarazioni riportate dalla stampa su una nuova versione del PEF sono preoccupanti e lasciano trasparire qualche profilo illecito e in violazione delle norme sugli appalti pubblici e sulla finanza pubblica.”
Quanto segnalato alle Fiamme Gialle “perché indaghino e riferiscano all'autorità giudiziaria e alla magistratura contabile” - informa ancora il Co.Ve.PA - riguarda alcuni “presunti profili illeciti”, primo fra i quali l'accesso negato “a copie della Convenzione Economica e del Piano Economico Finanziario, indispensabili ad esercitare il diritto di difesa delle proprietà dei ricorrenti nell'ambito di un procedimento avanti la giustizia amministrativa, e per la verifica del rispetto delle normative vigenti in materia di opere pubbliche”.
Il Coordinamento contesta inoltre il fatto che a tali documenti non reperibili risulterebbero allegati “nella versione in bozza e in successive integrazioni” gli atti della giunta regionale che hanno dato avvio al Financing Project dell'opera infrastrutturale. Atti che prendono corpo “nella delibera del CIPE n. 96 del 29 marzo 2006, la quale prende atto dei provvedimenti della Regione Veneto e ne orienta gli indirizzi”. Delibera CIPE che “considera l'istruttoria svolta dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, sui dati delle quote di traffico, e il Piano Economico Finanziario che non sono derogabili dagli atti di nomina del commissario straordinario e sulla base dei poteri ad esso attribuiti”.
“I dati dei flussi di traffico citati in delibera del Cipe - continua il comunicato -, uniti ai rilievi dei flussi di traffico condotti nella Provincia di Vicenza negli anni 2000-2007 (progetto Sirse) consentirebbero di dimostrare agevolmente la non assegnabilità delle risorse pubbliche e di quelle bancarie al Financing Project della SPV.”Comunicato Stampa 9 agosto 2012
“Da verifiche poste in essere dalla parte ricorrente - conclude Follesa - emergerebbe, nell'ambito degli atti relativi al procedimento presso il TAR Lazio che il TIR (Tasso Interno di Rendimento) non corrisponderebbe ai valori dichiarati nella delibera del CIPE. Per questo è indispensabile poter accedere al Piano Economico Finanziario asseverato da istituti bancari. Ciò al fine di confrontare i costi di realizzazione preventivati ed il possibile flusso netto di cassa prodotto dal numero medio di utenti paganti atteso per la Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta, nella sua vita utile. Infatti sulla base dei dati disponibili secondo la delibera CIPE 96/2006, anche con un arrotondamento per eccesso, nelle nostre verifiche, il flusso netto di cassa attualizzato produrrebbe un Tasso Interno di Rendimento che risulterebbe macroscopicamente inferiore, di quasi un ordine di grandezza, al minimo ammesso per la finanziabilità della SPV. Questo costituirebbe una grave violazione delle norme sia comunitarie che della Repubblica Italiana in materia di opere pubbliche e di finanza pubblica.”
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