Ultimora
29 Apr 2025 20:21
Funerale 'sceriffo' Gentilini, corteo lungo la città
29 Apr 2025 17:58
Da Raffaello a Warhol, aperte il 1 maggio le Gallerie d'Italia
29 Apr 2025 17:41
A Castelfranco Veneto sodalizio nel segno di Mozart e Da Ponte
29 Apr 2025 16:56
Gelati nella base Usa, per la Cassazione l'Iva va pagata
29 Apr 2025 16:32
Collisione tra auto e moto, un morto e tre feriti nel Veneziano
29 Apr 2025 15:05
A Venezia 'The Lens of Time", la storia dell'occhiale italiano
30 Apr 2025 07:25
Ucraina, Seul: 600 i soldati di Pyongyang morti finora per Mosca
29 Apr 2025 20:21
Diamanti da record, all'asta il rarissimo Golconda blue
29 Apr 2025 19:11
Noah Schnapp, 'il finale di Stranger Things triste e devastante'
29 Apr 2025 18:33
Musei e parchi archeologici aperti per il 1 maggio
29 Apr 2025 18:32
Race for the Cure, musei e siti aperti ai partecipanti
29 Apr 2025 19:16
Quando una serie è più efficace della realtà
Puntuali come quelle del meteo per il weekend, a fine agosto, sul calare dell’estate, arrivano immancabili anche le previsioni per l’economia di settembre.
È un esercizio, questo delle previsioni, generalmente molto pericoloso: negli ultimi anni sono arrivate all’improvviso sull’economia mondiale una pandemia prima e una guerra poco distante dall’Europa dopo che hanno completamente stravolto tutti i piani delle imprese.
Cigni neri permettendo, all’orizzonte ci sono tre grandi questioni in grado di impattare direttamente e pesantemente sulla nostra economia vicentina e bassanese: l’inflazione che rimane alta, la frenata dell’economia tedesca e di quella cinese.

Calano gli investimenti e rallenta la ripresa: questa la previsione dell'economia veneta a partire dall'autunno.
Famiglie, tassi alti e investimenti delle imprese.
L’inflazione sta decelerando ma resta ancora elevata, soprattutto sui beni di prima necessità, come gli alimentari. Esaurito il risparmio accumulato durante la pandemia, soprattutto per le fasce di reddito più deboli ci si avvia ad autunno-inverno segnato da uno scenario di importante riduzione del potere d’acquisto. Sul versante produttivo, ciò che preoccupa maggiormente gli imprenditori è un orizzonte finanziario caratterizzato ancora da tassi di interesse alti, in grado progressivamente di “congelare” gli investimenti delle imprese e i loro piani di innovazione e ristrutturazione. Lo stop agli investimenti delle imprese, Italia ma anche nell’eurozona, penalizza in prima battuta tutta quella larghissima fetta di aziende – grandi e piccole – metalmeccaniche del Nordest, specializzate in macchinari e attrezzature industriali.
La frenata della Germania.
L’economia tedesca è debole e non è in grado di trainare il resto della manifattura europea. In Germania pesano il calo della domanda interna, le incertezze sul fondamentale settore dell’automotive e il rallentamento dei rapporti commerciali con la Cina. A livello regionale, l’economia tedesca rappresenta il mercato più importante per la manifattura del Veneto e del Nordest, diventata negli anni parte integrante delle sue catene produttive globale e non più solo terzista della grande industria automobilistica. Secondo gli ultimi dati dell’Istat, l’export italiano verso la Germania è calato di quasi 800 milioni di euro nell’ultimo anno, l’1% di una gigantesca torta che vale 80 miliardi di euro. In prospettiva, la frenata tedesca potrebbe rendersi ancora più forte nella domanda nei settori della meccanica, della chimica, del legno e del tessile. Martin Wansleben, presidente dell’Unione delle Camere di Commercio ed Industria tedesche, nelle settimane scorse ha reso noto un significativo sondaggio su un campione di 21 mila aziende. Solo il 28% delle imprese ha comunicato di avere pianificato nuovi investimenti e addirittura il 24% ha annunciato di voler ridurre la quota aziendale di investimenti.
I dubbi sulla Cina.
La più grande fabbrica del mondo, la Cina, non cresce più come vorrebbe. Prevedibile o meno questo scenario, la crescita debole dell’economia cinese causa a catena rallentamenti anche in altre economie globali. Sul fronte interno, il primo grande dubbio sulla stabilità dell’economia cinese riguarda il mercato immobiliare, vedasi il (quasi) default del colosso domestico Evergrande. Molti osservatori spiegano così la questione: “hanno costruito edifici e case per un mercato che semplicemente non c’è”. Si tenga presente che il primo partner commerciale della Germania è la Cina, con quasi 300 miliardi di interscambio commerciale. E a sua volta la Germania è il più importante partner commerciale dell’Italia (nel 2022 l’interscambio tra i due Paesi ha raggiunto il livello record di 168 miliardi di euro). Pesa anche la nuova fase delle relazioni internazionali: il governo tedesco ha dichiarato che la Cina è cambiata e dovrà cambiare anche la politica economica e commerciale della Germania.
La resilienza delle imprese del Veneto.
Con un export primo della classe in Europa, caratterizzato da un doppio binario: nuovi mercati e consolidamento delle relazioni commerciali in quelli maturi, l’economia manifatturiera veneta saprà far fronte anche alla debolezza dell’economia tedesca?
Il 30 aprile
- 30-04-2024Nebbia sfitta
- 30-04-2022La nuda verità
- 30-04-2022Dritti al Cuore
- 30-04-2022Ulss 7 +
- 30-04-2021Tutta Barbara minuto per minuto
- 30-04-2021Su e gru
- 30-04-2021Grazie per la cortese astensione
- 30-04-2020Mettiamoci una pietra sopra
- 30-04-2019No Vernillo, No Party
- 30-04-2019TdB, Tvb
- 30-04-2018Chi la tura la vince
- 30-04-2014No Euro, No Cry
- 30-04-2014Mussolente, si presenta la lista “Un Impegno Comune”
- 30-04-2014Movimento 5 Stelle: “VinciamoNoi” Tour nel Vicentino
- 30-04-2013Invitati a una festa in villa, vi tornano per rubare
- 30-04-2012Il commerciante sanzionato: “Chiederò i danni al Comune”
- 30-04-2012Differenziata: dal 1° maggio si riciclano anche piatti e bicchieri di plastica
- 30-04-2012Bordignon: “Volantini anonimi contro di noi”
- 30-04-2012Vanni Barichello: “Romano ha bisogno di cambiare clima”
- 30-04-2011Bretella Ovest: Manuela vince il primo round
- 30-04-2009Il Ponte verso il Sole