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Lavoro quando voglio?
Non sarà esattamente così ma c’è uno straordinario fermento nell’organizzazione del lavoro post pandemia.
Il caso che ha fatto discutere in questi giorni è quello di Velvet Media, agenzia di marketing di Castelfranco, che è finita anche nelle prime pagine della stampa nazionale.

Bassel Bakdounes (Velvet Media)
Negli uffici di Velvet proveranno fino all’estate un esperimento di ingegneria lavorativa: i circa 150 dipendenti potranno a lavorare ad obiettivo e non per le canoniche otto ore per cinque giorni a settimana. Ferie e permessi saranno presi liberamente e sarà possibile entrare in azienda anche in orari inusuali.
E’ chiaro che non può essere un’impostazione applicabile a tutte le forme e dimensioni lavorative, il marketing non è la fabbrica e nemmeno un ospedale, ma nel mondo del lavoro post pandemia assisteremo a progressivi e grandi cambiamenti. Come dice Bassel Bakdounes, fondatore di Velvet, per adesso «si è aperta una piccola crepa nella diga».
La pandemia e la tecnologia in questi due anni hanno stravolto il lavoro negli uffici, alcune prassi sono diventate obsolete nel giro di pochi mesi. Sono in atto processi profondi nella nostra società che andranno ben oltre la flessibilità, lo smart working e la logistica del lavoro. Al momento il free work di Velvet non ha una cornice legale, perché non è né smart working né remote working, non è gestione di contratti a progetto e visto che di mestiere fanno i creativi lo hanno denominato “MYWAY Work”.
«Quello che stiamo facendo – spiega Bassel Bakdounes a Bassanonet – è un antipasto di quello che succederà nei prossimi anni. Il mondo cambia, capisco bene che non si potrà applicare in un bar o per il lavoratore che usa una macchina a controllo numerico. I giovani vogliono organizzare la propria professionalità dentro uno stile di vita che rimette al centro il benessere della persona. Il lavoro a 8 ore, per 5 giorni a settimana, diventerà anacronistico. Non significa non avere regole ma lavorare per obiettivi».
Anche le statistiche stanno fotografando poderosi segni di trasformazione: l’agenzia regionale Veneto Lavoro ha registrato in una recente ricerca un aumento delle dimissioni volontarie di 66.300 unità nel primo quadrimestre del 2022, con un incremento del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Cisl Veneto ha invece studiato i numeri di un campione di 4.600 lavoratori che hanno richiesto al sindacato il supporto nella formalizzazione delle dimissioni: il 38% dei dimissionari proviene dal terziario (commercio, turismo e servizi) e la mobilità verso altri settori è sempre più marcata.
E ancora: i due terzi dei lavoratori che decidono di licenziarsi sono maschi, il 30% sono giovani con meno di 30 anni. La percentuale scende al 22% per i lavoratori compresi tra i 30 e i 39 anni e si attesta al 25% per la fascia tra i 40 e i 49 anni. Sono – forse - i primi effetti embrionali di quella che negli Usa chiamano Yolo, l’economia del “si vive una volta sola” e che vede un fenomeno sempre più ampio di “uscita” dal posto fisso per indirizzarsi in molti casi verso una attività in proprio.
«In questi primi giorni non è cambiato nulla, le ragazze e i ragazzi sono tutti qui in ufficio. Il bilancio dell’esperimento lo vedremo tra qualche mese. Io ho detto: massima libertà e responsabilità, se funziona avremo dato un piccolo contributo al cambiamento di pensiero». Il fondatore di Velvet ha avuto l’intuizione del lavoro libero grazie ad un episodio legato ad una dipendente, una mamma e una professionista allo stesso tempo (ndr. in Velvet l’organigramma vede ormai l’obbligo delle quote blu, perché i capi sono quasi tutte donne).
«Una mattina mi chiama trafelata al telefono: Bassel, scusami sono in super ritardo perché c’è una manifestazione fuori dalla scuola di mio figlio.
Salgo in macchina e corro. Corro? Ma come corro? Che senso ha arrivare alle 9.30 o alle 10 se non hai un cliente, una riunione, qualcuno che ti aspetta? Hai tutta la giornata per lavorare al tuo obiettivo. Non voglio comprare il tempo delle persone, voglio comprare la loro professionalità».
Proprio alla base dei nuovi movimenti di rivoluzione nell’organizzazione del lavoro post pandemia c’è proprio il concetto di tempo e produttività.
«Io vorrei scardinare il concetto del tempo. La tecnologia ci ha aiutato molto: video call, app, apparecchiature da ufficio che servono sempre meno.
Dieci anni fa non potevamo permetterci di lavorare fuori dall’ufficio, oggi è tutto diverso».
Nelle prossime puntate sentiremo altre esperienze del lavoro che cambia, anche nella pancia profonda dei distretti manifatturieri vicentini (to be continued…).
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