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Banca Veneto Centrale, l’utile a oltre 17 milioni (+123,5%)

2021 con dati da record, 1,59 miliardi euro di impieghi. Ok anche la raccolta

Pubblicato il 21-03-2022
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Elena Pavan

Si chiude un 2021 da record per la Banca del Veneto Centrale. La Bcc che nel 2017 ha portato a termine il processo di aggregazione con Bassano Banca-Credito Cooperativo di Romano e S. Caterina con le sue cinquanta filiali nelle province di Vicenza, Treviso, Padova, Rovigo e Ferrara si appresta a diventare una della realtà più rilevanti del Gruppo Bancario Cassa Centrale Banca.
Questi i dati principali dell’anno appena concluso: 1,59 miliardi di euro prestati al mercato a sostegno di imprese e famiglie, raccolta complessiva per 3,19 mld. di euro e utile netto record di 17,1 milioni di euro con un incremento del 123,5% rispetto all’esercizio precedente. In crescita tutti gli indicatori del conto economico, a partire dal margine di interesse (44,8mil.), delle commissioni nette (27,6 mil.) e quindi del margine di intermediazione (81,19 mil.), con incrementi rispettivamente del 11,9%, del 6,7% e del 7,7%, sui dati aggregati del 2020.
«Il bilancio che presenteremo ai nostri 14.088 soci – commenta il presidente Gaetano Marangoni – è senza dubbio frutto della buona gestione e della ripresa in atto nel territorio.

Il Direttore Generale Mariano Bonatto, a sinistra, con il Presidente Gaetano Marangoni

In questi ultimi dodici mesi, nonostante il contesto pandemico, la banca è riuscita a trarre dalle difficoltà nuova forza, dando prova di vicinanza a famiglie e aziende, venendo incontro a situazioni complesse nel mondo imprenditoriale e contribuendo alla ripresa dell’economia.
L’acquisto dei crediti relativi il superbonus ha permesso ai nostri clienti di ristrutturare il patrimonio immobiliare avendo come partner finanziario la propria banca. Fondamentale per il successo della banca anche il sostegno dato al territorio attraverso l’erogazione di 243mila euro per progetti in ambito sociale, culturale e sportivo, nonché la concessione di 158 premi allo studio». Di seguito il comunicato stampa completo.

La soddisfazione dei vertici dell’istituto di credito. Marangoni: «Raccogliamo i frutti del lavoro svolto, di una buona gestione e dell’attenzione al territorio». C’è grande soddisfazione in Banca del Veneto Centrale per il risultato di bilancio 2021, che chiude con dati da record. Questa la fotografia della banca, 1,59 miliardi di euro prestati al mercato a sostegno di imprese e famiglie, raccolta complessiva per 3,19 mld. di euro e utile netto record di 17,1 milioni di euro con un incremento del 123,5% rispetto all’esercizio precedente. In crescita tutti gli indicatori del conto economico, a partire dal margine di interesse (44,8mil.), delle commissioni nette (27,6 mil.) e quindi del margine di intermediazione (81,19 mil.), con incrementi rispettivamente del 11,9%, del 6,7% e del 7,7%, sui dati aggregati del 2020. Cost income ratio al 57,8% con accantonamenti al fondo esodi di quasi 5 milioni per il prossimo ricambio generazionale. Sicuramente bravi nella gestione caratteristica e anche attenti e capaci nella parte degli investimenti finanziari che ha portato ben 7,46 mil. di proventi straordinari da cessione titoli. Migliorano ancora le coperture sui crediti con un NPL Ratio, al 95,24%, dato tra i migliori a livello nazionale dell’industria bancaria, rispetto al 81,43% del 2020. Il patrimonio netto dell’istituto, comprensivo dell’utile di esercizio, ammonta a 178,7 milioni di euro e risulta in aumento del 9,3% rispetto al 31 dicembre 2020 con un CET1 Ratio che raggiunge la quota del 21,51%, ben al di sopra dei requisiti regolamentari. Anche la raccolta complessiva ha evidenziato la crescita di 5,9 punti percentuali, arrivando a quota 3,19 miliardi di euro. Cresce in particolare il risparmio gestito con +17,5%. Sono numeri che, in un esercizio ancora fortemente condizionato dagli impatti della pandemia, registrano l’efficienza e la solidità dell’istituto di credito guidato dal presidente Gaetano Marangoni e dal direttore generale Mariano Bonatto. Tra le settanta banche aderenti al Gruppo Cassa Centrale, con le sue cinquanta filiali nelle province di Vicenza, Treviso, Padova, Rovigo e Ferrara, Banca del Veneto Centrale si conferma una delle realtà finanziarie più solide e a elevato valore aggiunto del Gruppo Bancario di appartenenza. I risultati, approvati dal Consiglio di Amministrazione nei giorni scorsi, saranno presentati all’Assemblea dei Soci di maggio, purtroppo ancora una volta attraverso il rappresentante designato, e raccontano di una realtà impegnata in una politica di contenimento dei costi, riduzione dei crediti deteriorati, totale copertura dei rischi residui e sviluppo di una vivace attività commerciale a favore di soci e clienti. «Il bilancio che presenteremo ai nostri 14.088 soci – commenta il presidente Gaetano Marangoni – è senza dubbio frutto della buona gestione e della ripresa in atto nel territorio. É il risultato di un progetto di rafforzamento, graduale e consolidato negli anni, con una piena sinergia tra il Consiglio di Amministrazione e la Direzione. Tuttavia, è bene anche evidenziare come questi dati, così ampiamente positivi, dipendano non solo da fattori economici o circostanze favorevoli, ma scaturiscano anche dalle competenze, dalle professionalità, dalla cultura d’impresa, dalla fiducia dei nostri soci e clienti: tutti elementi che sono alla base dello sviluppo di un territorio». Soddisfazione anche dal direttore generale, Mariano Bonatto. «Un risultato di esercizio così importante – dice Bonatto - è il frutto di un grande lavoro di squadra, svolto con competenza e professionalità dai nostri 382 collaboratori, (vero patrimonio intangibile dell’istituto) e di una fusione concretizzata nel novembre 2020, ma costruita sostanzialmente in quest’ultimo anno. La nostra banca continua il suo percorso di crescita ed è oggi leader di gruppo nel credito agevolato e nelle concessioni con le garanzie pubbliche che hanno permesso alle imprese di superare il periodo pandemico e nello stesso tempo tornare a investire. Stiamo ancora allargando sempre più la nostra operatività a favore delle aziende con operazioni che, insieme alla finanziaria regionale Veneto Sviluppo, ci vedono impegnati nelle emissioni di mini bond e partecipazione nel capitale attraverso il Fondo FVS SGR di Private Equity. Il 2021 si è chiuso molto bene, purtroppo però la situazione geopolitica venutasi a creare ci obbliga a rivedere le prospettive 2022 con scenari molto più prudenti rispetto alle attese che avevamo. In questi ultimi dodici mesi, nonostante il contesto pandemico, la banca è riuscita a trarre dalle difficoltà nuova forza, dando prova di vicinanza a famiglie e aziende, venendo incontro a situazioni complesse nel mondo imprenditoriale e contribuendo alla ripresa dell’economia. L’acquisto dei crediti relativi il superbonus ha permesso ai
nostri clienti di ristrutturare il patrimonio immobiliare avendo come partner finanziario la propria banca. Fondamentale per il successo della banca anche il sostegno dato al territorio attraverso l’erogazione di 243mila euro per progetti in ambito sociale, culturale e sportivo, nonché la concessione di 158 premi allo studio. Gli investimenti a favore dell’associazionismo e del volontariato – complessivamente si sono contati 365 interventi - sono andati ad affiancarsi a molteplici altre iniziative, anche online, dedicate a privati, professionisti e imprese desiderosi di rimanere aggiornati sul mondo della finanza e della trasformazione digitale. Ora occhi puntati sul Next Generation Eu, il fondo europeo che aiuta gli stati membri colpiti dalla pandemia, e sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo strumento che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare grazie all’utilizzo dei fondi europei, ma anche sulla crescita del tessuto sociale ed economico del territori di competenza, nell’ottica di uno sviluppo inclusivo e sostenibile. «Un’attenzione che dimostra in modo concreto come la nostra banca continui a portare avanti valori per i quali era nata, unendo al rispetto della sua storia, il supporto alle comunità locali e la modernità di un istituto di credito orientato al futuro, capace di offrire opportunità per garantire una nuova fase di crescita e di sviluppo», conclude il presidente Marangoni.

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